La scalata di Elon Musk a Twitter e il futuro del mercato digitale

Come emerge dai documenti depositati presso la SEC il 13 aprile 2022 Elon Musk, visionario e multiforme fondatore di Tesla e SpaceX, ha lanciato la scalata a Twitter, depositando formalmente una proposta non vincolante che prevede l’acquisizione di tutte le azioni in circolazione di Twitter (eccetto quelle già da lui possedute) ad un prezzo di $ 54,20 per azione. In termini economici il prezzo offerto rappresenta un premio del 54% rispetto al prezzo di chiusura del 28 gennaio 2022, ultimo giorno di negoziazione prima che Musk iniziasse a rastrellare azioni Twitter, e un premio del 38% rispetto al prezzo di chiusura del 1° aprile 2022, ultimo giorno di borsa aperta precedente alla comunicazione pubblica della proposta.

La proposta è subordinata al realizzarsi di una serie di condizioni, principalmente:

- Il ricevimento delle approvazioni governative necessarie;

- la necessaria due diligence legale, commerciale, regolamentare, contabile e fiscale;

- la negoziazione di accordi definitivi con l’attuale consiglio di amministrazione;

- il completamento del finanziamento previsto per l’acquisizione.

La prima di queste condizioni apre il vaso di Pandora delle conseguenze sul mercato digitale di questa possibile acquisizione: benché non sia evidente la connessione fra il primato di Tesla nell'auto elettrica e digitale e la piattaforma social creata da Jack P. Dorsey, la stampa USA ha descritto l’operazione come analoga all’acquisto del Washington Post da parte di Jeff Bezos di Amazon. Twitter fra le piattaforme digitali, per la sua natura di “agorà” virtuale, è la meno esposta ai problemi di protezione dei dati ed al rischio di un eccesso di concentrazione di potere informativo. Tuttavia è diventata negli ultimi dieci anni un veicolo formidabile per la propaganda politica, il cui utilizzo è risultato decisivo nelle scadenze elettorali americane. Qui non si tratta, come per Amazon/Washington Post, di uno dei più gloriosi pilastri del Quarto Potere, che ha fatto dimettere un Presidente americano, ma di una delle principali fonti della distribuzione planetaria delle informazioni. I multimiliardari del pianeta sono nelle condizioni finanziarie di comprare in contanti potenzialmente qualsiasi società, e trattandosi di società attive nel settore dell’informazione, sono di conseguenza in grado di estendere ulteriormente il loro controllo globale dell’informazione pura. Quindi si va indirettamente ma realmente ad incrementare il tasso di concentrazione della proprietà e del controllo del settore digitale. Che significa ormai il controllo delle nostre vite.

Il regolatore non potrà non intervenire nella scalata, a pena di vedere provata forse definitivamente la sua impotenza davanti al mondo hitech, come già accaduto in occasione della censura delle piattaforme contro l’ex presidente Trump, nell’impossibilità del sistema politico e giudiziario di sanzionarlo dopo l’attacco al Congresso e alla democrazia del 6 gennaio 2021.

Ad oggi né a livello politico né a livello di amministrazione federale si sono registrate prese di posizione, anche perché gli analisti stanno cercando di capire la portata delle conseguenze che possono scaturire dall’unificazione di due colossi digitali, leader dei rispettivi segmenti, in ambiti commerciali separati.

Con l’attenzione dei media e della pubblica opinione unanimemente concentrate sulla guerra, poco si è discusso del recente Ordine esecutivo firmato dal Presidente Biden il 26 marzo 2022, con il quale è stato dato mandato a svariate agenzie federali di studiare l’utilizzo e la regolamentazione nel territorio federale delle valute digitali. L'ordine esecutivo cita criptovalute come bitcoin ed ethereum, che funzionano su tecnologia blockchain e sono ormai di uso comune per molti investitori, ma il presidente Biden ha specificamente incaricato la Federal Reserve di gettare le basi per una potenziale nuova valuta statunitense, il dollaro digitale. L’ipotesi che gli Stati Uniti si convertano ad una valuta digitale proprio mentre il potere del dollaro subisce l’attacco concentrico sotto il profilo economico della Cina, e sotto il profilo militare della Russia, apre uno scenario del tutto nuovo. In cui non solo la potenza sino a ieri egemone va alla rincorsa del suo sfidante orientale, ma ipotizza di cambiare la vita di cittadini e imprese per via legislativa e con l’uso del potere federale. Con implicazioni del tutto imponderabili ad oggi sul sistema sociale ed economico degli Stati Uniti e di tutta l’area che al dollaro fa riferimento. Europa compresa.

In attesa della presa di posizione del regolatore, concorrenza e mercato hanno cominciato a riposizionarsi per poter profittare del cambiamento di scenario possibile in caso di successo della scalata di Musk a Twitter. Le altre grandi piattaforme stanno valutando le possibilità, finanziaria e legale, di lanciare una contro scalata, oppure di correre in soccorso dell’attuale assetto di controllo di Twitter (c. d. cavaliere bianco). Ma anche queste ipotesi, pur producendo effetti giuridici e aziendali diversi dall’avvento di Musk, avrebbero come conseguenza l’aumento della concentrazione del potere nel settore digitale. Il mercato si schiera in favore del suo unico riferimento, il profitto, e quindi scommette sull’uno e l’altro dei possibili scenari con il solo fine di aumentare il profitto marginale degli speculatori.

Musk ha affermato inizialmente di voler influenzare l'azienda nella direzione che ritiene più opportuna. Gli è stato offerto un posto nel consiglio e ha dapprima accettato, sostenendo di poter apportare miglioramenti significativi alla compagnia ed al servizio offerto. Successivamente ha ritirato l’adesione, perché si è reso conto che la sua sfida potrebbe essere intralciata se fosse consigliere, in quanto i membri del consiglio di amministrazione non hanno poteri operativi, ma in compenso non possono twittare post contrari ai dirigenti dell'azienda. E ha anzi affermato di non avere fiducia nella gestione attuale della compagnia, non per motivi economici ma strategici e “morali".

Siamo solo al primo tempo di una vicenda esemplare delle difficoltà di regolazione di un settore in cambiamento continuo anche radicale come quello digitale, e della "liquidità" dei nodi da sciogliere per contrastare il costante aumento della concentrazione del potere da parte di poche grosse aziende. Perché è probabile che se da un lato il libero mercato offre costanti opportunità di cambiamento, con la concorrenza basata sui risultati economici, d'altro canto la concentrazione delle risorse e delle aziende avviene a scapito della concorrenza e del reale interesse dei consumatori.  

PER APPROFONDIRE

https://www.sec.gov/Archives/edgar/data/1418091/000110465922045641/tm2212748d1_sc13da.htm

https://thehill.com/opinion/finance/599768-biden-is-planning-a-new-digital-currency-heres-why-you-should-be-very-worried/