Diario della settimana
Donald Trump continua a tenere banco, e a lui si riferiscono la prima e l’ultima notizia della settimana. Domenica 28 febbraio il discorso di D. Trump al CPAC non ha riservato nessuna sorpresa. All’assemblea dei conservatori, l’ex Presidente ha continuato la sua manovra contro la piccola ala progressista del GOP e contro il ben più robusto centro moderato, che conta di attrarre a suon di soldi e recuperi elettorali nel 2022; la destra del partito è sua e non ha avuto bisogno di nessuno show populista. Sembrano ininfluenti le posizioni di quanti (Cruz) si atteggiano a potenziali candidati presidenziali per il 2024. Il discorso di Trump si è sviluppato su quattro elementi chiave:
1) la contestazione del voto del 2020, e dell’intero sistema elettorale;
2) l’attacco alla Corte Suprema ("codarda"), che pur disegnata da Trump in funzione di una reazione conservatrice, continua a negare validità giuridica alle iniziative dei legali fedeli allo stesso Trump;
3) unità del GOP: a condizione di esserne il capo; attacchi personali a ogni parlamentare contro di lui e tregua con il centro rappresentato da McConnell, con il quale la partita è ancora aperta; nessun terzo partito, e ancora nessuna candidatura dichiarata per il 2024;
4) follow the money: Trump vuole il controllo dei soldi del partito e ha costituito due strutture che riferiscono solo a lui (Save America PAC e DonaldJTrump.com) con i quali intende tenere sotto controllo tutto il partito.
Sabato 6 marzo Trump ha fatto notificare dai suoi avvocati alle tre più grandi entità di raccolta fondi del Partito Repubblicano (RNC, NRCC e NRSC) la diffida a cessare l’utilizzazione del suo nome nella comunicazione politica. Inoltre Trump invita a far cessare ogni somiglianza con le sue comunicazioni nelle e-mail inviate agli elettori repubblicani per la raccolta di fondi. L’OPA ostile di Trump sul GOP è iniziata.
Il 1° marzo l’Iran ha respinto la proposta americana sulla ripresa del Trattato nucleare, lasciando aperta però la possibilità che il negoziato in corso possa comunque arrivare ad una conclusione positiva. Lo stesso giorno, a seguito della pubblicazione del rapporto dell'intelligence USA sull'omicidio di Jamal Khashoggi, l'amministrazione Biden ha emesso nuove sanzioni contro numerosi funzionari sauditi e ha annunciato restrizioni sui visti a funzionari del governo saudita.
Il 3 marzo gli USA hanno annunciato nuove sanzioni alla Russia, che colpiscono 7 funzionari e 14 enti governativi russi, a seguito del caso Navalny, giudicato una violazione di diritti umani, dopo il tentato omicidio del dissidente e il suo arresto al rientro dalla Germania. Sino ad oggi le pressioni della comunità internazionale si sono infrante contro il muro opposto dal Cremlino, che ritiene la detenzione di Navalny una questione di politica interna russa.
L’agenda politica interna di Biden sembra muoversi con difficoltà al Congresso: le conferme senatoriali delle nomine del gabinetto procedono a rilento, e una prima testa è caduta, quella di Neera Tanden, candidata alla direzione dell’ufficio del bilancio, impallinata dal mancato sostegno democratico, oltre che dall’opposizione; la Camera ha approvato la proposta di riforma elettorale “For the people act”(vedi il post odierno "Controversie sulla riforma del sistema elettorale USA"), che però potrebbe arenarsi al Senato, oltre ad essere contestata sia da destra che da sinistra; l’esame del progetto di legge economica approvato dalla Camera non è ancora iniziato al Senato, malgrado l’urgenza assoluta: oltre all’indecisione della maggioranza sulla strategia da seguire per il salario minimo, che al momento non ha i voti per essere approvato, l’opposizione ha chiesto la lettura integrale in aula delle quasi mille pagine, ciò che ha preso due giorni . Oltre a questi inciampi di carattere politico e tecnico, il Campidoglio è rimasto parzialmente chiuso il 4 marzo per il timore di attacchi degli estremisti del gruppo QAnon, che avrebbero potuto creare incidenti nella data originariamente prevista dalla Costituzione per il passaggio di poteri presidenziali.
Il 4 marzo il Presidente Biden ha avuto un colloquio telefonico con la Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen. Secondo quanto comunicato dalla Casa Bianca “Biden ha confermato il suo sostegno all'Unione europea e il suo impegno per rivitalizzare il partenariato USA-UE. Prendendo atto dei nostri valori condivisi e del più grande rapporto commerciale e di investimento del mondo, i leader hanno convenuto di sospendere per quattro mesi le tariffe relative alle controversie sugli aeromobili e di lavorare per risolvere queste controversie di lunga data in seno all'Organizzazione Mondiale del Commercio. Hanno discusso l'importanza di una stretta cooperazione USA-UE per contenere la pandemia COVID-19 e migliorare la sicurezza sanitaria globale, perseguire una ripresa economica globale sostenibile, affrontare la crisi climatica e rafforzare la democrazia. I due leader hanno inoltre convenuto di coordinarsi su questioni di interesse comune, tra cui Cina, Russia, Bielorussia, Ucraina e Balcani occidentali”.
Materiali
https://www.whitehouse.gov/briefing-room/statements-releases/2021/03/05/readout-of-president-joseph-r-biden-jr-call-with-european-commission-president-ursula-von-der-leyen/