06 Dicembre 2020 GOP al bivio: conservatori o populisti ?
Voci dall'America

06 Dicembre 2020 GOP al bivio: conservatori o populisti ?

Il Partito Repubblicano degli Stati Uniti - il Great Old Party - è alla ricerca di una nuova identità, stretto fra il populismo di D. Trump e il conservatorismo a molte facce che permea la società americana. Poche voci ci sono levate contro gli attacchi di Trump alle istituzioni e alla separazione dei poteri. Ma negli stati, diremmo noi sul “territorio”, il partito non ha seguito ciecamente la deriva cospirazionista del Presidente uscente, anche perché i funzionari repubblicani sono stati ovunque parte del sistema di controllo del voto, e sanno come ha funzionato.

Trump mantiene tuttavia una stretta mortale sul vertice  del GOP - che ha accolto con entusiasmo le sue false affermazioni di frodi elettorali diffuse - e ha detto esplicitamente che considera la fedeltà la sua massima priorità. (CNN 1/12).

Ci si domanda come il Partito Repubblicano affronterà il quadriennio in cui il potere esecutivo passerà nelle mani degli avversari democratici, e quale coalizione di ceti e di idee costruirà per le prossime presidenziali, con o senza Trump. Su questo il dibattito è molto vivo.

Jonah Goldberg sul Chicago Tribune ricorda come la svolta conservatrice del GOP iniziò con la disfatta di Barry Goldwater, contro Lyndon B. Johnson nel 1964, anche per aver perso l'appoggio degli oltranzisti George Wallace . Quel tracollo provocò lo spostamento a destra l’asse di quello che era stato un partito articolato, con una componente liberal importante e ben radicata nella tradizione americana, che rimontava a Lincoln. “I conservatori hanno poi conquistato il GOP usandolo mezzo per un fine: spostare la politica americana verso un orizzonte più conservatore. Hanno avuto le loro vittorie, dal trionfo di Reagan nella Guerra Fredda all'ascesa del movimento legale conservatore al rifiuto delle politiche economiche sclerotiche che tormentavano molte altre nazioni democratiche… ma anche una serie di fallimenti.” Oggi in generale “i repubblicani vedono il conservatorismo come uno strumento malleabile per il guadagno personale e di parte.... hanno espressioni come "fondamentalismo del mercato" - un nuovo termine stravagante usato da alcuni membri del GOP per condannare il capitalismo da destra. “ Ma “Il conservatorismo non è mai stato un dogma statico” mentre oggi per il GOP è una dottrina funzionale solo al successo elettorale.

Ronald Brownstein per la CNN ha analizzato il parallelo fra il rapporto Trump/GOP e quello Mc Carthy/GOP all’inizio degli cinquanta del Novecento. “Nell'era di Joseph McCarthy, la maggior parte dei leader del GOP ha trovato scuse per evitare di sfidare teorie del complotto che sapevano essere non plausibili, anche se le prove dei loro costi per la nazione aumentavano costantemente ". Altre ricorrenze: McCarthy, come Trump, attaccava i giornalisti personalmente …sosteneva che solo i suoi sostenitori rappresentavano i "veri americani".

Ma più di tutto "McCarthy non ha creato la" paura rossa "dei primi anni '50, ma l'ha ingrandita e intensificata. Allo stesso modo, Trump non ha creato l'ansia per il cambiamento demografico, culturale ed economico questo è al centro del suo movimento politico, ma ha affilato quelle paure in una potente arma politica.”

Per Brownstein “Alcuni repubblicani potrebbero temere Trump; altri potrebbero trovare le sue accuse di frode uno strumento utile per indebolire Biden o giustificare una nuova ondata di misure di soppressione degli elettori. Ma qualunque sia la loro motivazione ….si consegnano allo stesso verdetto che la storia ha dato sui loto predecessori che hanno trovato motivi per non obiettare mentre Joe McCarthy lacerava i valori più profondi della nazione”.

L’analisi forse più interessante è stata fatta da David Brooks sul New York Times, sotto il titolo pungente “Il marciume della mentalità repubblicana”. Con una spunto definizione che forse sarebbe piaciuto a Umberto Eco (quanto ci manca la sua analisi su questo nostro presente !) Brooks sostiene che gli Stati Uniti vivono una “crisi epistemologica, in cui gran parte del Partito Repubblicano si è distaccato dalla realtà”. Ma “perché Internet avrebbe corrotto i repubblicani molto più dei democratici, la destra globale più della sinistra globale?”. Perché negli USA c’è una divisione ben più profonda di quella di classe fra chi ha studiato e ha una laurea, magari prestigiosa, e chi è “undergraduate”. I primi formano una elite urbana che vive nel e del “regime epistemico”. Che sarebbe “un mercato di idee in cui le persone collettivamente elaborano ciò che è reale. Nelle società democratiche e non teocratiche, questo regime è un ecosistema decentralizzato di accademici, membri del clero, insegnanti, giornalisti e altri che non sono d'accordo su tutto, ma concordano su un sistema condiviso di regole per valutare i fatti  e costruire la conoscenza”. Questo ecosistema “consente a un ampio spettro di idee di essere diffuso, ma solo un ristretto gruppo di idee sopravvive all'esame collettivo.”

Per quanti sono estranei a questo ecosistema, c’è una forte insicurezza, un “bisogno di un ordine certo per sentirsi al sicuro. Prive di ciò, le persone provano legittimamente cinismo e sfiducia, alienazione e anomia. Nel fervore di questa inimicizia, milioni di persone sono arrivate a detestare coloro che popolano il regime epistemico”. Trump, come i seguaci di QAnon e prima di loro S. Bannon, hanno conquistato questa larga fascia di americani “con una narrazione che alimenta le loro comunità. Le teorie del complotto sono strumenti emotivi estremamente efficaci… che danno a chi le fa circolare “un senso di superiorità” e di appartenenza mai provato altrimenti".

Il problema è l'effetto collaterale sul GOP: “l'identità repubblicana ormai non è definita da una serie di convinzioni politiche ma da una mentalità paranoica. Trump e i suoi alleati dei media ignorano semplicemente le regole del regime epistemico e hanno istituito un regime di trolling rivale”.

Cosa fare, si chiede Brooks. Non è facile affrontare i paranoici, “se si cerca di evidenziare i loro errori di fatto, si finisce col consolidare le loro false credenze. L'unica soluzione è ridurre la sfiducia e l'ansia che sono il seme di questo pensiero. Ciò può essere fatto riducendo il divario sociale tra i membri del regime epistemico e coloro che si sentono così alienati da esso. E in secondo luogo, può essere fatto con la politica, rendendo la vita più sicura per chi non ha una laurea

La conclusione è comunque che “per ricostruire la fiducia servirà almeno una generazione”. Interessante come un liberal come Brooks utilizzi lo stesso termine “fiducia” di un conservatore come G. Schulz (vedi il post “Politica estera una soluzione bipartisan" del 29 Novembre 2020).

In supporto a questa visione anche Anthony Jones e Matthew Daniels, su The Hill, che suggeriscono di tornare al metodo non violento di M. L. King per affrontare la violenza politica di questi anni. La non violenza è ancora un valore cui una parte della società politica americana è ben ancorata, e un sistema di azione politico che continua a spiegare i suoi effetti positivi.

https://www.chicagotribune.com/opinion/commentary/ct-opinion-republicans-conservatives-goldberg-20201126-smuuej6gkvgt3kkmxb4m5kekcm-story.html

https://edition.cnn.com/2020/12/01/politics/gop-silence-trump-false-election-claims-mccarthy/index.html

https://www.nytimes.com/2020/11/26/opinion/republican-disinformation.html

https://thehill.com/opinion/civil-rights/527877-dr-kings-principles-an-enduring-remedy-to-rising-violence

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