20 Dicembre 2020 Biden deve la vittoria ai suoi avvocati
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20 Dicembre 2020 Biden deve la vittoria ai suoi avvocati

D. Trump dal 3 Novembre 2020 ha presentato 59 richieste ai tribunali  e 2 ricorsi alla Corte Suprema contro la vittoria di J. Biden: risultato 61 a 0 per Biden. La semplificazione non rende la complessità della vicenda, né autorizza a considerare terminata la lotta di Trump per mantenere il potere, ma sintetizza bene la situazione sul versante giudiziario. Aspettando che i Repubblicani utilizzino gli ultimi espedienti ammessi dalla prassi per cercare di ribaltare il risultato sin qui ufficializzato, è possibile cominciare una bilancio della battaglia legale che il Presidente ha perso ben più ampiamente di quella elettorale. La virtù non può essere lasciata da sola a combattere, e in effetti J. Biden aveva preparato lo scontro giudiziario se è possibile con maggiore cura dello scontro mediatico e propagandistico. Si è trattato di un confronto fra avvocati senza precedenti nella storia politica americana.

L'attenzione dei media è stata monopolizzata dai consulenti legali della campagna di Trump, che hanno proposto le loro argomentazioni più di fronte ai giornalisti che non di fronte ai giudici. Il volto di R. Giuliani era già noto al grande pubblico per essere passato a New York dalla Procura distrettuale alla carica di sindaco; accanto a lui un altro italo-americano da sempre attivo nei circoli repubblicani, J. DeGenova. Dopo essere stati sotto i riflettori, i due tenori dello staff legale di Trump oggi sono molto discreti, anche perché dopo aver subito le reprimende dei giudici per la scarsezza delle prove e la pochezza delle argomentazioni giuridiche, sono sotto attacco per violazioni dell'etica professionale e per il discredito che hanno gettato sulla categoria. Anche le avvocatesse del team di Trump, J. Ellis e S. Powell, sono state costrette sulla difensiva; la prima accusata di aver falsificato le credenziali professionali, e la seconda allontanata formalmente dal team dopo avere esagerato nel dipingere complotti impossibili. Powell ha messo lo stesso Partito Repubblicano a rischio di ritorsioni in sede civile, in particolare per la farneticanti ipotesi che sarebbero stati commessi reati da parte della Dominion Voting Systems, società fornitrice di software di gestione dei risultati elettorali.

Poco invece si è detto del gruppo dei consulenti legali utilizzati da J. Biden, che hanno agito più nelle corti di giustizia che davanti alle telecamere, e quel che più conta erano preparati alla strategia trumpiana della delegittimazione che ha sorpreso il grande pubblico. Scorrendo i giornali della scorsa estate si può verificare come già il 2 Luglio 2020 l'allora candidato Biden fece il primo annuncio relativo alla probabilità di un tentativo da parte di Trump di contestare il voto. Biden quattro mesi prima del voto, comunicò che avrebbe messo in campo una rete di 600 avvocati per impedire a Trump di "rubare" le elezioni. Singolare anticipazione di quello che poi sarebbe stato detto ossessivamente, ma a parti rovesciate. In ogni stato i dirigenti della campagna di Biden e il Partito Democratico hanno affidato a grandi studi specializzati nel diritto pubblico lo studio dell'andamento delle elezioni e poi la gestione della difesa dai ricorsi dei legali del GOP.

A settembre 2020 presentando alla stampa la propria organizzazione legale, il consulente giuridico di Biden, Robert "Bob" Bauer, laureato ad Harvard, già consigliere legale del Presidente B. Obama, e poi professore alla New York University School of Law, aveva detto: "Nonostante le minacce di Donald Trump e dei suoi alleati repubblicani e la loro costante azione di disinformazione, i funzionari elettorali di tutto il paese stanno lavorando instancabilmente per tenere elezioni libere ed eque, e abbiamo una squadra nazionale straordinaria per garantire che ogni elettore idoneo sia in grado di esercitare il proprio diritto di voto e fare in modo che il loro voto venga conteggiato".

Bauer e il suo braccio destro, Dana Remus, un'altra giurista della Harvard University e della Yale Law School, poi alla Corte  Suprema come assistente del Giudice conservatore Samuel Alito, hanno organizzato la rete di avvocati specializzati nel trattare casi in tribunale (litigators). Fra loro alcuni famosi avvocati come Walter Dellinger, già  Avvocato Generale dello Stato (solicitor general) con B. Clinton, e Donald Verrilli, che ha ricoperto la stessa carica nell'amministrazione Obama.

L'area del diritto di voto, che Biden doveva coprire per evitare che ad alcune minoranze venisse  precluso l'accesso ai seggi, è stata affidata a uno studio privato con sede a Seattle e ramificazioni in tutta la nazione, Perkins Coie, diretto dal giurista democratico Marc Elias,  già consulente nelle campagne di John Kerry nel 2004 e Hillary Clinton nel 2016, laureato della Duke University. In Perkins Coie Elias è stato affiancato da Eric Holder, figlio di emigrati dalle Barbados, uscito dalla Columbia Law School, e poi per 12 anni al Ministero della Giustizia e per tre anni giudice nel Distretto di Columbia, prima di essere nominato Procuratore generale degli Stati Uniti (Attorney General) dal 2009 al 2015 da B. Obama.

Il network che ha sconfitto Giuliani è stato quindi guidato da consulenti già sperimentati in posizioni di vertice all'interno delle passate amministrazioni democratiche, e poi rappresentato di fronte ai giudici da avvocati specializzati e ben preparati, che hanno avuto il tempo di studiare in anticipo le mosse che Trump non aveva nascosto nelle settimane prima del voto. Nei tribunali americani, dove l'interpretazione delle leggi (statutes) è orientata dai precedenti consuetudinari (custom) o giudiziari (decision) è sempre un grande vantaggio poter contare su precedenti decisioni delle corti su situazioni simili a quelle sotto esame.

Sapremo se Joe Biden sarà Presidente solo il 20 Gennaio 2021, ma si può essere certi sin d'ora che con assoluto pragmatismo i suoi legali saranno al lavoro sino all'ultimo giorno per essere pronti a rispondere a qualsiasi attacco di D. Trump, che non molla mai, in particolare quando si trova in posizione apparentemente disperata. Il tycoon ha dimostrato questa particolare predisposizione nella sua vita professionale. Nel 2009 nel caso del rimborso dei crediti della Deutsche Bank alla Trump Organization,  Trump è risorto dalle ceneri anche grazie a condotte giudiziarie spericolate, che però si sono sempre concluse con transazione a lui favorevoli. Se questa volta non ci saranno transazioni e Trump conoscerà una sconfitta giudiziaria definitiva, insieme alla temporanea sconfitta politica, il merito andrà anche al piccolo esercito di consulenti e avvocati che ha difeso e rappresentato le ragioni di J. Biden nei tribunali di mezza America.

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