Lyndon B. Johnson: tre inaugurazioni, due funerali (4)
La consuetudine dell'inaugurazione ha assunto nella liturgia politica americano, sino a questo anno drammatico, il ruolo della festa nazionale della continuità istituzionale. Il Presidente che inizia un mandato quadriennale festeggia prima di tutto la sua vittoria sugli avversari, ma nello stesso tempo li convoca a festeggiare con lui, per ripartire insieme dopo campagne elettorali che assomigliano a risse politiche ben organizzate. La storia americana è però costellata di una serie di giornate di avvio di mandato avvolte nel dramma, che nulla hanno avuto di festoso. Otto dei quarantacinque Presidenti che si sono succeduti da George Washington a Donald Trump sono morti in carica; di questi quattro sono stati assassinati
PRESIDENTE D. NASCITA ELETTO D. MORTE CAUSA MORTE
W. H. HARRISON 09/02/1773 1841 04/04/1841 Polmonite
Z. TAYLOR 24/11/1784 1849 09/07/1850 Enterite / colera
A. LINCOLN 12/02/1809 1861 15/04/1865 Assassinato
J. GARFIELD 19/11/1831 1881 19/09/1881 Assassinato
W. McKINLEY 29/01/1843 1897 14/09/1901 Assassinato
W. HARDING 02/11/1865 1921 02/08/1923 Infarto
F. D. ROOSEVELT 30/01/1882 1933 12/04/1945 Attacco cardiaco
J. F. KENNEDY 29/05/1917 1961 22/11/1963 Assassinato
Lincoln, Garfield e McKinley, furono assassinati dai colpi di pistola sparati rispettivamente da John Wilkes Booth, un attore di teatro parte di una folle cospirazione anti unionista, Charles J. Guiteau, un avvocato e scrittore che riteneva di avere un credito politico nei confronti del Presidente, e Leon Czolgosz, anarchico di origine polacca ossessionato dalla lotta contro la classe dominante, tutti processati e giustiziati.
L'omicidio John Kennedy ha segnato la generazione dei baby boomers in tutto l'Occidente, lasciando un ricordo incancellabile, anche perché avvenuto all'inizio dell'era dei moderni mezzi di comunicazione. Per la prima volta dell'omicidio del presidente a Dallas abbiamo potuto vedere tutto, dal film amatoriale di Abraham Zapruder, all'omicidio del presunto killer Lee H. Oswald nei sotterranei della centrale di polizia di Dallas. Sino alla possibilità di fare una visita turistica in quello che fu il Texas Book Depository, da cui, secondo la versione ufficiale, vennero sparati i colpi letali. Anche le immagini delle ore successive all'attentato sono impresse nella cineteca della cronaca americana: l'annuncio della morte del Presidente, dato in diretta sugli schermi in bianco e nero della CBS da Walter Cronkite, con il gesto insieme disperato e stanco del vecchio giornalista di togliersi gli occhiali. O ancora le immagini di Jaqueline Kennedy Bouvier a Dallas, con il tailleur rosa macchiato di sangue, e ad Arlington in gramaglie per il funerale del marito.
L'immagine che merita di comparire in questa rassegna delle inaugurazioni è quindi quella di Lyndon B. Johnson che presta giuramento sul Air Force One che doveva riportare a Washington il feretro del Presidente nella notte del 22 Novembre 1963. Fu quella la drammatica inaugurazione del mandato di Johnson che durò un anno e un mese, sino alla rielezione che condusse il politico texano alla seconda inaugurazione.
Courtesy - Library of Congress - New York World-Telegram and the Sun Newspaper Photograph Collection - Stoughton, Cecil, photographer
Dopo la constatazione del decesso del Presidente Kennedy, furono prese concitate decisioni che produssero poi polemiche durate anni. Allora nacquero i sospetti di complotto, smentiti nella ricostruzione dell'omicidio da parte della commissione d'inchiesta guidata dal Presidente della Corte Suprema Earl Warren, e composta da sei membri, fra cui il futuro Presidente Gerald Ford e l'ex Direttore della CIA Allen Dulles. Le prime due decisioni riguardarono direttamente il neo Presidente: Johnson doveva prestare giuramento il prima possibile, per assicurare la continuità dell'esecutivo, e insieme mandare un messaggio di stabilità alla nazione e al mondo. Inoltre il nuovo Presidente doveva rientrare immediatamente a Washington per assumere le redini del governo. Johnson non volle però partire senza il corpo e la vedova del suo predecessore. Così improvvisati cortei privi di alcuna protezione di sicurezza partirono dal Parkland Hospital e raggiunsero l'aeroporto Love Field di Dallas, dove l'aereo presidenziale aveva depositato poche ore prima Kennedy e il suo seguito. A bordo dell'Air Force One fu convocato il giudice federale Sarah T. Hughes, un'alleata di lunga data di Johnson, nominata da Kennedy nel 1961, dopo una complicata controversia politica che vide contrapposti Johnson e il Ministro della Giustizia Robert F. Kennedy. Il giudice Hughes sarebbe entrato nella storia giudiziaria degli Stati Uniti per avere partecipato al collegio giudicante che emise la prima sentenza sul caso Roe vs Wade, che dopo diversi gradi di giudizio approdò alla Corte Suprema (410 U.S. 113 - 1973), e portò alla liberalizzazione dell'aborto negli USA.
Secondo la ricostruzione della commissione Warren, l'aereo presidenziale rimase fermo sulla pista a motori spenti per provvedere alla cerimonia, su consiglio di Robert Kennedy da Washington, per motivi di sicurezza, e di opportunità, per poter correttamente datare quell'atto formale. Invece della folla abituale delle inaugurazioni a Capitol Hill, intorno al giudice Hughes e al neo Presidente si strinsero nella cabina dell'aereo una trentina di persone, inizialmente senza aria condizionata, alcuni con i vestiti ancora macchiati del sangue del Presidente ucciso. Tutti combattuti fra l'emozione per la drammatica morte del loro leader, e la solennità del momento. Secondo alcuni testimoni, il testo con la formula costituzionale del giuramento (Art. II, Sec. 1, par. 8) venne portato proprio dal giudice Hughes, mentre al posto di una Bibbia venne usato un messale che era stato trovato nella stanza del Presidente sull'Air Force One. Sia pure con mezzi di fortuna, il giuramento avvenne così secondo la costituzione e nel rispetto della consuetudine, contribuendo al passaggio immediato di poteri che serviva agli Stati Uniti per superare lo shock della morte violenta del Presidente Kennedy.
Courtesy - Library of Congress - United Press International telephoto
LBJ fu protagonista inconsapevole, e decisamente involontario, di un'altra inaugurazione: nel 1973, il programma delle celebrazioni l'inaugurazione del secondo mandato di Richard Nixon, che sarebbe terminato con lo scandalo Watergate, furono modificate a causa della morte di L. Johnson. Tutti gli eventi in sospeso furono cancellati in modo che potessero iniziare i preparativi per il funerale di stato di Johnson. A causa dei lavori in corso sulla scalinata monumentale del fronte orientale, la bara di Johnson fu deposta sui gradini dell'ala del Senato, e quindi portata nella rotonda del Campidoglio.
Una singolare coincidenza: il presidente che aveva iniziato il suo mandato sostituendo l'inaugurazione con un improvvisato giuramento, terminò la sua esistenza nell'ambito di un'altra inaugurazione presidenziale.