Chi  conta nella Washington di Trump: il terzo uomo, P. Thiel
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Chi conta nella Washington di Trump: il terzo uomo, P. Thiel

Per entrare nella squadra di governo che il Presidente eletto sta formando si devono rispettare due criteri di composizione ben precisi: cieca fedeltà a Donald Trump, e ricchezza. E più si è leali e ricchi, meglio é.

La figura di Elon Musk sta in questo senso prendendo il centro della scena, grazie all spropositato primat,o in tema di ricchezza, e alla sua granitica, benché recente, fedeltà a Trump. Il secondo in ordine di ricchezza e fedeltà è Rupert Murdoch, visto il numero di prossimi ministri e nominati in agenzie governative provenienti dalle fila di Fox News, che dal 2015 é il megafono dell'America di Trump. Musk dovrà interpretare il ruolo del demolitore del welfare state, con la scusa di arrivare a colpire il deep state, mentre Murdoch deve presidiare il versante propagandistico per colmare il gap fra promesse elettorali e realtà politica ed economica. Con una buona dose di collaborazione fra i due, ad esempio nascondendo sotto il tappeto la polvere dell'alleanza miliardaria di Musk con il governo cinese. Nell'ombra già è potentissimo il terzo uomo, Peter Thiel, che in ogni senso potrebbe diventare la figura prevalente nel lungo periodo. Abituato a sfuggire i riflettori ma anche ad anticipare il futuro con una precisione quasi inquietante, ha dapprima identificato in Trump il salvatore dell'america conservatrice, e poi scelto personalmente il vice Presidente eletto J. D. Vance come successore.

Peter Thiel, é un baby boomer nato in Germania e naturalizzato americano,   fondatore nel 1999 di Pay Pal, ufficilamente miliardario dal 2002, anno della cessione a Facebook della sua quota in Pay Pal, e primo a credere (e investire) in Facebook quando Mark Zuckerberg era uno sconosciuto. Non popolare in tutto l'establishment repubblicano per il suo individualismo e per il suo orientamento sessuale, ufficialmente ha sostenuto Trump, ma sempre professando idee frutto di una visione del tutto personale del mondo. Forse anche meno democratica di quella dello stesso neo presidente.

Pur non volendo cadere nello stereotipo dell'origine tedesca, la filosofia del super uomo echeggia nella visione tecnocratica di Thiel. Secondo il miliardario i grossi imprenditori sono i veri leader della società, cui si deve riconoscere una preminenza assoluta, senza che il governo ponga limiti. Nella scala di valori istituzionali di Thiel, come per Trump, l'esecutivo ha un primato che va rafforzato, ma alla stato non va lasciato alcun potere regolatorio, se non quello di proteggere la ricchezza e il conseguente potere da ogni tentazione di redistribuzione. Questi presunti leader naturali avrebbero un solo obbiettivo, creare ricchezza senza alcun vincolo verso il resto dell'umanità. Ovviamente con la totale discrezionalità su come e quando far partecipare le masse dei loro sottoposti alla distribuzione degli utili. Il mezzo di questa scalata al potere è assicurato dalle nuove tecnologie digitali che possono controllare il progresso scientifico, massimizzandolo, ma anche controllandolo in modo tale che ne sia beneficiario un ristretto numero di persone. Come nell'ottocentesca visione del "laissez faire", al resto dell'umanità andrebbero gli effetti indiretti di questa esplosione di ricchezza, come se si trattasse di una gigantesca mancia.

Al di là dei brividi che non può non provare chi creda nella democrazia o semplicemente non appartenga a queste elites tecnocratiche, il ruolo di Thiel potrebbe essere molto più duraturo e concreto di quanto sembri. Se Trump farà nei prossimi quattro anni il lavoro sporco di "ripulire" magistratura e  burocrazia USA dal germe del liberalismo, si aprirà poi uno spazio per il suo successore. E Thiel quel successore lo ha identificato, formato e finanziato, riuscendo a metterlo nell'anticamera del potere politico: il vice presidente eletto J. D. Vance.

La relazione tra Vance e Thiel risale al 2011, dopo un incontro casuale alla Yale Law School, dove il futuro vice presidente completava il master in legge. Vance fu folgorato dalla personalità di Thiel, e alla fine degli studi iniziò una breve carriera legale in stretta connessione con le aziende di Thiel (Mithril Capital). In quel periodo scrisse "Hillbilly Elegy", destinato a diventare testo sacro della cultura neo conservatric. Fra il 2016 e il 2019 Vance si rese indipendente da Thiel , benché il suo campo d'azione fossero proprio i legami fra Wall Street e la Silicon Valley. Thiel restò sempre nel parterre dei finanziatori delle operazioni di Vance, insieme ad altri big come Eric Schmidt, ex CEO di Google.

E' stato Thiel a presentare i due a Mar-a-Lago nel 2021, appianando una preconcetta ostilità di Trump per il giovane finanziere, a causa di alcuni comenti pepati sull'assalto al Campidoglio. Come conseguenza immediata Vance cominciò a parlare di elezioni rubate, e e Trump ne appoggiò la corsa al Senato del 2022. In quell'anno Thiel finanzò il PAC Protect Ohio Values ​​del neo senatore con 15 milioni di dollari, a quell'epoca record delle donazioni di un singolo ad un candidato al Senato. Oltre a far convergere altri finanziamenti fra cui quello di un altro appartenente al circolo dei miliardari, David Sacks.

Vance è particolarmente attento agli interessi dell'ambiente delle criptovalute, ricevendo in cambio un consenso difficilmente quantificabile, vista la scarsa trasparenza di quel mondo. Nel 2023 Vance si era unito a un gruppo di senatori che contestavano l'inchiesta sulle criptovalute da parte della Securities and Exchange Commission (SEC). L'allora senatore aveva detto in parlamento che "é inaccettabile che un'agenzia federale, già coinvolta in procedure legali controverse, realizzi la sua missione in modo persecutorio piuttosto che emanando norme, e possa operare impunemente in modo così immorale e poco professionale". Peraltro secono Business Today "nonostante i suoi legami con la Silicon Valley, Vance è spesso con le grandi aziende tecnologiche. Ha chiesto di smantellare Google e ha espresso preoccupazioni sul controllo dei giganti della tecnologia sulle informazioni....che lui chiama un'oligarchia Big Tech".

Considerando l'età e il fardello di processi che Trump si porta dietro, pur congelati dall'immunità presidenziale, J. D. Vance appare il naturale successore fra quattro anni, spalleggiato da P. Thiel e dalla parte della Silicon Valley più speculativa e meno incline a credere nella democrazia. Che fine farà la posizione sin qui prudente e difensinva del Fondo Monetario Internaionale sulle criptovalute, di fronte alla nuova dottirna economica americana ? Altri brividi.

Cui si aggiunge un brivido finale tutto nostrano: come gran parte dei politici oggi al potere in Italia, Thiel è un fanatico estimatore di John R. Tolkien. Di quella specie di fanatici a noi ben nota, che interpretano la saga dell'accademico britannico come una bibbia pagana, e non come un'opera di fantasia legata alla riscoperta delle origini della lingua inglese, che il compianto professore di Oxford pensava di avere scritto.

https://www.forbes.com/sites/antoniopequenoiv/2024/07/16/jd-vance-and-peter-thiel-what-to-know-about-the-relationship-between-trumps-vp-pick-and-the-billionaire/

https://www.imf.org/en/Topics/fintech/central-bank-digital-currency/virtual-handbook?

https://www.standwithcrypto.org/politicians/person/jd---vance

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Di Gianfranco Pascazio
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