Crisi istituzionale al Campidoglio 2 - Precedenti storici
Voci dall'America

Crisi istituzionale al Campidoglio 2 - Precedenti storici

Nel corso della settimana la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha conosciuto il punto di più grave crisi della sua storia con la rimozione dello speaker Kevin McCarthy, ad opera dei suoi compagni di partito, con un atto politicamente violento quanto inusitato.

Nella storia americana la violenza vera, quella fisica, ha caratterizzato le battaglie parlamentari ben prima dell'assalto al Congresso nel Gennaio 2022. Per restare solo alla Camera dei Rappresentanti, le cronache parlamentari, riportano una rissa nel 1798 fra il deputato federalista Roger Griswold del Connecticut e il suo omologo Democratico-Repubblicano Matthew Lyon del Vermont. Pochi mesi prima i due si erano già scontrati verbalmente, ma in quella occasione lo scontro, divenne fisco, con un bastone da passeggio di Griswold calato più volte sulla testa di Lyon. Malgrado la gravità dei fatti il  Comitato Etico della camera non prese provvedimenti. Il 22 maggio 1856, Preston Brooks, Rappresentante  della Carolina del Sud aggredì sempre con un bastone il collega Charles Sumner del Massachusetts nel corso di uno degli infuocati dibattiti sull'abolizione della schiavitù. Nel XX secolo il bastone da passeggio é diventato fortunatamente un oggetto desueto, e quindi il 4 marzo 1985 il democratico Thomas Downey, Rappresentante per lo stato di New York, fu meno violento con il suo collega Robert Dornan, repubblicano della California. Dopo un dibattito sulla politica del governo USA in Nicaragua a sostegno dei "contras", i due vennero alle mani. Secondo i testimoni Dornan per difendersi prese l'avversario per il colletto della camicia tirandogli la cravatta. Lo speaker Tip O'Neill si limitò a condannare l'incidente, minacciando sanzioni in caso di reiterazione.

Al di là questi rari eccessi, il furore con cui rappresentanti interpretano il loro ruolo si concretizza in vibranti polemiche e scontri verbali, quasi sempre fra membri di partiti opposti. E' invece piuttosto raro che le dinamiche interne ai partiti giungano a rimuovere il Presidente della Camera. Solo due volte, entrambe nel XX secolo, é stata presentata una mozione per rimuovere il Presidente o Speaker della Camera dei Rappresentanti, che viene eletto dalla maggioranza parlamentare, e ne è l'espressione più alta. Nel meccanismo parlamentare americano, ad imitazione di quello britannico, i partiti sono guidati da un leader, di maggioranza o minoranza, che è chiamato a rendere ufficiale nell'aula la linea del partito. Il leader è coadiuvato da un collega che ha il titolo di "whip" (frusta) e che ha il compito di assicurare la compattezza del suo partito in ogni votazione. Anche per questo é anomalo che la maggioranza che elegge lo speaker, proponga poi di rimuoverlo.

Nel 1910 lo speaker Joseph "Joe" Cannon fu promotore di una mozione per riuovere sè stesso. L'inizio del XX secolo aveva visto un'ininterrotta prevalenza del Partito Repubblicano, che conquistò per quindici anni sia la Casa Bianca che il Congresso.  Cannon, un avvocato, entrato in politica perché conquistato dalla personalità di A. Lincoln, fu rappresentante dell'Illinois ininterrottamente dal 1873 al 1923, risultando all'epoca il più longevo parlamentare americano. Eletto speaker dal 1903 durante la Presidenza di T. Roosevelt, che dominava il Partito Repubblicana, fu poi in minor sintonia con il  successore. William Taft. Dopo le elezioni del 1909, Roosevelt e Taft concordarono che Cannon non poteva essere sostituito, ma un gruppo di dodici rappresentanti "ribelli" si rifiutò di votare per lui. Cannon, forte dell'appoggio del partito e del Presidente, definì i ribelli "Giuda", e fece di tutto per escluderli da ogni importante commissione parlamentare. Nel marzo 1910 Cannon, che cumulava all'epoca con quella di speaker la carica di Presidente del Comitato per il Regolamento, venne messo in minoranza su una questione di costituzionalità, sostenuta anche dalla Casa Bianca. Dopo essere stato sconfitto da un voto sull'argomento che vide uniti Repubblicani e Democratici, lo speaker repubblicano assunse l'iniziativa di presentare una mozione per rimuoverlo dalla carica, dichiarando che il suo ufficio era sostanzialmente vacante, e forzando quello che fu praticamente un voto di fiducia. Che vinse. Si era in un anno elettorale e il GOP non voleva uno speaker democratico che avrebbe aumentato il rischio di perdere le elezioni, come infatti avvenne. E Cannon lasciò quindi la carica pochi mesi dopo aver resistito alla mozione.

Nel 2015 la mozione per il licenziamento dello speaker venne presentata contro John Bhoener da Mark Meadows. Barak Obama era al secondo mandato, e il GOP nelle elezioni di mid-term aveva conquistato una maggioranza di 63 seggi, decisamente più ampia di quella attuale che è di soli 9 seggi (222-213). Meadows era stato sostenuto dal Tea Party, quando nel 2010 si era presentato ad un'elezione suppletiva in North Carolina, dove aveva una piccola attività immobiliaree nessun precedente politico. La breve esperienza parlamentare avrebbe poi garantito a Meadows l'etichetta di duro, e poi nel 2018 la nomina a Capo di Gabinetto della Casa Bianca da parte di D. Trump. Al presidente Meadows sarebbe rimasto fedele tanto da finire nell'agosto 2023 incriminato per l'assalto al Campidoglio. Lo speaker J. Bhoener era rappresentante del Ohio dal 1991, e aveva conquistato la fiducia dei suoi colleghi impegnandosi per una riforma del sistema di voto sulla questioni economiche che impedisse gli accordi sottobanco fra maggioranza e opposizione. Ma negli anni successivi la linea di Bhoener venne giudicata troppo morbida dai repubblicani più intransigenti, e la sua apertura alla collaborazione con l'amministrazione Obama un vero tradimento. L'ala estrema del partito scelse Meadows per presentare nel marzo 2015 una mozione per la rimozione dello speaker, che formalmente era motivata dall'aver "cercato di consolidare il proprio potere e di centralizzare il processo decisionale" e di aver utilizzato "il potere dell'ufficio per punire i deputati che votano invece secondo coscienza". In realtà l'obbiettivo evidente era di spostare a destra l'asse del partito. Dopo numerose schermaglie regolamentari, la mozione venne messa ai voti solo nel luglio successivo. Bhoener aveva avuto il tempo di compattare il nucleo moderato del partito, la mozione venne bocciata e la questione rinviata al Comitato per il Regolamento. Poco dopo, nel settembre 2015, Bhoener annunciò le dimissioni e lasciò la politica.

Fra i candidati alla successione di Bhoner c'era proprio Kevin McCarthy allora leader della maggioranza, cui venne infine preferito il Rappresentante del Wisconsin, Paul D. Ryan. Un altro radicale, oggi fuori dalla politica, che dopo avere sostenuto inzialmente Trump, ed avere assunto posizioni estreme, è stato sorpassato da nuovi estremismi, e messo fuori gioco nella corsa a destra del GOP.

I due precenti inducono a ritenere che anche se la mozione per l'allontamento di McCarthy non avesse avuto successo, per il solo fatto di essere stata presentata, sarebbe stata letale per lo speaker della Camera.

https://www.theatlantic.com/politics/archive/2015/07/mark-meadows-tries-to-boot-boehner-from-speakership/451806/
https://www.nytimes.com/2015/09/26/us/john-boehner-to-resign-from-congress.html
https://www.washingtonpost.com/news/post-politics/wp/2015/07/28/rep-mark-meadows-makes-bid-to-oust-boehner-from-speakership/

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