06 Dicembre 2020 "Biden somiglia a...", un nuovo gioco di società

I commentatori europei stanno setacciando la storia americana alla ricerca di precedenti che possano far prevedere che tipo di Presidente sarà Joe Biden. Gli accostamenti sono molto diversi, ma in comune, in una serie di commenti apparsi il 29 Novembre scorso, c'è un fondo di ottimismo circa il futuro, malgrado nessuno degli opinionisti ometta di ricordare quanto peseranno le scorie dei quattro anni di D. Trump, e più ancora degli ultimi due mesi della sua Presidenza.

Il Sunday Times in una corrispondenza da Washington di Sarah Baxter indica Franklin D. Roosevelt come modello e fonte di ispirazione per Biden. Roosevelt salì al potere al culmine di una doppia crisi, istituzionale e economica, che ha rischiato di spazzare via l'America. La risposta fu rapida e in 100 giorni gli esperti chiamati a collaborare con Roosevelt, forgiarono con "New Deal" e "National Recovery Administration" la nuova America. Che superò la crisi, vinse la guerra e divenne potenza planetaria leader.

L'interrogativo aperto è su chi e come: gli uomini e le donne scelti da Biden sapranno costituire un nuovo "brain trust" capace di reinventare il sistema ?

A questo interrogativo prova a rispondere su El Pais María Antonia Sánchez-Vallejo, che sotto il titolo il titolo "La America que vuleve" punta i riflettori proprio sulla qualità dello staff che Biden sta costruendo. "La professionalità dei membri del team Biden è inoppugnabile, a differenza di un'Amministrazione uscente in cui una figlia e un genero, di Donald Trump, hanno prestato servizio come consiglieri del Presidente senza nessuna preparazione o esperienza che li qualificasse per quella carica". La comunità finanziaria si fida del probabile Ministro del Tesoro, Janet Yellen, che però incontrerà "il primo ostacolo nel nuovo pacchetto di stimoli per finanziare gli investimenti nelle infrastrutture e la conseguente creazione di posti di lavoro, che è rimasto bloccato al Congresso per mesi".

Il Guardian intervista l'ex deputato Repubblicano della Florida Joe Scarborough, oggi fortunato volto televisivo di successo con quello che si potrebbe definire un reality politico (The Morning Joe Host) , condotto con la moglie, Mika, figlia dell'ex Segretario di Stato Zbigniew Brzezinski.

Scarborough e consorte nel 2016 avevano ospitato una dozzina di volte nel loro show il candidato Trump che li aveva pubblicamente ringraziati dopo la vittoria su Clinton. Poi, durante il quadriennio del tycoon alla Casa Bianca, la relazione si è incrinata fino a spezzarsi.

Il primo campanello d'allarme, racconta l'ex senatore, ci fu quando Trump propose di schedare tutti i musulmani, una misura che Scarborough, considera simile a quella perpetrata dai nazisti contro gli ebrei. Dopo che in Ottobre, a dieci giorni dalle elezioni, Trump chiese pubblicamente dai microfoni di Fox News, al Ministro giustizia di arrestare il suo concorrente Joe Biden, Scarborough si è dimesso dal GOP.

Nella sua attuale posizione di indipendente Scarborough ritiene che J. Biden possa ripetere il tragitto di H. Truman: come Biden infatti Truman arrivò al potere dopo una crisi profonda, quella bellica, chiuse la porta all'isolazionismo, si pose l'obbiettivo di guidare il mondo occidentale, aiutò gli alleati (così facendo aiutò prima di tutto l'industria americana), e questo benché fosse sottovalutato e deriso dai concorrenti. Ma il tratto comune fra Biden e Truman sta nel rapporto con Washington, la conoscenza dei meccanismo della Capitale e delle persone. E per l'ex depitato della Florida, Biden come già Truman potrebbe esercitare il potere non attraverso la prevaricazione, ma il compromesso con gli avversari Repubblicani.

Per R. Jacob de "L'actualité", per quanto soporifera sia stata la campagna, elettorale di Biden, entrando alla Casa Bianca, il neo Presidente potrebbe trasformare profondamente gli Stati Uniti, riprendendo il lavoro dei due mandati di B. Obama. Del suo predecessore democratico Biden non ha il carisma, ma non con l'immagine sobria che lo caratterizza potrebbe suscitare meno divisività del suo numero uno.
(https://lactualite.com/monde/etats-unis/joe-biden-un-president-marquant-lhistoire/)

A fare da contraltare, sull'altra sponda dell'Atlantico, il sito indipendente The Hill, riflette, in termini politici e non statistici, sul fatto che D. Trump è solo il terzo Presidente che negli ultimi novanta anni  non è riuscito a ottenere il rinnovo del mandato. In questa chiave viene proposto un paragone fra D. Trump e i due suoi predecessori, in questo periodo costretti a lasciare la Casa Bianca dopo un solo mandato, J. E. Carter e G. Bush sr. Entrambi devastati per una sconfitta inattesa da parte di un candidato classificato come outsider, ebbero una reazione istituzionalmente e umanamente ammirevole. In particolare G. Bush lasciò al suo successore una lettera, resa nota solo dopo la sua morte, che si concludeva con queste parole "Your success now is our country's success. I am rooting hard for you". Trump, secondo The Hill, dovrebbe trarre ispirazione da questi uomini che sono stati amati anche dopo la caduta e sono stati riconosciuti come riferimento da (quasi) tutti gli americani ( https://thehill.com/opinion/white-house/527867-one-termers-what-trump-can-learn-from-carter-and-bushs-re-election-losses ).