La tentazione monarchica 2: D. Trump contro le università USA
Una delle architravi della potenza americana nel Novecento è stata la connessione fra ricerca universitaria e governo. Si deve rileggere la straordinaria vita di Vannevar Bush, l'architetto dell'economia bellica 1939-1945 e poi della riconversione industriale, per capire come la sinergia fra libere università e istituzioni politiche sia stata determinanti perché gli Stati Uniti raggiungessero la posizione di predominanza tecnologica e scientifica che ancora detengono. Tutto questo è avvenuto sotto la protezione del principio della libertà accademica.
La libertà di insegnamento è, infatti, uno dei cardini delle istituzioni americane, persino prerivoluzionarie. Già nella storia britannica la libertà dei poli universitari era garantita dai Royal Charters sino dal XIV secolo. Anche in precedenza non venne rispettata dall'autorità regia solo in un'occasione: nel 1264 re Enrico III cancellò l'Università di Northampton, perché si era schierata nella Guerra Civile con i baroni ribelli. Gli stati americani ereditarono questa tradizione, e nella redazione del Primo emendamento alla Costituzione venne chiarito che libertà accademica e libertà di parola dovevano godere di eguale difesa . La Corte Suprema ha difeso ripetutamente il principio e il sistema universitario USA è stato costruito in base ad esso. Una prima volta la Corte si pronunciò nel 1816, quando il parlamento del New Hampshire tentò di prendere il controllo del Dartmouth College, un istituto finanziato privatamente. Il parlamento dello stato modificò d'autorità lo statuto del College, affidando il potere di nomina del consiglio universitario al governatore del New Hampshire, William H. Woodward. I consiglieri sfiduciati presentarono un ricorso contro il governatore, arrivando sino alla Corte Suprema, che fu investita di un quesito semplice quanto fondamentale: la Costituzione degli Stati Uniti e più precisamente la cd clausola contrattuale, autorizzava il parlamento del New Hampshire ad interferire nei diritti del Dartmouth College? La Corte guidata dal Chief Justice John Marshall, decise cinque contro uno che la clausola contrattuale (Art. 1, Sezione 10, Clausola 1) fosse applicabile sia agli enti privati che a quelli pubblici, e che pertanto il legislatore non poteva interferire con lo Statuto del College. Successivamente la Corte ebbe a confermare il principio indirettamente in numerosi casi: Sweezy v. New Hampshire (1957), Keyishian v. Board of Regents , (1967); Regents of Univ. of Michigan v. Ewing (1985), e da ultimo, sia pure indirettamente, in Board of Trustees of the Leland Stanford Junior University v. Roche Molecular Systems (2011).
In base a quel precedente, mai più contestato, è sempre stata garantita negli Stati Uniti l'indipendenza delle università private americane, che sono cresciute in numero ed importanza, prendendo a modello i college delle università di Oxford e Cambridge. I primi nove college coloniali erano stati creati prima della Dichiarazione d'Indipendenza del 1776: Harvard nel 1636 (come New College); il College of William & Mary nel 1693; Yale nel 1701 (così rinominato nel 1718); Princeton nel 1746 (già College of New Jersey); Pennsylvania nel 1751 (già College of Philadelphia); Columbia nel 1754 (già King's College); Brown nel 1764 (già Rhode Island College); Rutgers nel 1766 (già Queen's College); e appunto Dartmouth nel 1769. Furono i primi di quella che viene ancora oggi chiamata la Ivy League, che nel corso del XIX secolo crebbe grazie al colossale impulso dei donatori privati, che permisero di sottrarre la libera università al ricatto della politica.
Molti college sono esenti dal pagamento delle imposte federali sul reddito e sulla proprietà, questo attira i donatori che possono dedurre il loro finanziamenti, un fattore importante per i college che possono risparmiare potenzialmente centinaia di milioni di dollari. La minaccia dell'amministrazione Trump é di riservare l'esenzione fiscale a gruppi religiosi, caritatevoli ed educativi, per definizione apolitici, e quindi equiparare ogni altro finanziamento ad attività politiche. L'Università di Harvard sostiene che ciò viola il Primo Emendamento, che le consente di essere libera di sviluppare le proprie politiche senza inappropriate interferenze del governo.
Dando ancora una volta fiato ai complottisti che lo ritengono manovrato da V. Putin per oscuri motivi, il Presidente Trump ha deciso di attaccare frontalmente le istituzioni universitarie, per piegarle al volere governativo su argomenti piuttosto frivoli: la questione LBGT... non sarà il sesso degli angeli ma poco ci manca. Ma come ha scritto Mario Del Pero il 16 aprile, "le università, con le loro gigantesche risorse economiche e la loro forza politica e intellettuale possono trasformarsi in contrappesi al disegno autoritario, sempre più esplicito e violento, di Trump".
Un altro capitolo, e non certo l'ultimo, della resistenza delle istituzioni degli Stati Uniti al revisionismo del movimento conservatore.
G. Pascal Zachary - Vannevar Bush - Dalla bomba atomica alla moderna ricerca scientifica - Ed. EGEA
https://supreme.justia.com/cases/federal/us/17/518/
https://law.justia.com/cases/california/court-of-appeal/3d/172/322.html
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/trump-contro-le-universita-206090