La bozza di sentenza sull'aborto e la democrazia americana

Il mondo politico americano è agitato dallo scoop del giornale web Politico, che ha pubblicato una bozza segreta della decisione della Corse Suprema sulla causa "Thomas Dobbs, State of Mississippi vs. Jackson Women's Health Organization", che se confermata porrebbe fine alla stagione del libero aborto negli Stati Uniti, contribuendo ad aumentare divisioni e diseguaglianze nella società americana.

La fuga di notizie è senza precedenti nella storia della Corte, fa scandalo e ha provocato un'indagine per capire come i giornalisti siano venuti in possesso del documento. Di certo l'origine della falla è all'interno del felpato mondo della suprema assise giudiziaria USA, ma sono i motivi dell'indiscrezione a dividere maggiormente. Secondo la teoria prevalente chi ha diffuso la bozza starebbe cercando di influenzare l'emissione della sentenza, e quindi il processo deliberativo della Corte. Gli osservatori si dividono però sull'obbiettivo perseguito: per alcuni l'indiscrezione sarebbe volta a provocare un movimento di protesta tale da convincere qualche giudice conservatore a cambiare voto, per non rischiare una battaglia nelle piazze. Per altri, l'autore della violazione del tradizionale segreto giudiziario ha nel mirino il Chief Justice, J. Roberts, annoverato fra i moderati, per impedire la ricerca di un compromesso che salvi lo status quo sull'aborto stabilito dalla precedente sentenza Roe vs Wade, senza però rinunciare ad una formulazione più restrittiva.

Bandiera della destra conservatrice e bersaglio della violenza di gruppi fondamentalisti, la libertà di decisione delle donne sull'aborto rischia di diventare lo spartiacque fra l'epoca della prevalenza dei diritti, e una nuova epoca reazionaria, in cui alla Corte Suprema spetterebbe il ruolo di fare una selezione politica delle libertà costituzionalmente accettabili in America.
Nella divisione sempre più radicale che attraversa la società americana, almeno venti stati guidati da maggioranze politiche repubblicane, si apprestano a ripristinare l'orrendo corredo di normative repressive destinate a colpire le donne che si rendessero colpevoli di un'interruzione di gravidanza, insieme ai medici che ne fossero protagonisti ed a chiunque se ne rendesse "complice" anche solo indiretto. Preservando invece il libero arbitrio di una minoranza che grazie alle disponibilità economiche potrà agevolmente ricorrere ai sotterfugi che questo tipo di legislazione reazionaria storicamente permette. Il nuovo regime creato dall'approvazione di questa sentenza, lascerebbe liberi gli stati di permettere l'aborto non terapeutico, e quindi milioni di donne che non possono permettersi un biglietto aereo, o che semplicemente non possono prendersi giorni di ferie, discriminate. La storia mostra che anche quando il diritto all'aborto viene limitato, le donne non smettono di abortire; trovano modi alternativi, spesso rischiando incidenti operatori e causando morti inutili. La mappa degli stati "rossi" anti abortisti lascia presagire proprio questo inquietante scenario.

Benché l'argomento dell'aborto meriterebbe di essere riservato alla riflessione privata e pubblica in chiave morale e sociale, la destra conservatrice utilizza l'argomento come pretesto per imporre un rovesciamento politico e comportamentale del corso della storia e dell'evoluzione della comunità americana. La libertà delle donne di decidere sull'interruzione di gravidanza è stata un elemento fondante di un modo di vivere svincolato dalle convenzioni imposte, insieme alla libertà dei costumi in materia di rapporti sessuali, ed è stato premessa della diffusa discrezionalità riguardo alle scelte di vita personale. Rendere nuovamente un crimine l'aborto significa, in prospettiva, poter porre limiti arbitrari ad altri diritti, come la libertà sessuale, la contraccezione, l'autodeterminazione delle donne, l'autonomia dallo stato nelle scelte di vita, a meno di non essere ricchi, bianchi e repubblicani. Questo punto di arrivo di una campagna culturale e politica retriva che dura da tre decenni, con formule diverse dal Tea Party al trumpismo, sembra essere anche il punto di partenza per un attacco frontale alle aperture che hanno caratterizzato la società americana negli ultimi decenni: le parità razziali e di genere, l'allentamento del moralismo.

Presso molti americani la Corte Suprema è ormai un'appendice del Parlamento, asservita a maggioranze politiche irreversibili a causa della durata vitalizia dei membri della Corte. Sembra venuta meno la funzione di potere separato dello stato, come delineata dall'art III della costituzione e dal Judiciary Act del 1789. La giurisdizione della Corte fissata dalla Costituzione come tribunale di ultima istanza venne ampliata e rinfozata dalla sentenza nel caso Madison vs Marbury (1803), con cui la Corte stessa stabilì il proprio potere di annullare ogni atto legislativo, federale o statale, da essa giudicato contrario alla Costituzione. Per oltre due secoli questa funzione è stata esercitata con indipendenza dalla politica ed equilibrio nell'interpretazione della legge, indipendenza ed equilibrio che molti giudicano assenti in questo caso. Il giudice Samuel Alito, nominato da G. Bush jr nel 2006, vicino e partecipe di alcuni dei più influenti circoli conservatori (Heritage Foundation - Federalist Society), ha redatto l'opinione della maggioranza formata in seno alla corte negli anni da presidenti repubblicani, sostenendo che "La Costituzione non fa alcun riferimento all'aborto e nessun diritto del genere è implicitamente protetto da alcuna disposizione costituzionale". Anticipata dalla vicepresidente Kamala Harris (“Come osano? Come osano dire a una donna cosa può fare e cosa non può fare con il proprio corpo?") i settori liberal e quelli indipendenti del mondo giuridico americano sono insorti, definendo il ragionamento capzioso, perché negare merito a diritti non prevedibili dalla Costituzione, o non “profondamente radicati nella storia e nella tradizione" come ha scritto il giudice Alito, significa in sostanza negare tutela costituzionale a chiunque non sia in passato stato protetto dalla legge. Nel caso dell'aborto, la voce delle donne non è stata ascoltata da giudici e legislatori, al punto che nessuna donna ha partecipato ai lavori costituenti, e per oltre metà della storia americana le donne non ha avuto nessun ruolo pubblico, ma questo non le rende estranee alla comunità americana. Come ha rilevato la storica Jill Lepore "se le donne mancano dalla Costituzione, questo é un problema cui porre rimedio, non un precedente da onorare". La contraddizione è evidente, ma non preoccupa i giudici di ultimo appello che formano la maggioranza radicale della corte, orientati ad imporre una visione politica conservatrice alla totalità della nazione.

Se a fine giugno nella sentenza finale verrà confermata la bozza attuale, ci si può aspettare la prevalenza di quella parte di America, conservatrice e naturalmente vicina alla destra repubblicana, che con contraddittoria ma lineare intolleranza, come diceva A. M. Schlesinger jr, pretende libertà individuale assoluta, e che lo stato stia fuori dagli affari dei cittadini, ma che al tempo stesso debba poter controllare la camera da letto di ognuno. L'ala più liberal del Partito Democratico già si interroga su come spingere il Presidente Biden ad abbandonare l'intenzione di riunire la nazione divisa con i metodi propri della vecchia politica come gli accordi parlamentari bipartisan, e mettendo invece mano alle criticità del sistema costituzionale: regole di funzionamento del Senato che consentono di imporre la volontà della minoranza (filibustering), sistema di elezione del Presidente basato su collegi elettorali che portano alla Casa Bianca candidati sfavoriti nel voto popolare, ruolo esorbitante dei giudici della Corte suprema eletti a vita. Come ha scritto Fareed Zakaria: "il punto fondamentale della democrazia è che la libertà continui dopo che si è formata una maggioranza".

https://www.politico.com/news/2022/05/02/supreme-court-abortion-draft-opinion-00029473?
https://s3.documentcloud.org/documents/21835435/scotus-initial-draft.pdf
https://www.nytimes.com/2020/11/13/us/samuel-alito-religious-liberty-free-speech.html
https://www.guttmacher.org/state-policy/explore/overview-abortion-laws
https://www.newyorker.com/news/daily-comment/why-there-are-no-women-in-the-constitution