Chatham House: Germania e USA rivedono la loro politica cinese

Chatham House ha reso nota l'ultima pubblicazione del sua Programma USA-America denominata "Ripensare la politica tedesca verso la Cina". Lo studio, coordinato da Noah Barkin, e svolto con la collaborazione della Konrad-Adenauer-Stiftung, esamina la storia recente dell'evoluzione delle relazioni della Germania con la Cina, i fattori che influenzano il processo decisionale tedesco e ciò che i recenti sviluppi potrebbero significare per il futuro delle relazioni della Germania con la Cina. da un lato e i suoi partner europei e transatlantici dall'altro.

Dopo anni passati a considerare la Cina principalmente come un mercato redditizio, la Germania sta ripensando al suo rapporto con quello che oggi è il suo più grande partner commerciale. Le preoccupazioni per una crescente dipendenza dal mercato cinese, insieme alla tendenza sempre più autoritaria di Pechino in patria e al suo comportamento più assertivo all'estero, sono alcuni dei fattori che guidano questa rivalutazione.

Mentre il cancelliere Angela Merkel ha navigato a vista, evitando scelte troppo nette tra Stati Uniti e Cina, in particolare per le relazioni economiche, le elezioni tedesche di settembre 2021 apriranno un nuovo scenario anche internazionale, cui gli Stati Uniti sono particolarmente interessati. Nonostante la continua importanza del mercato cinese per l'industria tedesca, le preoccupazioni sui rapporti economici accumulate nell'ultimo decennio sono aumentate dopo la pandemia.

In Germania, una coalizione trasversale fra politici, media e società civile ha accentuato le critiche nei confronti della Cina, chiedendo che la Germania riduca la sua dipendenza economica dalla Cina e prenda una linea più dura sulle violazioni dei diritti umani nello Xinjiang e sulla repressione di Pechino a Hong Kong.

All'estero, è probabile che le rinnovate alleanze con gli Stati Uniti, ma anche con i partner europei e asiatici, aumentino la pressione su Berlino per affrontare con più forza le sfide strategiche poste dalla Cina, ancorando le sue scelte al campo atlantico.

La posizione della Germania sarà cruciale nel plasmare la risposta più ampia dell'Europa alla Cina e sarà un fattore importante nel determinare il successo degli sforzi del presidente degli Stati Uniti Joe Biden per forgiare un'agenda transatlantica e una più ampia coalizione di nazioni democratiche, per affrontare la Cina. La forte reazione della Cina, nel marzo 2021, alle sanzioni imposte dall'UE e da altri paesi mostra che la difficoltà degli sforzi europei per definire a proprio favore le relazioni con Pechino .

Lo studio è accompagnato da un'analisi di Kurt Campbell, assistente del presidente degli Stati Uniti Joe Biden e coordinatore per gli affari indo-pacifici, del Consiglio per la sicurezza nazionale, già inviato straordinario di B. Obama in Cina. Per Campbell negli Stati Uniti è in corso il più ampio ripensamento della politica estera dalla fine della Guerra Fredda. E sebbene la politica a Washington rimanga divisa su molte questioni, è emersa una forte area di apparente consenso sulla necessità di perseguire un approccio più efficace sulla Cina. Democratici e Repubblicani, pensano che la fase della battaglia sia ormai superata, anche se il futuro rimane incerto.

La Cina rappresenta una sfida competitiva più impegnativa della stessa guerra fredda, data la dimensione dell'economia cinese, tecnologicamente avanzata e più dinamica di quanto fosse l'economia sovietica. La Cina è anche in grado di usare del suo potere economico per ottenere un'influenza strategica, sebbene il governo cinese sia sempre restio ai compromessi. La Cina è ora il principale partner commerciale per oltre i due terzi dei paesi del mondo, Washington e Pechino hanno ormai forti legami economici, interpersonali e tecnologici. Inoltre la Cina è al centro della supply chain - la catena di approvvigionamento dell'economia globale -ed è il principale partner commerciale della maggior parte degli stati e altamente interdipendente con gli Stati Uniti. C'è anche un crescente consenso sul principio di fondo che dovrebbe informare la politica cinese degli Stati Uniti: l'obbiettivo di Washington dovrebbe essere la stabilità della relazione con la Cina, su basi di reciprocità. Altro obiettivo è garantire che la Cina comprenda che il suo accesso ai principali mercati mondiali dipenderà anche da una maggiore apertura del suo mercato interno agli operatori internazionali.

Il senso complessivo della pubblicazione rafforza il convincimento di quanti sostengono che la risposta alla sfida cinese deve necessariamente essere data dalla comunità internazionale, con il decisivo e trainante contributo degli Stati Uniti.

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