North Dakota: non è un paese per vecchi

Un referendum popolare in North Dakota ha stabilito che in quello stato un ottantenne non può essere eletto alla Camera dei rappresentanti o al Senato degli Stati Uniti. La consultazione popolare è stata promossa da un'associazione non politica (Retire Congress North Dakota) in base alla premessa che la rappresentanza politica è diventata un'occupazione permanente per molti membri del Congresso, che non sono disposti a rinunciare al proprio potere solo perché il loro stato di salute non permette di esercitare in modo appropriato e continuativo le loro funzioni. La votazione tenuta lo scorso 11 giugno ha visto la partecipazione di oltre 110.000 cittadini, che per il 60% hanno approvato la proposta.

L'associazione aveva raccolto 33 milioni dollari per finanziarie l'iniziativa, che dal Nord Dakota, uno stato rurale al confine con il Canada, in cui meno di 800.000 abitanti vive su un'area di 180.000 chilometri quadrati, potrebbe estendersi a livello nazionale. Un test abbastanza probante, perché si tratta di una comunità politicamente conservatrice, senza che questo abbia costituito un blocco politico, visto che dall'adesione alla confederazione nel 1889, lo stato ha mandato a Washington 15 senatori repubblicani e 10 democratici.

In una nazione in cui l’età media per il pensionamento è di 64 anni, sia nel settore pubblico (incluso l'esercito) che nel privato, l’età media di deputati e senatori a Washington (63 anni) è di molto superiore all’età media degli americani (39 anni). Mentre gli oneri corrispondenti - redigere norme di legge,  esaminare le nomine, supervisionare le agenzie governative e gli accordi internazionali - richiedono sempre maggiore vivacità mentale. Sedere al Congresso, secondo i proponenti, è un lavoro sia mentalmente che fisicamente impegnativo. L’età comporta problemi di salute e declino cognitivo, che invariabilmente portano a frequenti assenze per gli eletti anziani, aumentando le difficoltà di gestione delle procedure politiche. Per questo "Retire Congress North Dakota" ha posto agli elettori del Nord Dakota, e potenzialmente alla nazione intera, il quesito se eletti che spesso vengono da carriere politiche pluridecennali, siano davvero in grado di comprendere le questioni del giorno e se rappresentino veramente gli interessi dei loro elettori.

Dal punto di vista generale, la Costituzione pone già limiti minimi di età per l'eleggibilità, al Congresso:  30 anni per il Senato e 25 anni per la Camera dei rappresentanti. La nuova prooposta mira a portare i cittadini a decidere se fissare anche un limite massimo di età.

In termini di pura dialettica, agli argomenti del comitato proponente, si contrappongono evidenti argomenti contrari: in una nazione che coltiva il culto delle libertà individuali appare  singolare qualsiasi limitazione dell'elettorato passivo. E il vecchio adagio secondo cui l'esperienza è un valore in sè si riflette nella stessa architettura costituzionale che affida al Senato, naturalmente più anziano, compiti più importanti e politicamente decisivi rispetto a quelli riservati alla Camera dei Rappresentanti. La politica americana è per sua natura laica, ma ci sarebbe da riflettere sull'esempio della più antica associazione umana, la chiesa cattolica, che  sino dal 1970 ha messo un limite di età per la partecipazione all'elezione del Papa, ma non per l'eleggibilità.

Giuridicamente la questione era stata affrontata dalla Corte Suprema nel 1995 con la sentenza U.S. Term Limits, Inc. contro Thornton:  lo stato dell'Arkansas aveva approvato una legge che limitava a tre i possibili mandati alla Camera dei Rappresentanti e due al Senato.  Le corti locali avevano giudicato incostituzionale questa restrizione e la Corte Suprema aveva confermato il giudizio, sostenendo che gli stati non possono imporre restrizioni più severe di quelle contenute nella Costituzione, e così facendo non rispettano il carattere federale della Nazione. L'attuale Corte Suprema a trazione conservatrice non è nuova al ribaltamento di consolidate interpretazioni, come già successo nel caso recente che ha rivisto la costituzionalità del diritto di aborto. Peraltro nel 1995 ll giudice Clarence Thomas espresse sull'argomento un'opinione dissenziente di stampo "originalista", sostenendo che l'autorità della Costituzione si basa sul consenso del popolo dei singoli stati, e quindi non si può in assoluto impedire l'azione dello Stato in materie non espressamente decise dalla Costituzione stessa. E il giudice Thomas è l'unico superstite di quella corte ancora in carica, avendo solo 75 anni, e non essendo minimamente scalfito dalle polemiche per le vacanze di lusso che gli vengono pagate da influenti uomini d'affari.

Politicamente la questione dell'età degli uomini politici tocca un nervo scoperto, in un anno in cui a correre per la presidenza degli Sati Uniti sono un ultraottantenne già alla Casa Bianca che chiede di essere confermato, e un avversario che se eletto entrerebbe negli ottanta anni durante il mandato. E non solo: i problemi di salute di uomini politici come il capo gruppo repubblicano al Senato M. McConnell sono stati per mesi al centro della lotta politica, mentre il senatore alternava apparizioni drammatiche e penose con lunghe assenze dall'aula. E la stessa Corte Suprema non è esente da queste controversie, visto il crescente movimento di opinione per mettere un termini all'incarico dei giudici costituzionali, attualmente nominati a vita, e che per giunta sono storicamente restii a dimettersi, anche quando colpiti da malattie invalidanti.

Più in generale, si tratta di una nuova contraddizione della società americana, giovane per definizione, e caratterizzata da cambiamenti veritiginosi con la digitalizzazione avanzata, che se da un lato aumenta la portata dei servizi resi alla popolazione che invecchia, dall'altro tende ad escludere in modo grave chi per ragione di erà non si mantiene sufficientemente aggiornato.

https://retirecongressnorthdakota.com/
https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/motu_proprio/documents/hf_p-vi_motu-proprio_19701120_ingravescentem.html
https://supreme.justia.com/cases/federal/us/514/779/