L'autonomia strategica UE e gli USA di Joe Biden
Il Center for European Reform, il think thank indipendente apertamente orientato al rafforzamento dell'Unione Europea, nel Dicembre 2020 sotto il titolo "L'autonomia strategica dell'Europa e il nuovo patto Transatlantico", proponeva un contributo al dibattito sull'evoluzione delle relazioni fra UE e USA, spronando gli Europei a prendere mano il loro destino.
Lo studio parte dalla constatazione che nel quadriennio del mandato di D. Trump l'Europa ha ripreso a elaborare una capacità di risposta strategica autonoma, non potendo contare su un alleato che è sembrato interessato solo a misurarsi in termini di interessi economici. Il ritorno al potere a Washington di un'amministrazione intenzionata a far funzionare le alleanze, prima fra tutte quella atlantica, non deve fare dimenticare ai leaders europei il ricorrente isolazionismo USA. Così come la necessità per l'Europa di tornare protagonista della propria sicurezza,"sia per lavorare meglio con gli Stati Uniti, sia perché dovrà agire da sola se e quando i suoi interessi non saranno allineati con quelli degli Stati Uniti".
Le azioni per rendere autonoma la difesa dell'UE si sono concentrati principalmente sul rafforzamento della base industriale della difesa europea e sul miglioramento delle sue capacità di risposta militare: 2017, struttura permanente di cooperazione PESCO; 2017 revisione annuale coordinata dell'UE sulla difesa (CARD); 2020 Fondo europeo per la difesa (FES), per finanziare progetti comuni di ricerca e appalti. E' in corso di definizione il Fondo europeo per la pace, progettato per finanziare operazioni congiunte e fare una politica almeno coordinata in materia di fornitura di armi a governi terzi.
La mancanza di una politica estera comune per le nazioni UE resta il nodo da sciogliere, che al momento consente ancora iniziative isolate come quella del presidente francese E. Macron (Iniziativa europea di intervento - EI2). Si registrano in questo periodo nuove pressioni perché durante la Presidenza tedesca della UE questa tendenza venga finalmente rovesciata e si arrivi alla definizione di una strategia unitaria UE in materia di sicurezza e difesa.
L'attenzione per l'autonomia strategica europea, sin qui intesa solo come un ombrello difensivo gestito con il decisivo contributo americano, si è progressivamente affermata a partire dal conflitto nei Balcani alla fine del Novecento. Essere strategicamente autonomi significa controllare interamente la catena della difesa dalle forniture alla capacità operativa autonoma. E prima ancora l'autonomia strategica implica che gli europei condividano una visione complessiva dei loro interessi geopolitici comuni. Cosa ancor più necessaria in un momento in cui fra i capitoli della difesa strategica si devono comprendere anche la questione sanitaria e quella della sicurezza digitale.
L'amministrazione isolazionista di D. Trump ha percepito l'autonomia strategica europea più che altro come una minaccia alla NATO, intesa come una forza militare USA "affittata" per un canone insufficiente all'inquilino europeo. E' probabile che la nuova dottrina Biden sarà radicalmente diversa, anche se non potrà prescindere dalla richiesta di un maggiore impegno economico delle nazioni UE in materia di bilancio della difesa. Ma la vittoria di Biden non basta.
Sarebbe un errore per la UE dimenticare che l'isolazionismo USA è una corrente sotterranea che attraversa tutta la storia americana e può riproporsi con un nuovo ciclo, quindi è opportuno non abbandonare gli sforzi sul versante della difesa comune. È peraltro probabile che il trumpismo in qualche forma possa durare nel tempo, il che significa che gli europei non possono essere sicuri sul futuro della sicurezza europea. Inoltre, sono in corso profondi cambiamenti nella politica estera degli Stati Uniti, che potrebbero essere meno concentrati sull'Europa in futuro. Anche se un altro presidente democratico dovesse seguire Biden, va infine anche considerato che l'isolazionismo della politica estera è diventato parte integrante per settori significativi della sinistra americana. Gli europei devono quindi assumere maggiori responsabilità per la propria sicurezza, sia nel proprio interesse che per rafforzare le relazioni con gli Stati Uniti. Ciò non sarà facile, soprattutto nel contesto del crollo economico indotto dal COVID-19 e dei tagli alla difesa che potrebbero seguire. Tuttavia, gli europei non hanno altra scelta che provare.
Invece di discutere incessantemente, gli europei dovrebbero concentrare i loro sforzi su come migliorare le loro capacità di sicurezza e difesa e poi usarle effettivamente se necessario. Non è all'ordine del giorno la scelta tra il perseguire la loro sicurezza autonomamente entro l'Unione da un lato, o attraverso la NATO e l'alleanza con gli USA, dall'altro. E' urgente, invece, investire nella capacità degli europei di operare insieme per proteggere il loro territorio. Ciò non deve minare le relazioni della NATO o dell'UE con gli Stati Uniti. Al contrario, un'Europa più forte e più fiduciosa sarà in grado di prendersi cura della propria sicurezza e di porre il legame transatlantico su basi più solide.