Filibustering dei repubblicani al Senato USA a difesa di Trump
I repubblicani hanno bloccato la creazione di una commissione indipendente per indagare sulla rivolta del Campidoglio del 6 gennaio, usando il loro potere di ostruzionismo al Senato per la prima volta dall'inizio della Presidenza Biden, dopo che la proposta era stata approvata dalla Camera dei Rappresentanti. L'ostruzionismo rinvia la possibilità di pervenire se non alla verità, almeno a un resoconto completo sull'attacco al Congresso.
Il voto è stato una chiara dimostrazione di lealtà verso l'ex presidente Donald J. Trump e dimostra l'interesse politico dei repubblicani determinati a proteggersi da un'inchiesta che potrebbe offuscare il loro partito. L'indagine avrebbe infatti potuto rendere evidente agli elettori che le bugie di Trump sui risultati elettorali e il sostegno dato in merito dal partito repubblicano, hanno incitato le frange più radicali dei loro sostenitori alla violenza.
Inizialmente entrambi i partiti politici sembravano concordare sulla necessità dell'indagine, ma poi la maggioranza dei parlamentari repubblicani si è convinta che fosse meglio lasciarsi alle spalle l'episodio, e ha cercato di negare o minimizzare la realtà di ciò che è accaduto. Uno degli argomenti dei repubblicani è che nulla garantiva che si sarebbe trattato di un'indagine imparziale sulle cause dell'attacco, e sulla condotta dell'ex presidente. Questo mentre è in corso una vera battaglia per il controllo del partito da parte di Trump, e solo una piccola pattuglia di deputati e senatori, capeggiati da Liz Cheney e Mitt Romney, si sono opposti.
La nazione resta profondamente divisa su questo argomento: nel campo conservatore la maggioranza degli elettori repubblicani resta convinta che Biden sia un presidente illegittimo perché eletto con una consultazione truccata, benché nessuna prova di brogli sia stata fornita all'opinione pubblica e alle decine di giudici chiamata a pronunciarsi sulla regolarità delle elezioni di novembre 2020. Inoltre, lontano dai riflettori dei social che li hanno banditi, i sostenitori di QAnon stanno aumentando di numero. Il movimento che ritiene che Donald Trump stia combattendo una guerra segreta contro élites sataniste e pedofile, rappresenta una credenza complottistica, ma funziona anche come un gioco collettivo di interpretazione testuale. I gruppi Facebook dedicati a QAnon sono arrivati ad avere più di tre milioni di iscritti nel 2020, e già nel 2016, nella fase finale della campagna elettorale di Trump, il movimento diffuse la falsa informazione di un complotto denominato “Pizzagate”, secondo cui alti dirigenti del Partito Democratico tenevano bambini rinchiusi nel seminterrato di una pizzeria di Washington, per usarli come schiavi sessuali. Un sostenitore di quella teoria fece irruzione nel locale con un fucile, per scoprire che non c’era nessun seminterrato. Trump ha incoraggiato questa vera e propria setta, rifiutandosi esplicitamente di prenderne le distanze e un osservatore ha calcolato che 25 parlamentari repubblicani al Congresso sono legati alla sottocultura QAnon.
Trump ha mantenuto il controllo del Partito Repubblicano, grazie alle pressioni non più veicolate dai social, e alla continua minaccia di non sostenere alle prossime primarie i candidati non a lui allineati. I leader del partito dal 6 gennaio hanno tenuto una linea ambigua, simboleggiata da Mitch McConnell, il leader della minoranza repubblicana al Senato, che affermò nel dibattito sul secondo impeachement che Trump non poteva essere giudicato dal Senato, ma che era certamente colpevole e andava giudicato dai tribunali ordinari. Per ora i giudizi in corso sull'ex Presidente sono indiretti: contro i suoi sostenitori e contro le sue società Il 27 maggio un giudice federale ha emesso un'ordinanza in cui sostiene che l'insistenza di Trump sulla "grande bugia" rappresenta una seria minaccia alla sicurezza nazionale. In una decisione parziale sul caso di un uomo accusato di aver preso parte all'assalto il Congresso il 6 gennaio 2021, il giudice Amy Berman Jackson della Corte distrettuale di Washington ha scritto: “Il costante rullo di tamburi che ha incitato l'imputato a imbracciare le armi non è svanito". Infatti, sei mesi dopo i fatti di Washington, la bugia dell'elezione rubata viene ripetuta quotidianamente sui principali organi di informazione e nei corridoi del potere ad ogni livello, statale e federale, per non parlare delle esternazioni quasi quotidiane dell'ex presidente. Parallelamente l'inchiesta del procuratore distrettuale di New York Cyrus Vance jr sulla Trump Organisation, si è allargata al campo penale, aggravando in evidenza il rischio di coinvolgimento personale di Trump. I pubblici ministeri di New York hanno convocato il 26 maggio un gran giurì speciale per esaminare le prove dell'indagine penale sui rapporti d'affari dell'ex presidente Donald Trump, secondo l'Associated Press. Questo recente sviluppo indica che l'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan si prepara a muovere specifiche accuse dopo avere vinto la lunga battaglia legale per ottenere i documenti fiscali di Trump. I legali dell'ex presidente hanno sostenuto in una mozione depositata in un tribunale della California il 24 maggio che Trump non può essere citato in giudizio per il suo ruolo nell'l'attacco del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati Uniti, perché l'ufficio presidenziale lo avrebbe reso "immune" da ogni responsabilità legale, affermazione contestata dalla maggioranza dei giuristi.
Nel corso del dibattito al Senato per la commissione di indagine sulla rivolta, la Senatrice dell'Alaska Lisa Murkowski, schierata contro Trump, attaccando direttamente McConnell per la difesa di Trump, ha puntato l'attenzione sulle vere motivazione del partito: il puro calcolo elettorale. Fino a quando l'ex presidente sarà libero di ripetere i suoi attacchi diretti non solo contro gli avversari politici ma contro lo stesso sistema democratico americano, il partito ha tutto l'interesse a sostenerlo con la minima enfasi possibile. Ma se e quando il sostegno assicurato dall'opinione pubblica repubblicana si riducesse, quando queste inchieste e processi arriveranno a conclusione, la difesa di Trump da parte dei capi repubblicani potrebbe rivelarsi solo un modo di preservare il partito dalla sconfitta mediatica, dopo quella elettorale, in attesa delle elezioni di mid term.