I temi della presidenziale USA: sanità pubblica vs sanità privata

La società americana invecchia progressivamente, come del resto avviene in tutto l'occidente,  e dalla pandemia in avanti si è anche scoperta esposta a rischi sanitari complessi. Al punto che i timori che tengono in apprensione la quasi totalità della popolazione rendono  l'argomento "salute" argomento da trattare con precauzione da parte dei candidati all'alezione presidenziale americana.

I bilanci federali, già indeboliti dalla pressione del debito pubblico e delle spese militari, sono da anni in difficoiltà nel finanziare adeguatamente il bisogno crescente di servizi sanitari e gli investimenticessari per sostenere la ricerca scientifica. Secondo gli ultimi dati disponibili solo il 25% dei fondi per la ricerca e sviluppo sanitario vengono dal governo federale. Per questo i candidati sono attenti a non assumere impegni troppo onerosi.

Gli onnipresenti sondaggisti segnalano che oltre il 70% degli ultra sessantenni di ogni tendenza politica milita per la difesa del sistema pubblico imperniato sulla copertura Medicare (Affordable Care Act di B. Obama), per l'incremento del finanziamento federale alle forme pubbliche di assitenza, e per una maggiore accessibilità ai programmi più ricchi in termini di servizi (Medicare Advantage).

Promesse e programmi fatti durante la campagna elettorale hanno un valore del tutto relativo, tuttavia è significativo che proprio all'erosione del sistema pubblico mirano le proposte di Donald Tump, che intende di "deregolamentare il mercato assicurativo della sanità, in modo che le persone possano effettivamente scegliere un piano che abbia senso per loro".

In pratica l'intenzione sussurrata da Trump include la cancellazione di una parte significativa dell'Affordable Care Act, in particolare con il ripristino della facoltà per le compagnie assicurative di negare la copertura in base a condizioni preesistenti. Prima della riforma Obama, a causa di questa limitazione, per la grande maggioranza degli americani era impossibile ottenere una copertura sanitaria se non tramite i piani assicurativi pubblici Medicare e Medicaid o tramite coperture aziendali. Al di fuori di questi casi le compagnie assicurative erano libere di selezionare i rischi senza alcuna regola. Nel sistema attualmente in vigore gliassicuratori privati devono comunque sottoscrivere rischi per persone anziane e fragili, sia pure a prezzi più elevati della media (il premio più alto può sino a non più di tre volte del premio migliore).  Nel corso del dibattito televisio con Kamala Harris, Trump ha vagamente detto di avere "un piano" per sostituire il sistema Obama, ma già nel 2016 aveva espresso un simile progetto, senza poi poterlo realizzare durante il suo quadriennio alla Casa Bianca.

Quello che è possibile dire in proposito è che la proposta delineata da Trump e Vance intende separare i rischi delle persone più anziane e con condizioni pre esistenti, che hanno maggiori probabilità di aver bisogno di cure mediche, riducendo i costi per gli americani più giovani.  Inoltre Trump vorrebbe almeno raddoppiare il moltiplicatore auutorizzato per le compagnie per l'aumento del premio ai soggetti anziani o a rischio. A parte la negazione del principio statistico della mutualità assicurativa, si potrebbe innescare un vero e proprio conflitto generazionale. Ma secondo Trump e Vance, il fabbisogno finanziario per sostenere il sistema di cura universale comporta una spesa pubblica troppo elevata.

Anche Kamala Harris non è andata molto oltre la linea della continuità con la politica sanitaria di Joe Biden. Secondo le dichiarazioni recenti di Harris, il governo federale oltre a garantire il finanziamento dei piani assicurativi pubblici deve continuare a condurre due negoziati permanenti, il primo  con le compagnie assicurative e i produttori di farmaci sui prezzi di farmaci e servizi. Il secondo con gli stati per ridurre costantemente il debito complessivo dei cittadini per le partecipazione ai costi delle cure sanitarie (il limite attuale della sommatoria annua dei tiket è di 9,450 dollari per persona e 18,900 per famiglia, che è già previsto salga nel 2025 rispettivamente a 9,200 e 18,400 dollari).

Nel 2019, l'allora candidata alla nomination democratica Harris, prima di ritirarsi per diventare vice di Biden, aveva espresso una posizione molto più avanzata e radicale. La proposta innovativa era di incentivare l'adesione a un programma Medicare rinnovato, che avrebbe dovuto includere l'opzione fra una copertura pubblica e una privata. Perno di questa ipotesi era la facoltà di iscriversi a Medicare senza limiti di età, aperta a tutti i cittadini e a tutte le aziende. Secondo le proiezioni dell'epoca, queso accorgimento avrebbe generato un aumento del gettito  tale da dare al governo federale una capacità negoziale infinitamente superiore a quella attuale. Inoltre  una conseguenza indiretta sarebbe stata la pressione sugli assicuratori privati perché rivedessero molte delle loro politiche selettive, pur di non perdere troppi clienti. Non intaccando però la possibilità per chi se lo può permettere, la possibilità di pagarsi una copertura privata completa.

La complessità del sistema e la necessità di non rischiare emorragie di consensi anche minime, giustificano la prudenza dei candidati. Ma anche in questo caso è probabile che l'argomento possa essere il motore della scelta per molti elettori, il prossimo 5 novembre.

https://www.researchamerica.org/wp-content/uploads/2022/09/ResearchAmerica-Investment-Report.Final_.January-2022-1.pdf

https://bettermedicarealliance.org/blog-posts/bipartisan-survey-aug24/?

https://newrepublic.com/post/186047/jd-vance-detail-preexisting-conditions-trump-health-care-plan?

https://www.nytimes.com/2024/08/14/opinion/kamala-harris-health-care.html

https://www.healthcare.gov/glossary/out-of-pocket-maximum-limit/