Election day 2024: i risultati
L'election day è consegnato ormai alla storia, benché solo fra alcuni giorni si avranno i risultati definitivi sulla Camera dei Rappresentanti. Serviranno poi alcuni mesi per avere un'analisi completa dei flussi che spieghi come e in quali segmenti dell'elettorato, Donald Trump ha costruito una vittoria che gli ha sorriso in tutti gli stati incerti, con un aumento significativo di voti rispetto alle due precedenti elezioni.
Per quanto certa la vittoria del già presidente Donald Tump, i numeri a quattro giorni dal voto non sono però definitivi, perché mancano i risultati di Nevada e Arizona, che hanno tempi di spoglio lunghi per i conteggi del voto postale e le numerose contestazioni locali. Sulla base degli stati ufficialmente assegnati ai due candidati i risultati sono
Congresso
Il Partito Repubblicano rafforzara il controllo parlamentare, avendo un confortevole margine di otto seggi al Senato, e nella peggiore delle ipotesi un quasi pareggio alla Camera dei Rappresentanti, che deve ancora assegnare 32 seggi, quasi tutti però dati per decisi nei sondaggi, per cui la proiezione è data per affidabile.
Governatori e segretari di stato
Gli 11 incarichi governativi in ballottaggio sono stati vinti dal partito del candidato uscente (8 a 3 per i repubblicani). I democratici hanno mantenuto i governatorati in Delaware, North Carolina e Washington, mentre i repubblicani hanno mantenuto i governatorati in Indiana, Missouri, Montana, New Hampshire, North Dakota, Utah, Vermont e West Virginia.
Su sette incarichi di segretario di stato 4 sono andati si democratici hanno vinto quattro elezioni (North Carolina, Oregon, Vermont e Washington) e 3 ai republicani (Missouri, Montana e West Virginia).
Referendum
Interessanti risultati delle numerose consultazioni . La controversia sul dirittto di aborto, pur non avendo dato la spinta decisiva alla candidata presidente Harris, si è confermata argomento divisivo, con una maggioranza di americani contraria alle posizioni di Donald Trump. Di 11 referendum statali sull'aborto, 7 sono stati approvati e 4 respinti, con quasi 20 milioni di voti per l'ampliamento dei diritti, contro 13 milioni contrari. Un risultato in controtendenza rispetto alla posizione espressa dal fronte conservatore, vincitore assoluto delle elezioni a livello nazionale.
In ambito istruzione, su 10 referendum, 6 sono stati vinci dai progressisti, due dai repubblicani e due erano sostenuti da una coalizione bipartisan.
Dei 6 quesiti presentati per la legalizzazione della marijuana, sono stati respinti i 3 legati all'uso ricreativo della sostanza, così come quello sull'uso di sostanze psichedeliche, mentre sono stati approvate 2 proposte di legalizzazione della marijuana per uso terapeutico. Approvata in Oregon la proposta di non concedere il rinnovo della licenza alle aziende del settore cannabis che non abbiano firmato una sorta di "contratto integrativo" con le organizzazoni sindacali.
Variegati i risultati delle consultazioni sul mondo del lavoro: clamorosa maggioranza del 75% per l'introduzione dell'obbligo per i datori di lavoro di pagare indennità di malattia ai dipendenti. Una misura di welfare per gli europei scontata, ma sconosciuta negli maggioranza del territori americano, su cui la sinistra democratica insiste da tempo contro la maggioranza del partito. Delle altre 6 proposte legate al salario minimo, solo 2 sono state approvate.
L'election day mette a disposizione di Donald Trump quattro anni per rimodellare gli Stati Uniti, con il supporto di un Partito Repubblicano che si annuncia mera cinghia di trasmissione del volere presidenziale. Per il Partito Democratico appigli molto deboli per costruire un futuro, con una vera e propria traversata del deserto.