27 12 2020 La Corte Suprema non decide sul censimento di Trump
Il titolo del post dello scorso 2 Novembre 2020 su questo blog definiva il censimento "arma politica impropria". La Corte Suprema ha deciso il 18 Dicembre di non sanzionare il memorandum inviato da D. Trump al Dipartimento del Commercio con la richiesta di escludere un certo numero di nuovi cittadini dal censimento, perché non si tratta di un atto normativo ma solo di corrispondenza all'interno dell'esecutivo. La decisione afferma che "la risoluzione giudiziaria di questa controversia è prematura" anche perché non è chiaro cosa intenda davvero fare il Presidente. Se l'amministrazione nel mese di vita che le è rimasto approvasse una legge nel senso indicato dal memorandum, dovrebbe restare entro i ristretti limiti della costituzionalità su cui la Corte vigilerà, secondo quanto hanno lasciato intendere sia la decisione maggioritaria 6/3, che l'opinione dissenziente del giudice Breyer.
La Corte nell'attuale composizione di orientamento conservatore non deciderà contro lo stretto "originalismo" che ha sin qui difeso in materie controverse e di grande rilevanza come il controllo della vendita delle armi. Per più di due secoli l'Articolo 1 della Costituzione e il 14 ° Emendamento hanno imposto di includere nel censimento tutti coloro che vivono nel paese, a qualunque titolo. In tutta la storia americana la definizione di "abitante" o "residente abituale" sono i soli termini utilizzati per descrivere chi debba essere conteggiato nel censimento, mentre non vi è traccia della "discrezionalità virtualmente illimitata" che Trump intendeva dare al Dipartimento del Commercio - l'agenzia federale che sovrintende all'Ufficio censimento - per decidere quali criteri utilizzare nel conteggio dei residenti dei singoli stati.
Scarsi gli effetti immediati della sentenza: gli uffici federali del Census Bureau sono in grave ritardo sui tempi di rilascio del documento che avrebbe dovuto essere in linea di principio indirizzato al Presidente entro la fine dell'anno. Questo anche perché, come ha dichiarato Jeffrey B. Wall, Ministro della Giustizia ad interim, appare arduo produrre dati affidabili sugli immigrati presunti illegali entro le poche settimane rimaste prima che Trump lasci l'incarico. Secondo Wall al più l'amministrazione potrebbe proporre di escludere alcuni specifici gruppi, come i circa 100.000 detenuti federali.
La posta in gioco, come meglio dettagliato nel post del 2 Novembre scorso, è duplice: in base al censimento della popolazione verranno decisi la nuova ripartizione dei seggi del congresso e la ripartizione dei fondi federali.
Pur avendo forzato l'unanimità faticosamente costruita in altre recenti sentenze dal Chief Justice Roberts, la maggioranza conservatrice della Corte nell'approvare questa risoluzione ha operato con prudenza. La Corte evitando di prendere posizione nel merito, non ha inferto un altro colpo al Presidente uscente, pur fermandone di fatto il tentativo di ridefinire con metodo improprio alcune regole del gioco. Laddove la sentenza indica che "the government cannot feasibly implement the memorandum by excluding the estimated 10.5 million aliens without lawful status”, la Corte sembra anche stabilire stringenti paletti per eventuali future controversie.
Salvo colpi di scena, l'entrata in carica della nuova amministrazione di J. Biden farà automaticamente cadere il memorandum, e con esso l'intento di rivedere in senso politicamente orientato la ripartizione dei seggi del congresso e la suddivisione dei fondi federali.
Tutti documenti della sentenza
https://supreme.justia.com/cases/federal/us/592/20-366/
Commenti alla sentenza
https://www.nytimes.com/2020/12/18/us/supreme-court-census.html
Trump v. New York, 592 U.S. (2020)
https://supreme.justia.com/cases/federal/us/592/20-366/