Trump 2 - La nuova cultura, un futuro che non somigli al passato
Il ritorno di Donal Trump è stato generalmente interpretato con gli schemi del recente passato: il blocco conservatore si è ripreso il centro della scena convincendo una maggioranza di americani dei pericoli insiti nel progresso vagheggiato da Kamala Harris.
Un altro schema interpretativo é stato proposto da un giovane scrittore newyorkese, Matthew Gasda. Laureato in filosofia alla Syracuse University, quindi non esattamente l'identikit del seguace medio del movimento MAGA, scrive di letteratura (Virginia Woolf, James Joyce, Wallace Stevens, Anne Carson), quindi non esattamente le letture di cui è accreditato il rieletto Presidente.
Per Gasda la vittoria di Donald Trump rappresenta un "cambiamento di atmosfera", che va oltre le questioni sostanziali in gioco nelle elezioni del 5 novembre scorso. Nel senso che é finita l'era politica e ideale dei Clinton e di Obama, in cui la dichiarata tensione ideale e morale alla giustizia sociale, finiva solo per beneficiare una ristretta elite progressista. Di fianco, o meglio sotto, alla classe eletta di progressisti, starebbe prima una burocrazia di intermediari dipendenti e un popolo senza vero ruolo politico al fondo. Quello che il giovane autore definisce un "ordine puritano", avrebbe fatto di Trump un mostro, con la stampa ad alimentare la disinformazione. Quel paradigma elitario avrebbe prodotto per reazione la vittoria finale di Trump, perché una maggioranza di americani non accetta più il "panopticon progressista", il pensiero dominante delle classi elevate. Il primo segnale si sarebbe avuto con il diffuso negazionismo e il rifiuto della scienza ufficiale che ha coinciso con la pandemia
Secondo Gasda il decisivo momento di rottura è stato quello della "spazzatura": mentre l'uso del termine il 29 ottobre 2024 al Madison Square Garden nel corso del comizio di Trump da parte della star di Netflix Tony Hinchcliffe avrebbe generato inclusione verso le minoranze, la replica di Joe Biden avrebb mostrato il disprezzo della classe dirigente per la gente comune. Che preferisce ormai al modello dei secchioni Hilary R. Clinton e Barak Obama, il modello Elon Musk, che rappresenta la frontiera dello spazio, della tecnologia della vera avanguardia.
In sostanza la maggioranza degli americani sarebbe stanca di vedere le cose con il vecchio filtro della seriosità, e richiede un futuro che non assomigli al passato. Donald Trump sarebbe in questo contesto la replica di ciò che fu Andrew Jackson negli anni '20 dell'Ottocento: sconfitto nel 1824 dall'elite dei figli dei fondatori, nel 1828 venne eletto realizzando la transizione verso la vera repubblica più democratica. Jackson, come Trump, era uomo ricco di contraddizioni e dal passatro oscuro, ma aveva il carisma per far ripartire la rivoluzione americana contro l'élite, alla continua ricerca della frontiera. Si tratterebbe di un modello né conservatore né liberale, fatto affrontare pragmaticamente i momenti di incertezza favorendo gli impulsi espansionisti della società americana.
Il ragionamento è ricco di salti logici e pregiudiziali indimostrate, ma ha un merito. Non si capisce bene perché definire spazzatura i portoricani sarebbe inclusivo, mentre sarebbe elitario rispondere come ha fatto Biden, definendo spazzatura chi parla di spazzatura. Non convince del tutto la definizione dell'epoca Clinton/Obama come affermazione di una elite sia pure progressista. Non spiega perché nel 2020 una analoga maggioranza di americani abbia votato contro Trump e per Joe Biden. Più di tutto Gasda ignora il sostegno dato a Trump dalle elites economiche più spregiudicate e impudenti, i cui uomini rivestono le principali cariche dell'amministrazione Trump. Ma il pregio della posizione di Gasda sta nella riflessione che apre sulla relazione fra il futuro e il passato della società americana, con la riproposizione del criterio della frontiera americana, di cui qualcuno ha già una visione precisa, che a noi comuni cittadini è per il momento preclusa.
Ammesso che nella Casa Bianca di Trump ci sia questa visione, per essere realizzata si dovranno superare tre ostacoli ineludibili, malgrado il supporto di negazionisti, iper conservatori e nuovi populisti: il ruolo di guida mondiale degli USA, il peso del debito pubblico e la crisi climatica.
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