Date simbolo - 1 luglio centenario del Partito Comunista Cinese
Voci dall'America

Date simbolo - 1 luglio centenario del Partito Comunista Cinese

Primo luglio 1921, la Cina festeggia con qualche giorno di anticipo il centesimo anniversario della fondazione del Partito Comunista Cinese (23 luglio 1921). L'occasione è sembrata propizia al gruppo dirigente di Pechino per rilanciare la sfida agli Stati Uniti e al sistema di governo delle relazioni internazionali basato sulla leadership dell'America e del dollaro, a pochi giorni dall'Independence Day a stelle e strisce.

Il segretario generale del Partito Comunista, Xi Jinping, 68 anni, il leader della terza rivoluzione cinese dopo Mao e Deng, nel discorso celebrativo ha definito il Partito Comunista il salvatore della Cina, che combattendo contro l'oppressione straniera e interna, ha consentito alla nazione di diventare una potenza mondiale ricca e avanzata. Xi ha definito la posizione del partito all'interno della millenaria storia cinese: "Il popolo cinese non ha mai maltrattato, oppresso o reso schiavo i popoli di altri paesi, non in passato, non ora e non in futuro. Allo stesso tempo, non permetterà mai alle forze straniere di prevaricare, opprimerci o schiavizzarci. Chiunque nutre illusioni di farlo, si spaccherà la testa e verserà sangue sulla Grande Muraglia d'acciaio costruita con la carne e il sangue di 1,4 miliardi di cinesi". Questo passaggio del discorso di Xi è sembrato agli analisti una risposta molto decisa rispetto alla linea occidentale emersa dal recente G7 in Cornovaglia, che ha confermato una linea di prudenti aperture e fermissime chiusure nei confronti della Cina.

L'avvertimento di Xi ha suscitato gli applausi delle migliaia di pechinesi convenuti in Piazza Tiananmen, attentamente selezionati per ascoltare il suo omaggio ai fondatori rivoluzionari del partito, ma anche la sua visione del ruolo futuro del Partito Comunista come veicolo per "il grande ringiovanimento della nazione cinese". La Cina, ha detto, é una forza decisiva per la pace nel mondo e vuole l'unificazione pacifica con Taiwan, l'isola autogovernata e gestita democraticamente che Pechino rivendica come suo territorio. Ma con parole forti Xi ha ottenuto il consenso della piazza quando ha messo in guardia contro quelli che ha definito "schemi" per ottenere la piena indipendenza di Taiwan. "Nessuno dovrebbe sottovalutare la ferma determinazione, la ferma volontà e la potente capacità del popolo cinese di difendere la sovranità nazionale e l'integrità territoriale".

Nato in una famiglia rivoluzionaria, che ha molto sofferto nell'era di Mao, Xi ha iniziato la sua carriera come funzionario del partito quando Deng Xiaoping e altri leader hanno aperto le riforme del mercato. Il padre, Xi Zhongxun, era un rivoluzionario della prima ora, che nei primi anni '80 ha supervisionato l'inizio delle riforme del mercato nella provincia del Guangdong. Xi Zhongxun aveva subito decenni di reclusione e persecuzione dopo la Rivoluzione Culturale di Mao. Come milioni di altri giovani, il giovane signor Xi fu mandato a lavorare in campagna e trascorse sette anni in un polveroso villaggio nel nord-ovest della Cina. Ma questa esperienza non gli ha impedito, dopo essere salito al potere, ha perseguito una dura repressione contro la corruzione ufficiale e il dissenso interno e ha applicato rigide misure per portare aree come lo Xinjiang e Hong Kong saldamente sotto il controllo cinese.

Xi sembra spinto dalla convinzione che è che il Partito Comunista debba allarareil controllo sulla nazione, con una guida unica e durevole nel tempo, come condizione necessaria perché la Cina possa garantirsi stabilità e prosperità durature. Nel 2018 con l'abolizione del limite di due mandati per la presidenza cinese, Xi ha aperto la strada per rimanere in carica – come presidente, leader del partito e presidente dell'esercito cinese – quando l'anno prossimo, il congresso del Partito Comunista dovrebbe acclamarlo per un terzo mandato come leader del partito.

Dalla sua parte oltre al controllo ferreo del partito, Xi può vantare risultati incontestabili: 800 milioni di persone sono uscite dalla povertà, e lo Stato partito è ora alla testa della seconda economia mondiale che produce il 18% del PIL complessivo. Questo benché l'introduzione dell'economia di mercato e l'accelerazione della crescita siano andate di pari passo con un aumento esponenziale delle disuguaglianze: il coefficiente di Gini, che ne misura l'entità, è salito di quindici punti tra il 1990 e il 2015. La grande trasformazione ha favorito la crescita del settore privato, ma lo stato mantiene il controllo diretto su almeno il 30% dell'economia, facendo della Cina il caso più eclatante di capitalismo di stato (dati Fondo Monetario Internazionale).

Inoltre, il PCC è riuscito in gran parte a cooptare le élites dell'economia liberalizzata. Il Partito ha circa 92 milioni di iscritti (6,6% della popolazione), trasformandosi progressivamente dal partito dell'alleanza fra operai, intellettuali e contadini nella formazione dei "colletti bianchi" . All'inizio degli anni 2000, l'allora presidente Jiang Zemin ha revocato il divieto di reclutare imprenditori del settore privato, precedentemente visti come nemici di classe, in modo che il PCC non rappresenti più solo le classi subalterne e rivoluzionarie, ma anche le forze produttive del Paese. La nuova classe dirigente, composta in misura crescente da donne, proviene dal mondo degli affari, ma è convinta di dover marciare con il partito. La centralità del partito è stata assicurata anche dalla ferrea disciplina interna, che garantisce, anche attraverso una massiccia campagna anti-corruzione, la moralità e la lealtà dei leader e dei membri dell'élite. Non solo i potenziali oppositori del potere personale di Xi sono stati messi da parte, ma è aumentato il controllo sui dirigenti, così come la lotta contro i "quattro cattivi stili professionali": formalismo, burocrazia, edonismo e stravaganza.

L'aumento del controllo sul settore privato è in linea con le tendenze egemoniche del PCC tipiche dell'era Xi. Anche lo statuto del partito è stato modificato nel 2017 per ottenere che nel governo, nell'esercito, nella società o nella scuola, il partito sia leader su tutti i fronti. Nelle aziende questo si traduce in un aumento del numero delle organizzazioni di base, delle cellule. Se nel marzo 2012 il dipartimento organizzazione, cui spetta la gestione delle proprie risorse umane, aveva pubblicato una direttiva che chiedeva una “copertura esaustiva” del settore privato, dal 2018 le società quotate sul mercato cinese sono state obbligate ad aprire una cellula di partito interna. L'apparato disciplinare del PCC, incarnato dalla Commissione Disciplina e Ispezione, punisce gli aderenti che violano le sue regole, in competizione con il sistema giudiziario, ed ha aumentato il suo potere con la campagna anti-corruzione. Il ruolo direttivo delle cellule di partito viene inserito negli statuti delle società, e un budget specifico viene riservato alle loro attività, rendendo vincolanti i criteri di gestione del Partito, che in tal modo può condizionare se non orientare anche le società che non sono sotto il suo diretto controllo, allargando enormemente il settore pubblico.

La politica monetaria della Cina di Xi si è evoluta dall'isolazionismo della difesa dello yuan alla spregiudicata manovra sulle criptovalute, sino all'imminente adozione dello yuan digitale, che nei disegni di Xi dovrebbe essere utilizzato dapprima per le transazioni internazionali delle istituzioni finanziarie cinesi sanzionate dagli Stati Uniti. Attualmente gli USA utilizzano le sanzioni per impedire, in nome della sicurezza nazionale, che le parti sanzionate accedano a servizi e prodotti forniti da aziende che pagano in dollari americani. Le banche e altre entità che facilitano le transazioni con persone sanzionate possono essere a loro volta sanzionate, limitando gravemente la capacità di partecipare a un’economia globale basata sul dominio del dollaro Usa. Le criptovalute potrebbero diventare l'espressione finanziaria del controllo dello stato e del partito sull'attività economica di aziende e singoli, di qui l'aumento della ricerca e dello sviluppo della valuta digitale, ed il supporto della banca centrale cinese e delle autorità locali che pianificano la distribuzione della valuta virtuale. Grazie alle criptovalute il governo cinese realizza una sorveglianza nuova e totalizzante sulle transazioni finanziarie.

Autoreferenziale e concentrato sulla propria sopravvivenza, il PCC ha rimpiazzato l'ideologia con il pragmatismo, integrando nelle sue file un numero crescente di capitalisti, ma aumentando in contropartita la propria presenza nelle loro aziende. Questa alleanza asimmetrica si è stata realizzata prima di tutto fuori dai confini nazionali, con la "nuova via della seta" (Belt and Road Initiative, BRI), che ha accelerato l'internazionalizzazione delle aziende cinesi, sia private che pubbliche, con le cellule di partito in funzione di collegamento fra partito, società civile e aziende.

I toni del discorso di Xi Jinping, uniti alla contemporanea durezza con cui Xi ha represso il dissenso interno, e gestito all'insegna della sicurezza nazionale l'integrazione di Hong Kong,  indica la linea politica al partito e alle aziende pubbliche. Con orgoglio nazionalistico Xi ha affermato che la Cina “non ha intenzione di sopportare prediche ipocritee ha ribadito l'impegno “inderogabile” per la riunificazione con Taiwan, mentre per Hong Kong e Macau resta valido il principio "un paese, due sistemi”, declinato con la politica della repressione già ampiamente utilizzata.

Al momento il Presidente cinese appare in grado di controllare questo gigantesco sistema, che però rappresenta una piramide rovesciata, con le élites economiche e di partito a rappresentare la base ristretta, e l'enorme massa di cinesi che allargano il loro benessere senza però ottenere nessuna delle conquiste che costituiscono il nocciolo del consenso nelle società occidentali.

Su questa diversità culturale, ancor prima che economica e politica, si basa la competizione con gli Stati Uniti e l'Occidente.

https://www.monde-diplomatique.fr/2021/07/DOYON/63258

Inequality in China – Trends, Drivers and Policy Remedies
China has experienced rapid economic growth over the past two decades and is on the brink of eradicating poverty. However, income inequality increased sharply from the early 1980s and rendered China among the most unequal countries in the world. This trend has started to reverse as China has experie…

https://www.nytimes.com/live/2021/06/30/world/china-communist-party-anniversaryhttps://formiche.net/2021/07/cina-carnegie-yuan-dollaro-hong-kong-banche/

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