Diario

2 Novembre 2020 Il censimento, arma politica impropria

In Settembre 2020 I ricercatori accademici Andrew Chatzky e Amelia Cheatham hanno pubblicato su “Council of Foreign Relations” un’approfondito esame della storia e dell’attuale portata del Censimento negli USA, sotto il titolo “Perché il censimento conta”. Di seguito un breve riassunto dell’articolo disponibile presso https://www.cfr.org/backgrounder/why-does-census-matter?utm_source=dailybrief&utm_medium=email&utm_campaign=DailyBrief2020Oct14&utm_term=DailyNewsBrief.

La costituzione degli Stati Uniti (Art. 1) affida al Congresso il compito di organizzare il Censimento con cadenza decennale, per raccogliere dati ufficiali sulla popolazione statunitense, in materia di età, sesso, stato civile, razza, residenza, reddito, istruzione, lingua parlata. I risultati del censimento hanno assunto un’importanza crescente in senso politico, perché determinano il numero di rappresentanti di ciascuno stato, ed economicamente perché determina la ripartizione dei fondi federali fra gli Stati dell’unione, in funzione del numero di residenti, reddito, età e ad altri fattori di ciascuna un'area geografica. I Padri fondatori inserirono il Censimento fra le istituzioni della repubblica per controllare l’imposizione fiscale da parte del governo federale, e per impedire ai singoli stati di gonfiare le stime sulla popolazione per ottenere una maggiore rappresentanza al congresso.

Fin dall’inizio i risultati del Censimento furono oggetto di polemica politica, e l’organizzazione dell’operazione statistica contestata: dapprima per le controversie sulla popolazione effettivamente residente; poi sino alla Guerra Civile per le polemiche sull’inserimento degli schiavi nei conti dei residenti; da ultimo per la difficile separazione fra aree urbane, sub urbane e agricole.

Il censimento viene eseguito da un’agenzia federale creata nel 1902, il United States Census Bureau, inquadrato nel Dipartimento del Commercio. Il direttore dell’agenzia è nominato dal presidente e confermato dal Senato, con una procedura analoga a quella dei ministri e dei giudici della Corte Suprema.

Il bilancio dell’agenzia ha raggiunto i 13 miliardi di dollari del 2010, e sono continui gli sforzi per ridurre i costi usando nuove forme organizzative e tecnologie digitali. Dai soli funzionari che andavano a raccogliere le informazioni porta a porta, si è passati a una predominanza della trasmissione a mezzo posta con supporto digitale.

Uno sguardo alle tipologie di finanziamenti assicurati sulla base del censimento, permette di capire come questo sia diventato, ai giorni nostri, strategico nell’agenda politica americana:

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Titolo

Importo 2019 (miliardi US $)

1

Medicare A B D

 

701,2

 

2

Medicaid       

 

368,0

3

Supplemental Nutrition Assistance Program

 

67,8

4

Highway planning & construction

 

42,1

5

Loan Guarantee Program

 

20,3

6

Housing Voucher Program

 

16,7

 

7

Local Educational Program

 

15,5

8

Special educational grants

 

12,0

Fonte G. Washington University / CFR

Per un totale di 1.243,6 miliardi US $, che secondo i dati aggiornati a settembre 2020 sono saliti a 1.414 miliardi $ (+ 0,3%).

Nel 2019 due terzi dei fondi ripartiti in base al censimento riguardano l’assistenza sanitaria, e questo permette di cogliere appieno il senso della battaglia politica condotta dall’amministrazione Obama per mettere in piedi questo sistema di aiuti alla sanità. E di conseguenza perché la riforma Obama sia divenuta il bersaglio della destra conservatrice, e di tutti i tradizionalisti contrari all’intervento pubblico nell’economia e nel welfare.

Il censimento del 2010, che ha registrato una popolazione di 308.745.538 abitanti negli Stati Uniti (+9,7% rispetto al 2000), ha anche registrato uno spostamento demografico dalle aree industriali e residenziali settentrionali e centro-occidentali, verso gli stati meridionali ed agricoli. Come immediata conseguenza politica il Texas e la Florida hanno guadagnato rappresentanti sia al Congresso che nel collegio elettorale del sistema presidenziale, mentre gli stati di New York e dell’Ohio hanno perso rappresentanti.

Il Censimento del 2020 ha incontrato una serie di ostacoli. La pandemia da coronavirus ha ha ritardato le operazioni, limitando il personale dedicato e cancellando tutte le attività sul campo. Ad Aprile 2020 l’Agenzia ha chiesto al Congresso di prolungare di 120 giorni la scadenza per la consegna del report finale, ma dietro pressione del Dipartimento del Commercio e della Casa Bianca questa richiesta è stata poi ritirata.

Il Presidente Trump era inoltre intervenuto direttamente chiedendo all’agenzia di aggiungere nel questionario una domanda sullo stato di cittadinanza, che secondo l’opposizione avrebbe escluso dal conteggio finale un numero difficilmente quantificabile di nuovi cittadini, incerti sul loro stesso status, finendo per distorcere il risultato finale, e influenzando in modo significativo la ripartizione dei fondi federali.

Negli ultimi 50 anni il Censimento aveva affrontato i temi dell’integrazione degli immigrati, della nuova distribuzione sociale e dell’auto identificazione dei cittadini il censimento chiedendo agli americani a quale razza ritenessero di appartenere (il 97% ha indicato nel 2010 una sola razza, che il 72% era quella bianca) se avessero "partner non sposati", per poter stimare il numero di coppie dello stesso sesso, senza arrivare a includere un quesito sull'orientamento sessuale.

Malgrado una sentenza sfavorevole in materia di “Voting Rights Act” l'amministrazione Trump ha insistito per ottenere di porre nel censimento 2020 la questione sulla cittadinanza, e con un memorandum presidenziale chiesto formalmente l'esclusione degli immigrati privi di documenti dai conteggi che portano alla ripartizione del bilancio.

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