L'ultima volta di Merkel alla Casa Bianca, l'alleanza continua
La visita ad limina dei capi di stato e di governo europei al Presidente americano in carica non ha la funzione, come nel canone della Chiesa cattolica, di rafforzare il controllo sull'operato dei lontani preposti, tuttavia è un rituale che conferma e rinnova la leadership americana nell'alleanza. Si è soliti dare interpretazioni opposte, che rispecchiano i differenti giudizi sul rapporto, subalterno o paritario, fra gli USA e i loro alleati. Nessun leader europeo rinuncia al viaggio a Washington, tanto per motivi di ordine interno, non volendo indebolire la propria posizione mostrando eccesso o mancanza di confidenza con il presidente americano in carica, che per convinzione strategica, nel solco della fedeltà atlantica, sempre fermamente ribadita, ma spesso tiepidamente applicata.
Le visite più ambite dagli statisti europei sono quelle iniziali del quadriennio dell'inquilino alla Casa Bianca, quando una stretta di mano all'ombra del Portico del 1600 di Pennsylvania Avenue può essere rivenduta in patria come un sostegno o un viatico per governi pericolanti . Il 15 luglio 2021 la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha fatto a Joe Biden una visita anomala, che può definirsi di commiato, considerando che la longeva ma affaticata statista europea uscirà dalla scena politica dopo le elezioni di settembre nel suo paese. Il calendario include una colazione di lavoro con la vice presidente K. Harris, un incontro pomeridiano con il Presidente e una cena di gala. Si tratta dell'omaggio reso dal sovrano dell'impero di fatto occidentale al suo vassallo, o del passaggio di testimone di uno dei protagonisti della stabilità europea dell'ultimo ventennio ? Questa l'analisi di Jackson Janes, consigliere anziano del German Marshall Fund, l'organizzazione indipendente strenua sostenitrice dell'alleanza fra Germania e Stati Uniti, fondata da Guido Goldman.
"Angela Merkel incontrerà il quarto presidente americano durante il suo lungo mandato di sedici anni come cancelliere tedesco. Questo sarà l'ultimo vertice della sessantasettene amburghese come leader della Germania, in quanto lascerà il potere dopo le elezioni nazionali tedesche del prossimo settembre. Perché un politico così azzoppato intraprende questo viaggio? Qual è la sua eredità per la relazione tra Stati Uniti e Germania? E quali sono le prospettive per il rapporto con il governo post Merkel a Berlino?
E' ben noto a Washington che Merkel sta per lasciare, e che ormai ha un impatto limitato sulla politica tedesca, come reso chiaro dall'insuccesso recente del tntativo di organizzare un vertice UE con Putin. La visita è stata preparata negli incontri fra A. Blinken e H. Maas, in cui è stata discussa la controversa questione chiave del gasdotto Nord Stream 2. L'amministrazione Biden ha ritirato le sanzioni americane su questo progetto nonostante l'opposizione del Congresso e la riluttanza dello stesso Dipartimento di Stato. Gli Stati Uniti hanno bisogno del sostegno della Germania alle politiche a lungo termine con Russia e Cina e Biden ha messo queste priorità strategiche davanti a quelle tattiche che andavano contro i suoi obiettivi strategici. Merkel ha chiarito che la questione NS2 è ormai alle spalle e ha poco senso opporsi a un treno che ha lasciato la stazione. Ma sa anche che questa decisione arriva con l'aspettativa di azioni reciproche.
La massima priorità di Biden è ripristinare il danno arrecato alle relazioni transatlantiche e in particolare alle relazioni USA-Germania fatte dall'amministrazione Trump. L'ex presidente aveva fatto di tutto per individuare Merkel e la Germania come avversari più che alleati. La visita servirà allo scopo simbolico di "American is Back" evidenziando che la relazione tra Stati Uniti e Germania è "tornata" e l'approccio di Trump così servilmente eseguito dal suo ambasciatore a Berlino, Richard Grenell, è finito.
Questa visita consente anche un bilancio in prospettiva sull'eredità di Merkel nella relazione bilaterale fra i due paesi, il cui quadro è decisamente complesso. Merkel è una leader transazionale che ha dovuto gestire governi di coalizione durante il suo mandato, principalmente con il partito socialdemocratico. Inoltre, è una leader prudente e razionale, plasmata non solo dal sistema politico tedesco, ma anche dalla sua formazione come scienziata nella Germania dell'Est, dal suo genere e dalla sua religione. Non è solo la prima donna Cancelliere, ma il primo leader protestante del suo partito che resta in gran parte cattolico. La sua leadership è stata caratterizzata dalla capacità di reagire alla crisi piuttosto che dalla propensione ad assumere l'iniziativa, e da una forte attenzione geo-economica.
Pur con questi vincoli, Merkel è riuscita a tenere insieme l'Europa attraverso le crisi dell'euro, l'aggressione della Russia in Ucraina e la Brexit. Ha anche gestito i rapporti con Washington attraverso quattro presidenze molto diverse. Merkel ha affrontato quelle esperienze con un'attenzione costante al negoziato, una strategia che ha usato sia a Bruxelles nei rapporti con l'UE, sia con Washington. Mentre molte delle sue controparti spesso si nutrivano di egoismi e narcisismo, Merkel ha mantenuto una compostezza che le è valsa di restare sedici anni in carica mentre altri leader andavano e venivano. Merkel ha guidato la Germania ad essere un leader più sicuro di sé e rispettato sulla scena mondiale. Ma non ha cercato di cambiare radicalmente il consenso in Germania, specialmente sulla politica di difesa.
Questa esperienza mancherà nel nuovo governo di Berlino, indipendentemente dalla composizione della futura coalizione. Una potenziale coalizione tra il leader della CDU, Armin Laschet, con la leader del Partito dei Verdi Annalena Baerbock, porterà due individui che hanno un'esperienza limitata nell'affrontare la complessità della politica di Washington. Questo era vero anche per Angela Merkel quando è entrata in carica nel 2005, quando le relazioni tra Stati Uniti e Germania erano ai minimi storici. Il nuovo Cancelliere sarà però accolto da un Presidente americano e dal suo Segretario di Stato, che hanno affermato quanto sia importante per gli Stati Uniti il rapporto con Berlino.
Le sfide e le scelte che la Germania deve affrontare richiedono un maggiore riconoscimento del “ritorno” del rapporto con gli Stati Uniti, ma anche scommesse sul fatto che la Germania possa esercitare la responsabilità di proteggere l'Europa, che ha permesso alla Germania di diventare il partner USA più importante. Le aspettative di Washington saranno modellate principalmente attorno a una nuova serie di sfide dal clima e dalla salute alla nuova geopolitica emergente dall'ascesa della Cina e dalle minacce di Mosca, sostenendo sia i valori che le istituzioni che compattano le democrazie di fronte alle sfide dalle autocrazie. Non è chiaro se la nuova leadership tedesca sia pronta a collaborare con tali aspettative. Un governo post-Merkel probabilmente non si allontanerà in modo significativo dal corso che la Merkel ha preso poiché era in gran parte in sintonia con il sentimento dell'opinione pubblica tedesca. A. Laschet ha chiarito che continuerà nel passato approccio geoeconomico verso Cina e Russia e ha avvertito che esiste il rischio di una nuova guerra fredda con Pechino. Baerbock e i Verdi spingeranno per una posizione più dura sui diritti umani. Nessuno dei due sembra interessato a ridefinire i parametri di sicurezza che restano un fattore di rischio nella politica tedesca, soprattutto in un anno elettorale.
Nel suo incontro con Biden, il Cancelliere ha principalmente cercato di fornire un quadro di riferimento per spiegare come i leader tedeschi affronteranno questa situazione, mentre Biden a sua volta ha ribadito le sue strategie e aspettative. Ma entrambi sono consapevoli che la relazione tra Stati Uniti e Germania dovrà affrontare un periodo di transizione in cui i due paesi dovranno ridefinire come, quando, dove e perché hanno bisogno l'uno dell'altro. Le risposte discusse di recente ai vertici del G7 e della NATO sono state il preludio a decisioni politiche ancora da prendere. Hanno bisogno l'uno dell'altro ma meno che durante la Guerra Fredda e in modi diversi. Quindi, mentre la relazione è chiaramente più forte di quanto non fosse sotto Trump, la vecchia America non è "tornata" e i tedeschi lo sanno.
Quando Angela Merkel era ancora una figura politica sconosciuta nella Repubblica Democratica Tedesca, nella primavera del 1989, un altro presidente americano ha delineato cosa pensava significhi la relazione tra Stati Uniti e Germania. È stato George Bush sr. a definire quella fra Stati Uniti e Germania una partnership nella leadership. Ha aggiunto: “la leadership ha un compagno costante: la responsabilità”. Oltre tre decenni dopo, la Germania è nella medesima posizione. Mentre Merkel lascia la Cancelleria , il suo successore sarà sotto esame, così come le relazioni tra Stati Uniti e Germania.