Di Maio abbraccia Blinken: timeo Danaos ac dona ferentes
Voci dall'Europa

Di Maio abbraccia Blinken: timeo Danaos ac dona ferentes

Sulla stampa del 2 aprile è apparso un articolo a firma congiunta del Ministro degli Esteri Italiano, Luigi Di Maio, e del Segretario di Stato americano, Anthony Blinken, in occasione del 160° anniversario dell'istituzione di relazioni diplomatiche fra Stati Uniti e Italia unitaria. La ricorrenza era già stata oggetto di un post su questo blog lo scorso 20 Febbraio ( 28/2/1861 Il primo ambasciatore italiano negli Stati Uniti).

Nulla da eccepire sul contenuto, per quanto generico e cerimoniale, nè sulla sostanza della riaffermazione di un legame che risale sì al 1861, ma si è rinnovato nel 1945/1946, al momento della sconfitta dell'Italia fascista e della svolta istituzionale nel nostro stato, favorita e orientata da diplomatici e militari americani.

Qualche dubbio emerge sulla reale volontà politica della classe dirigente nazionale di perpetuare la scelta atlantica, in nome della comune civiltà e cultura, cui fare seguire e mai precedere, gli interessi economici e strategici.

Da questo punto di vista deve ancora guadagnare molto in credibilità il firmatario italiano dell'articolo, Luigi Di Maio, in proprio ed in quanto rappresentante di una una forza politica di recente formazione, e di ancora incerto posizionamento in politica internazionale. Il Movimento 5 Stelle fa onore al proprio nome, mutando spesso posizione: fra il 2014 e il 2017 vi furono numerosi contatti tra Movimento e Federazione russa, promossi dalle anime più rivoluzionarie e radicali dei Cinque stelle. Ne scaturì l’impegno a “intrecciare rapporti più intensi con la Russia una volta al governo”, promuovendo una singolare equidistanza fra Stati Uniti, Russia e Cina.

Nel 2017 Luigi Di Maio, alternando movimentismo e moderatismo secondo necessità e convenienza, due anni prima di visitare i "gilets jaunes" in chiave anti Macron, si occupò di ammorbidire e smussare le posizioni del Movimento sulla Nato, cercando di costruire rapporti diretti con gli americani. Nel novembre 2017 Di Maio, intronizzato capo politico del movimento due mesi prima, cercò di stabilire un dialogo con D. Trump, il presidente degli Stati Uniti che si era presentato forte di un'immagine antisistema, cara anche ai grillini.

Si trattava di un'operazione difficile perché pochi erano i contatti di vertice a Washington, ma soprattutto perché per la base del Movimento gli Stati Uniti erano (sono ?) sinonimo di capitalismo e imperialismo, e la NATO di militarismo, tanto che nel programma elettorale 2014 l'uscita dell'Italia dalla NATO era uno dei punti forti, insieme all'abbandono di euro e Alta Velocità. Tant'è, la seconda versione a 5 Stelle del rapporto con gli USA era legata alla visione di un Trump "movimentista", che però esisteva solo sui social network, e non nella realtà politica americana.

Tre anni di governo e di trasformismo hanno del tutto cambiato l'identità politica dell'attuale inquilino della Farnesina, che oggi si auto accredita come interlocutore affidabile del sistema occidentale imperniato sull'alleanza euroamericana e sulla NATO.

Completamente dimenticata la parentesi cinese di esattamente due anni fa, quando i ministri 5 Stelle furono, con la contemporanea eclissi del ministro degli esteri in carica E. Moavero, i più entusiastici araldi della nuova versione dei rapporti con la Cina. Il presidente del Consiglio Conte e lo stesso Di Maio (indimenticabile l'esternazione sulle esportazione in Cina di arance italiane) monopolizzarono la scena in occasione della visita a Roma del presidente Xi Jin Ping e della firma del memorandum sulla "Via della seta".

Tre versioni della strategia internazionale dell'Italia in tre anni sono un pò troppo anche per la fama di scarsa coerenza che accompagna la nostra storia diplomatica.

Ben venga l'adesione di questi nuovi compagni di strada alla visione occidentale del posizionamento dell'Italia, centrata sull'Europa e su un rapporto equilibrato, nei limiti del possibile, con gli Stati Uniti. Ma a due condizioni: che sia una scelta definitiva e non espressione di una tattica opportunista, e che non ci venga fatta dai neofiti la lezione, da loro appena appresa, in argomento.

https://ambwashingtondc.esteri.it/ambasciata_washington/en/sala-stampa/dall_ambasciata/2021/04/usa-italia-le-sfide-comuni-di-antony.html

https://formiche.net/2017/12/stati-uniti-e-russia-con-chi-si-schiera-il-m5s/

https://www.agi.it/blog-italia/punto-politico/luigi_di_maio_a_washington-2773580/post/2017-11-14/

https://www.huffingtonpost.it/2019/03/21/xi-jinping-e-in-visita-a-roma-e-la-diplomazia-si-fa-da-parte_a_23697805/

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