Il piano economico di Biden: reazioni contrastanti in Europa
Voci dall'Europa

Il piano economico di Biden: reazioni contrastanti in Europa

In Europa commenti di diverso segno sulla manovra economica di cui Joe Biden ha ottenuto l'approvazione dal Congresso degli Stati Uniti, pur con qualche rinuncia come nel caso dell'aumento del salario minimo orario a 15 dollari, cavallo di battaglia della sinistra liberal, che è stato rinviato a tempi migliori.

In un editoriale del 6 marzo 2021, Le Monde definisce il piano  "mal calibrato.....perché la sua portata e la sua tempistica comportano rischi di surriscaldamento per l'economia". Rifacendosi al parere di  Larry Summers, segretario al Tesoro di Bill Clinton e consigliere economico di Barack Obama, Le Monde evivenzia la sproporzione fra l'entità del piano (1.900 miliardi $) rispetto ai danni subiti dall'economia statunitense nel 12 mesi di pandemia: il costo delle misure adottate arriva al 13% del PIL USA, che è sceso del 3,5% nel 2020. Inoltre il ritorno alla crescita si preannuncia più rapido di quanto temuto negli scenari più foschi.

Anche sui destinatari degli aiuti "Le Monde" è critico: "se è lecito intervenire in aiuto dei disoccupati e dei precari, che sono stati duramente colpiti dagli effetti della pandemia, lo sforzo rivolto alle classi medie appare meno giustificato. Molte famiglie americane, per effetto dei ripetuti anche se limitati "lockdown" si ritrovano con risparmi consistenti, cui si aggiungeranno gli aiuti statali, incentivando artificialmente i consumi".

Così concepito, conclude "Le Monde" "questo piano, nell'attuale contesto di espansione monetaria e fiscale, corre principalmente il rischio di portare ad un ritorno dell'inflazione.: "..l'aumento dei prezzi sembra essere sotto controllo a breve termine, ma le aspettative del mercato obbligazionario non devono essere prese alla leggera. L'annuncio di venerdì 12 marzi di buoni dati sull'occupazione è stato immediatamente accolto da un forte aumento dei tassi di interesse. Un assaggio delle pressioni che saranno ora sempre più forti affinché la Federal Reserve inasprisca la sua politica monetaria. Se, per contagio, i tassi iniziassero a salire in Europa, indebolirebbero una ripresa già più lenta che negli Stati Uniti."

Di segno opposto, sulla testata online "Formiche.net" del 10 marzo, un intervento da parte di Pasquale Lucio Scandizzo, economista della Fondazione Economia dell'Università Tor Vergata, per cui  "il piano americano può essere davvero il viatico per uscire dalla notte della pandemia....L’aumento della domanda globale che gli Stati Uniti possono suscitare è di gran lunga quella con un moltiplicatore potenziale maggiore, anche perché il dollaro è ancora la valuta internazionale dominante e la sua forza va esercitata nei modi più opportuni proprio nei momenti di crisi....L'intervento del governo americano .....contribuirà a finanziare una ripresa vigorosa, a ridurre l’incertezza e a migliorare le condizioni di affidabilità dei mercati internazionali.".

Secondo l'economista i rischi di iperinflazione sono minimi, in quanto "la liquidità internazionale è già copiosa, ma serve una iniezione di fiducia nei mercati e nella economia in generale....per affrontare con uno sforzo straordinario di cooperazione internazionale e anche con una riforma degli organismi multilaterali, tra cui il Fmi e il Wto il problema della sostenibilità globale del debito pubblico".

L'ex Ministro Giovanni Tria, sulla stessa testata il 12 marzo, manifesta qualche timore in più. Premesso che per Tria la UE può contare su un effetto positivo per la sospensione dei dazi transatlantici, che "... nel breve periodo sarà un vantaggio per l’Europa che avrà la la possibilità di avvalersi della ripresa della domanda interna negli Stati Uniti ". Nel lungo periodo secondo il prof Tria, gli USA "...devono affrontare il problemi del loro disavanzo commerciale con il resto del mondo...mentre ....lo squilibrio interno americano tra risparmio e investimento si riflette inevitabilmente in uno squilibrio esterno. Ed è difficile che, visto in questa luce, si prospettino grandi miglioramenti nel prossimo futuro a fronte del colossale programma di stimoli fiscali appena varato dall’amministrazione americana."

Il ritorno degli Stati Uniti al multilateralismo e i conseguenti progressi attesi nella ridefinizione della "governance" globale economica, potrebbero secondo Tria "preservare i vantaggi della globalizzazione .... e creare un clima in cui le controversie con la Cina e altri Paesi emergenti possono essere affrontati con benefici globali".

https://www.lemonde.fr/idees/article/2021/03/06/etats-unis-un-plan-de-soutien-economique-mal-calibre_6072194_3232.html

https://formiche.net/2021/03/scandizzo-biden-usa-europa-recovery-fund-bce-fed-lagarde-tor-vergata/

https://formiche.net/2021/03/ue-asia-biden-giovanni-tria/

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