21 Novembre 2020 Matrimonio Trump-Repubblicani in crisi ?
Il rapporto fra Donald Trump e il Partito Repubblicano è sempre sembrato un matrimonio di convenienza: per il tycoon la scalata al potere è stata facilitata dall'apparato del partito/moglie, e il partito si è ritrovato un leader/marito ricco. Adesso però il matrimonio potrebbe entrare in crisi, anche se un divorzio sarebbe troppo costoso, mettendo a rischio i gioielli di famiglia.
Uscendo dalla metafora, oltretutto condotta a rischio sul limite del politically correct, il reciproco interesse fra Trump e il GOP potrebbe essere perduto insieme alle elezioni. Ad oggi, come già scritto in questo blog a proposito delle accuse di frode elettorale, al presidente uscente sembra bastare la minaccia di costituire una nuova formazione politica, per tenere in ostaggio il partito, e costringerlo a condividere la china pericolosa degli attacchi al sistema elettorale. Ma in un mese la situazione potrebbe ribaltarsi, e il Trump sconfitto potrebbe diventare lui ostaggio del partito.
Dentro il quale sono sempre più evidenti i distinguo e le manovre di sganciamento. Alla prima categoria appartiene la dichiarazione di netta condanna del senatore dell'Utah ed ex candidato alla presidenza Mitt Romney
Ma sono più che altro le omissioni, le adesioni condizionate alla lotta per rovesciare il voto (sì, ma "nei limiti della costituzione") che vengono ripetute in pubblico anche a livello di vertice del GOP.
Tre sono le tappe attese per capire come evolverà il matrimonio in casa repubblicana: l'entrata in carica di Biden, le elezioni suppletive in Georgia, la visita di Donald Trump dall'analista (politico) per elaborare il lutto della sconfitta.