20 Dicembre 2020 Diario della settimana
Lunedì 14 dicembre i 538 membri dell'Electoral College hanno votato, indicando Joe Biden come presidente eletto degli Stati Uniti. Quella che avrebbe dovuto essere una pura formalità è stata trasformata in uno stress test per la democrazia americana a causa del rifiuto del Presidente uscente di accettare il verdetto delle urne. E insieme nell’ennesima sconfitta della strategia di D. Trump, che ha inutilmente chiesto, ai Repubblicani negli stati vinti da Biden, di ribaltare il voto popolare.
La fedeltà al “capo” resta l’argomento tabù nel GOP, con posizioni molto differenziate dei diversi leader: il capo gruppo al Senato Mitch McConnell, pur professandosi trumpiano a oltranza, ha detto nel gelido silenzio del Presidente uscente che “il Collegio elettorale si è espresso e Joe Biden è il Presidente eletto”; William Barr, Ministro della Giustizia (Attorney General), già ministro di Reagan e Bush sr, dopo avere difeso le posizioni più controverse del Presidente come nel caso del rapporto di Robert Mueller sulle interferenze straniere nelle elezioni del 2016, ha prima smentito le accuse di frode elettorale avanzate da Trump , e si è poi dimesso. Lasciando in eredità un Dipartimento della Giustizia spaccato all'interno sul principio della separazione dei poteri, con il giudiziario sempre più condizionato dall’esecutivo. R. Johnson, capo della commissione senatoriale Homeland Security and Governmental Affairs, ha convocato mercoledì 16 un’udienza sulle frodi elettorali, ascoltando la testimonianza di K. Starr, già accusatore di W. Clinton. Fra reciproche accuse di falso, l’udienza ha solo confermato che ci sono alcuni senatori repubblicani che intendono sostenere la causa di Trump qualunque sia il prezzo che il sistema democratico dovrà pagare. La confusione è grande sotto il cielo repubblicano.
Prosegue il tentativo del gruppo bipartisan di senatori centristi che lavora per approvare un disegno di legge di stimolo all’economia a fronte della crisi pandemica. Il compromesso è difficile, e sembra essere tanto al ribasso da provocare la protesta del capo dei liberal, B. Sanders.
Il fronte estremo del Partito Democratico è agitato dalle polemiche sulla costruzione della squadra di governo di Biden. Mentre il neo Presidente è impegnato nella difficile opera di ricucitura con i moderati del fronte avverso, appare improbabile che possa fare troppe concessioni ai liberal democratici.
Più in generale secondo il New York Times, Biden nella costruzione del gabinetto sta applicando la sua filosofia politica, radicata nei principi del Partito Democratico, con una forte attenzione alla difficile situazione degli americani della classe media, un nuovo senso dell'importanza cruciale del cambiamento climatico e una più profonda empatia per le questioni di giustizia razziale.