Diario della settimana: politica estera ma non solo
Il 16 Marzo, la Rappresentante democratica del New Mexico, Deb Haaland, proposta dal Presidente Biden come Ministro dell’Interno, ha ricevuto l’approvazione del Senato, con 51 voti contro 40, con quattro senatori repubblicani che hanno votato con la maggioranza, E’ la prima indiana americana a guidare un dicastero che gestisce, fra l'altro, il portafoglio dei terreni federali e la ricchezza di petrolio e minerali che includono. Haaland, un membro della Laguna Pueblo Nation nel New Mexico dovè vive da 35 generazioni, assumerà il controllo di un dipartimento che sovrintende anche la Nazione Indiana, 574 comunità di nativi americani e nativi dell'Alaska riconosciute a livello federale.
La politica estera è stata al centro dell'azione del il Segretario di Stato e dello stesso Presidente, che stanno intensificando l’attività per concretizzare la nuova strategia per la leadership mondiale. Gli USA di Biden sono tornati ai tavoli della diplomazia multilaterale, e anche a quelli bilaterali, con la prima riunione con i vertici cinesi in Alaska, e la polemica a distanza Biden/Putin, manovrando su tutti gli scenari strategici.
Nel vertice di Anchorage con i cinesi le conversazioni sono state estremamente tese e assai poco diplomatiche, e il Segretario di Stato ha definito la relazione degli Stati Uniti con la Cina più come competitive e antagoniste che non collaborative. A dimostrazione della volontà americana, gli Stati Uniti inoltre hanno questa settimana, annunciato sanzioni contro ventiquattro funzionari della Cina continentale e di Hong Kong ai sensi dell'Hong Kong Autonomy Act. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha detto che gli Stati Uniti interferiscono negli affari interni della Cina. L'amministrazione USA segue da vicino il processo in Cina contro l'uomo d'affari canadese Michael Spavor, arrestato nel 2018 per ritorsione da parte di Pechino in seguito all'arresto del dirigente Huawei, Meng Wanzhou, a Vancouver. Il processo di Kovrig dovrebbe svolgersi il 23 Marzo, ma ai diplomatici di nove paesi è stato negato l'accesso per osservare il procedimento. Funzionari cinesi hanno negato le accuse secondo cui la tempistica del processo sia collegata all'incontro USA-Cina in Alaska.
Gli osservatori notano come l’approccio dell'amministrazione Biden al rapporto con la Cina comunista è stato molto più duro di quanto molti si aspettassero. In realtà come già preannunciato nel corso della campagna elettorale, l’intenzione di Biden è concentrare gli sforzi diplomatici sulla competizione tecnologica con la Cina, la minaccia di continui attacchi informatici (si ritiene che la Cina si celi dietro il recente attacco ai sistemi Microsoft) e nuove forme di competizione militare.
Dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha convenuto che il presidente russo Vladimir Putin è un "assassino" in un'intervista televisiva, e che Putin presto "pagherà un prezzo" per aver cercato di influenzare le elezioni presidenziali statunitensi, un portavoce del Cremlino ha definito i commenti "molto negativi" e ha avvertito che le relazioni bilaterali sono "al collasso". Il 18 marzo il ministero degli Esteri russo ha richiamato per consultazioni il suo ambasciatore negli Stati Uniti, per la prima volta in più di due decenni.
I rapporti con la Corea del Nord sono tornati difficili: secondo gli Stati Uniti la Corea del Nord rifiuta di proseguire i colloqui, e il Segretario Blinken ha affermato che gli Stati Uniti stanno valutando i mezzi di pressione possibili nei confronti della Corea del Nord dopo che un alto diplomatico nordcoreano, Choe Son-hui, aveva detto che Pyongyang non dialogherà con Washington a meno che gli Stati Uniti non "annullino la loro politica ostile".
La recente conferma della linea politica sull'Iran che era stata formulata da Jared Kushner, genero e inviato personale di D. Trump, ha alimentato la frustrazione dei liberal democratici che chiedevano un'azione più coraggiosa.
Il Segretario di Stato Antony J. Blinken si recherà a Bruxelles, dal 22 al 25 marzo per partecipare alla riunione ministeriale della NATO, e incontrare i leader dell'Unione europea, evento molto atteso per passare anche nei rapporti USA/UE dalle parole ai fatti.
Ultima nota di politica estera riguarda le pressioni di parte della stampa e dei funzionari di carriera del Dipartimento di Stato sul Presidente Biden perché limiti le nomine politiche degli ambasciatori, seguendo la tradizione di riservare i posti di maggior prestigio ai principali finanziatori della campagna elettorale. In media nel dopoguerra circa un terzo degli ambasciatori sono stati di nomina politica, ma durante la presidenza Trump si è arrivati a sfiorare il 50 %. Per altro verso il Dipartimento è anche chiamato ad applicare la politica di pari opportunità propria del presidente Biden, equilibrando la presenza di funzionari appartenenti a minoranze etniche o razziali, che benché rappresentino il 40% della popolazione americana, non vanno oltre il 13% dei funzionari di carriera. Con punte di squilibrio per le donne di colore, che sono scese negli ultimi quattro anni al 9%, e gli afro americani cui è attribuita una qualifica direttiva, che sono il 3% del totale. .
Il 19 marzo, la Camera dei Rappresentanti a maggioranza democratica ha approvato il progetto di legge che istituisce il nuovo percorso per la cittadinanza voluto J. Biden. Il provvedimento riguarda milioni di immigrati privi di documenti, compresi i cosiddetti Dreamer, e concede uno status legale a quasi un milione di lavoratori agricoli e alle loro famiglie. I democratici contano sul significativo spostamento dell’opinione pubblica sull'argomento negli ultimi anni: i sondaggi mostrano che più di quattro elettori su cinque in tutta la nazione ora supportano la richiesta di Dreamers di diventare cittadini. Anche se un sondaggio della CNN mostra che l'immigrazione è l'argomento su cui gli americani approvano meno le idee di Biden.
