20 Dicembre 2020 Anti trust USA, 1890 / 2020 - Gli inizi (1)
Voci dall'America

20 Dicembre 2020 Anti trust USA, 1890 / 2020 - Gli inizi (1)

L'origine della normativa sul controllo della concorrenza negli Stati Uniti risale a due leggi, Sherman Act (1890)  e Clayton Act (1914), che ancora oggi orientano le aziende nella prassi e i giudici nelle interpretazioni giudiziarie.

Determinante per la concreta applicabilità della normativa fu la nascita del trust, un modo di gestire le società, nato a cavallo fra Ottocento e Novecento, che in breve tempo si trasformò da puro strumento di ottimizzazione manageriale in un facilitatore di cartelli orientati all'alterazione della libera concorrenza tramite il controllo dei prezzi e l'elusione della normativa locale e federale in materia societaria e fiscale.

Di fronte ad una prima crisi finanziaria nel 1901 il Presidente T. Roosevelt, subentrato a McKinley assassinato l'anno precedente,  aveva iniziato a combattere i trust contro la Northern Securities Company di J.P. Morgan che insieme ad altri soci controllava la rete ferroviaria da sud a nord, e ad ovest di Chicago.
Dopo una lunga battaglia giudiziaria nel 1904, la Corte suprema decise per la costituzionalità dell'azione del Presidente. Fu poi l'onda lunga della crisi finanziaria del 1907 a spingere l'amministrazione di T. Roosevelt, prima, e W. Taft dopo, all'utilizzo degli istituti, sino ad allora poco applicati, dello Sherman Act, con il sostegno della Corte Suprema.

Dopo una trionfale rielezione, Roosevelt allargò l'azione anti trust contro numerosi trust: Chicago meat packers (1905), Terminal Railroad Association (1905), Standard Oil (1906), American Tobacco (1907), DuPont (1907), Union Pacific (1907). In totale 29 trust vennero colpiti dall'amministrazione Roosevelt fra il il 1905 e il 1909.

Un capitolo a sé fu la crisi del 1907, che venne arginata grazie all'intervento volontaristico del grande capitale, raccolto intorno alla figura di J. P. Morgan. Il finanziere newyorkese partecipava al controllo di diversi settori determinanti, il petrolio (Standard Oil con Rockfeller), le ferrovie (Northern Securities), l'acciaio (U.S. Steel),  il rame (United Copper con i fratelli Heinz), la finanza ( Mercantile Bank e Knickerbocker Trust). A fronte della improvvisa crisi di liquidità e del violento ribasso del corso di Wall Street il cui indice in poche settimane passò dall'apice, oltre quota 100, a un minimo storico sotto quota 60, Morgan chiamò a raccolta banchieri e istituzioni finanziarie. Nel suo studio privato sulla Quinta Strada agì come una banca centrale, decidendo apertura e chiusura degli sportelli bancari e delle stesse contrattazioni di borsa, il merito di credito e quindi la sopravvivenza o la fine ingloriosa delle singole aziende.

da: Library of Congress

Gli emissari di Morgan presero diretto contatto con il Presidente Roosevelt per alcune operazioni chiave, prima fra tutte la fusione fra US Steel e e Tennessee Coal Iron and Railroad Company (TCI), la prima e la seconda azienda in uno dei mercati in maggiore espansione. La fusione avrebbe dato al trust di Morgan la capitalizzazione necessaria per ottenere l'appoggio delle banche principali. Roosevelt diede il suo avallo informale, nella convinzione che la fusione avrebbe contribuito a stabilizzare l'economia e rafforzare la fiducia dei consumatori.

L'azione imperiosa di Morgan ebbe certamente un effetto positivo per quanti vennero salvati, ma anche per la coalizione dei salvatori, che uscì dalla crisi rafforzata in prestigio e capitali.

Viste le conseguenze dei salvataggi, anche il successore di Roosevelt, W. Taft, continuò l'attacco dei trust, con l'azione amministrativa, colpendo le concentrazioni e istituendo la Banca Centrale (FED), e legislativa, che culminò nel Clayton Act.

La reazione dei trust fu vigorosa e lo scontro finì alla Corte Suprema, nella causa base di ogni riferimento antitrust: Standard Oil Co. of N.J. vs United States (1911). La Circuit Court del Missouri, aveva giudicato che l'azienda, insieme alle 37 società collegate, limitasse la libertà del commercio nell'industria petrolifera. In seguito a questa sentenza nel 1909, il tribunale federale aveva ordinato lo scioglimento della società.

La Corte Suprema, cui Rockfeller e Morgan fecero ricorso, ritenne che le pratiche commerciale della Standard Oil avessero lo scopo principale di mantenere il dominio sull'industria petrolifera, non come risultato della normale dinamica industriale, ma facendo ricorso ad un cartello che impediva ogni altra offerta, escludendo di fatto i concorrenti dal mercato e controllando interamente il mercato interstatale del petrolio.

La sentenza partiva dall'applicazione della "rule of reason", ovvero che non si dovessero soltanto esaminare le pratiche commerciale come la fissazione dei prezzi, che in sé possono non essere illegali, ma il il comportamento monopolistico, che si ha quando il complesso dell'attività del trust mira a limitare oltre un limite ragionevole la libertà del commercio. La Corte argomentò che per individuare la "restrizione del commercio", tale termine andasse "preso alla lettera", e che si dava violazione dello Sherman Act se il trust limitava il commercio "indebitamente", cioè se ricorreva una delle tre forme costitutive del monopolio: aumento dei prezzi, controllo della  produzione, riduzione della qualità del prodotto.

Come conseguenza immediata della sentenza, la Standard Oil venne smembrata in 39 aziende più piccole, concorrenti fra loro, fra le quali emersero ben presto nuovi aspiranti monopolisti, in particolare la Exxon.

La crisi del 1907 diede l'impulso per la creazione della National Monetary Commission, incaricata di studiare il sistema del controllo del mercato finanziario, che negli anni successivi  diede luogo al Federal Reserve Act (1913), con una riforma della banca centrale che ancora oggi regola il sistema finanziario americano.

Il libro

Il Libro

Euramerica

Di Gianfranco Pascazio
Edizioni l'Ornitorinco

Acquistalo ora su: