Washington: un nuove ceto alla conquista del potere
In un sistema come quello USA, fondato sul bipartitismo ma in cui i partiti sono in crisi e un crescente deficit di rappresentanza colpisce la classe politica, il secondo mandato di Donald Trump vede nella stanza dei bottoni una nuova élite. Nel senso stretto, se per élite si intende "Gruppo di persone che esercita influenza, autorità o potere. Il termine è utilizzato per indicare minoranze particolarmente qualificate o esercitanti una rilevante influenza sociale e politica" (Dizionario Treccani).
Ma, ha scritto Scott Menchin su "Compact" non si tratta come in passato di aspiranti statisti, alla Edmund Burke, "che agiscono in base a principi duraturi e per l'immortalità". Ma di persone focalizzate sul breve termine, attente ai sondaggi di opinione, alla strategia mediatica ed alle scadenze elettorali. Il gruppo di persone che sta intorno a Trump ha in comune una caratteristica principale: il dollaro. Anzi i miliardi di dollari.
Per la cerimonia di investitura, pur declassata a evento indoor senza partecipazione di pubblico, sono stati versati al comitato di Trump 170 milioni di dollari. Il sito The Atlantic ha scritto "La prima inaugurazione di Trump aveva tutti i tratti di un addio al celibato organizzato in fretta e furia, e pagato dalla carta di credito di qualcun altro. ....questa volta, gli organizzatori dell'inaugurazione sono stati più disciplinati e i donatori sono stati ansiosi di premiare la vittoria di Trump." E questo non è che l'inizio.
Infatti, secondo Public Citizen, un'organizzazione senza scopo di lucro per la difesa dei consumatori, sedici dei fra nuovi membri del governo americano non provengono solo dall'uno percento più ricco, ma dal decimillesimo percento più ricco. Molti fra loro hanno contribuito alla campagna elettorare di Donald Trump con somme astronomiche tanto da essere difficilmente tradotte in parole. Perché ?
Perché i grandi finanziatori vogliono che il governo federale faccia cessare ogni regolamentazione nell'attività economica. Poche ore dopo essere entrato in carica Donald Trump ha cancellato le regole stabilite dall'amministrazione Biden per il controllo del mercato dei bitcoin, beneficiando anche sé stesso visto che il giorno prima di entrare in carica aveva lanciato un proprio bitcoin personale. Di passaggio ha attaccato direttamente i capi di Bank of America e Chase Manhattan, accusati per il debanking contro conservatori e i possessori di bitcoin. Grazie a un altro decreto presidenziale, le aziende che si occupano di Intelligenza Artificiale non dovranno adottare nessuna misure di sicurezza e trasparenza nello sviluppo della nuova tecnologia. Ma il libro dei desideri del nuovo ceto politico è lungo: meno limiti ecologici, più trivellazioni petrolifere, nessuna azione antitrust, meno controllo sul settore bancario e finanziario.
I finanziatori di Trump pretendono di contare in proporzione alla loro ricchezza. Del resto la Costituzione americana quando di uguaglianza, dice solo che "tutti gli uomini sono stati creati uguali". Poi, dopo la creazione, ci pensa la politica a fare qualche distinzione.
Sia chiaro, anche con i democratici nel governo USA non mancavano i milionari, sebbene più modesti. L'ex capo dello staff della Casa Bianca, Jeffrey Zeints, aveva nel 2024 dichiarato un patrimonio di 338 milioni di dollari, in quella dichiarazione obbligatoria sulla trasparenza finanziaria che Donald Trump non ha mai compilato. Penny Pritzker, erede della catena alberghiera Hyatt, è stata segretaria al commercio per il presidente Barack Obama e poi rappresentante speciale del Presidente Biden per la ripresa economica dell'Ucraina, disponendo di un patrimonio netto di 4,1 miliardi di dollari (stime di Forbes).
Di diverso, nei miliardari in fila al giuramento di Trump, c'è l'arroganza nel pretendersi portatori del bene assoluto e di considerarsi intoccabili. In America come altrove nel mondo, come ha scritto Anne Appelbaum, si sta diffondendo un "nuovo ceto che usa la politica come scudo per il suo potere economico....e ha un rapporto brutalmente pragmatico con la ricchezza". Azzerare il controllo governativo sulle attività economiche significa andare ben oltre il laissez-faire o il liberismo vecchia maniera.
Quando poi il potere economico coincide con il potere politico, si verifica una deviazione dal principio su cui si basa ogni democrazia: il bilanciamento dei poteri. E un sistema politico sbilanciato corre il rischio di rovinare. In questo momento negli USA a fronte di un governo che intende essere sempre più autoritario c'é un potere legislativo completamente soggiogato, incapace di scelte autonome. Analogamente nel momento in cui sarebbe più necessario il contro-potere giudiziario, l'amministrazione della giustizia, pur con lodevoli eccezioni, è condizionata da appartenenze e ricatti politici, dalla Corte Suprema in giù. Ultimo episodio, la cancellazione delle pene per un episodio di pura violenza criminale come l'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, elevato ormai al rango di "azione politica patriottica".
Così la legge diventa solo uno strumento di politiche di parte, di fronte alla quale per i cittadini non c'è uguaglianza, ma solo sottomissione al detentore del potere, plitico ed economico.
La Costituzione americana contiene gli strumenti per impedire che il sistema democratico venga intaccato dalla deriva invocata dall'élite economica e impersonata da Trump. Il Congresso, ha forti poteri di iniziativa e controllo, che nemmeno il sistema autoritario di Trump può scardinare, vista anche la risicata maggioranza di cui dispone il neo presidente. Sul fronte legislativo, è probabile che dopo averne profittato per vent'anni, il Parito Repubblicano si adeguerà alla linea dura della Casa Bianca, cercando di porre fine alla normativa anti- filibustering, che impone maggioranze qualificate per una serie di materie di ordine costituzionale. Il sistema democratico già si difende. La riforma del 22° amendamento presentata al Congresso dallo zelante trumpiano Andy Ogles del Tennessee per permettere a Trum un terzo mandato, ha possibilità quasi nulle di approdare al risultato che si prefigge, viste le inarrivabili maggioranze qualificate richieste. Alla revoca da parte del neo Presidente della centenaria regola dello "ius soli", dall'ordine presidenziale hanno risposto diciotto stati che in meno di 24 ore hanno usato le prerogative garantite dal sistema federale per impugnare la decisione di Trump. Che è stata subito dopo sospesa da un giudice federale.
Saranno quindi quattro anni in cui negli Stati Uniti un sistema democratico già provato da un eccessiva polarizzazione, sarà sotto attacco interno, e nei quali diventerà cruciale mantenere libera l'informazione, che già oggi è in misura preponderante in mano ai fedelissimi di Trump, con in testa il trio Murdoch-Bezos-Musk, e con Zuckenberg nelle retrovie.
Da questa battaglia emergerà un futuro che comunque al momento non sembra roseo.
https://apnews.com/article/trump-inauguration-
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https://www.statista.com/chart/33781/inauguration-funding/
https://www.fec.gov/ https://san.com/cc/trump-calls-out-bank-of-america-chase-for-debanking-conservatives-are-they/