Artico: nuova frontiera per l'America e nuova guerra fredda
Il Segretario di Stato A. Blinken ha guidato la delegazione degli Stati Uniti alla 12a riunione ministeriale del Consiglio Artico dal 19 al 20 maggio, a Reykjavik, in Islanda. Gli Stati Uniti sono affiancati dai sette Stati artici e dai sei partecipanti permanenti a questo incontro biennale. La riunione periodica permette di verificare che la regione rimanga libera da conflitti e rafforzare la cooperazione su questioni anche generali, come la crisi climatica.
La riunione ministeriale segna la conclusione dei due anni di presidenza del dell'Islanda. Nella successiva tappa in Groenlandia Blinken ha ripudiato un'altra eredità imbarazzante della presidenza Trump, negando qualsiasi intento di espansione territoriale degli USA nella regione.
L'attenzione degli Stati uniti per l'Artico è antica e non limitata ad una élite di specialisti, come testimonia l'immensa popolarità del romanzo di Kenneth L. Roberts, "Passaggio a Nord Ovest" che nel 1937 aveva creato il personaggio del maggiore Rogers, e immaginato la sua spedizione alla scoperta della rotta fra Atlantico e Pacifico, nel gelo dell’Artico. La figura di Rogers è diventata leggendaria per generazioni di giovani americani, e la sua avventura è diventata parte integrante dell’epopea americana della frontiera, insieme alla spedizione di Lewis e Clark, anche grazie alla versione cinematografica del libro, nel 1940.
L'Artico evoca immagini di un ambiente aspro: neve, ghiacciai e un oceano gelato che ricopre la cima del mondo. Ma quest'area relativamente pacifica e in gran parte inabitabile sta diventando un punto critico per la cooperazione e la concorrenza internazionali. Il cambiamento climatico, la globalizzazione e il ritorno della rivalità tra grandi potenze hanno trasformato la regione in un nodo geopolitico e Washington se vuole continuare a collaborare con gli alleati deve creare il consenso su nuove regole e sulle procedure per farle rispettare.
Per Artico si intende tutta la terra e l'oceano a nord del Circolo Polare Artico (circa 66,5 ° di latitudine Nord) più le Isole Aleutine, il Mare di Bering e l'Alaska occidentale. Otto nazioni hanno sovranità su pezzi della regione: Canada, Danimarca (attraverso la Groenlandia), Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Svezia e Stati Uniti (attraverso l'Alaska). Questi paesi condividono molti interessi, inclusa la necessità di cooperare nelle missioni di ricerca e soccorso, applicare le norme di sicurezza marittima e preservare il benessere delle comunità artiche indigene. Tuttavia, ci sono divisioni crescenti tra la Russia e il resto delle nazioni artiche, e negli ultimi anni si è aggiunta anche il attivismo della Cina nella regione.
Non esiste un unico organo di governo per l'Artico, ma diverse istituzioni che collaborano pur non esistendo una chiara suddivisione di ruoli e poteri. Il Consiglio artico, Istituito dalla Dichiarazione di Ottawa nel 1996, è la sede per discutere deliberare sulla la governance regionale, insieme alle popolazioni indigene della regione. Il Consiglio è competente per il monitoraggio ambientale, il sostegno alle comunità indigene e la risposta alle emergenze; non si occupa di questioni inerenti la sicurezza . Dopo la presidenza islandese il Consiglio sarà presieduto dalla Russia nel biennio 2021 - 2023. Altre istituzioni, come l'Artico Coast Guard Forum, il North Pacific Coast Guard Forum e varie organizzazioni per i popoli indigeni dell'Artico, riuniscono tutti gli Stati artici ma anche queste non affrontano problemi di sicurezza, che sono gestite dall'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), e dalla Tavola Rotonda delle Forze di sicurezza artiche, organismi dai quali è esclusa la Russia, per motivi storici e per l'isolamento di Mosca derivante dall'annessione della Crimea nel 2014 e dall'invasione dell'Ucraina orientale.
Le questioni di sicurezza coinvolte nella regione riguardano i progressi tecnologici nell'estrazione di risorse naturali tra cui pesce, metalli delle terre rare, petrolio e gas, per le quali c'è una corsa al controllo dell'Artico che potrebbe stimolare futuri conflitti. Inoltre, il cambiamento climatico sta riducendo la banchisa, rendendo più facile l'accesso a queste risorse, ed aumentando la concorrenza fra stati. Anche tra gli alleati permane una micro conflittualità sui diritti territoriali e di navigazione, oltre che sulla presenza di basi militari, che alcune nazioni artiche considerano necessarie per proteggere le proprie risorse e reti logistiche.
Un esempio è l'attività del porto russo di Yamal sulla costa siberiana, uno dei principali poli dell'esportazione di gas naturale liquefatto (GNL). Nel 2017, Yamal LNG ha iniziato a spedire gas attraverso la rotta del Mare del Nord (NSR) e attraverso lo stretto di Bering verso la Cina, determinando l'emergere di un nuovo corridoio energetico internazionale . In parte per difendere l'NSR, c'è stato un rapido aumento degli avamposti militari lungo la costa settentrionale della Russia, supportati dalla potente flotta settentrionale russa, con base vicino a Murmansk. A complicare la situazione sono le pretese russe di controllare la rotta marittima, compreso il fatto che tutte le navi da guerra straniere forniscano un preavviso e ottengano l'approvazione russa prima del transito. Tali misure limitano il libero accesso internazionale a questa arteria marittima e mettono in discussione le regole generali sulla libertà di navigazione definite dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.
Il governo cinese ha adottato una nuova politica artica sino dal gennaio 2018: le ambizioni di Pechino non includono rivendicazioni territoriali, ma di diritti di vicinato, come quello di condurre ricerche scientifiche, partecipare allo sfruttamento delle risorse naturali e svolgere un ruolo attivo nella governance della regione. La Cina vede l'Artico come parte del suo progetto infrastrutturale mondiale, la "Belt and Road Initiative", collegata alla "Polar Silk Road". Gli scienziati cinesi svolgono già un ruolo importante nella stazione di ricerca artica sull'isola norvegese di Spitsbergen, e hanno contribuito a sviluppare la costruzione di nuove navi rompighiaccio. Il ruolo sempre più attivo della Cina nella regione potrebbe aumentare la rivalità delle grandi potenze con gli Stati Uniti e aumentare le tensioni con le altre nazioni artiche.
L'attenzione degli Stati Uniti nell'Artico è diretta in particolare ai problemi l'industria petrolifera, e in generale al controllo delle potenze concorrenti Cina e Russia. Tradizionalmente l'attività di monitoraggio militare è affidato alle forze poste sotto il comando congiunto USA-Canada per la difesa aerospaziale nordamericana (NORAD), che ha l'incarico di proteggere le rotte aeree e marittime verso il Nord America. La rotta polare è la più diretta per i sistemi d'arma russi e per questo anche dopo la fine della guerra fredda il monitoraggio dell'Artico rimane una priorità per il NORAD.
Inoltre, gli Stati Uniti hanno da anni definito una priorità strategica la conservazione della libertà di navigazione nella regione, tanto che la NATO e i suoi alleati hanno effettuato numerose esercitazioni nell'Artico per rendere concreta la cooperazione. Il programma Polar Security Cutter della Guardia Costiera degli Stati Uniti prevede di investire in attrezzature dedicate all'ambiente Artico, come navi rompighiaccio pesanti, destinate a migliorare la capacità operativa artica degli Stati Uniti.
L'Artico è una questione di leadership globale o locale ? Per Andrea Bonelli "Il cambiamento climatico in corso sembra stravolgere quell’immagine classica dell’Artico che ognuno di noi ha: da terra di ricerca scientifica, abbastanza lontana dalle zone calde della geopolitica, ad un nuovo crocevia del commercio globale, in grado di scongelare vecchie tensioni e crearne di nuove". L'amministrazione Biden ha appena cominciato a fare sentire la sua voce, e sembra avere molto da dire.
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