I confini labili fra libertà religiosa e politica negli Stati Uniti
La partecipazione dei cattolici alla vita politica americana non è ancora un fatto così pacifico come spesso si pensa in Europa. L'accesso di Kennedy alla presidenza nel 1960 aveva dimostrato che i vecchi pregiudizi potevano cadere e che un cattolico alla Casa Bianca non implica un controllo di Roma sugli affari americani. Ma, complice un forte attivismo nella chiesa cattolica americana della corrente anti Bergoglio, recentemente sono tornati a risuonare argomenti che si pensavamo dimenticati, dopo la vittoria di un altro cattolico, Joe Biden, nelle presidenziali di novembre 2020.
Le polemiche sono divampate perché Biden sino dal programma elettorale, ribadendo la sua fedeltà ai principi di libertà religiosa e separazione delle sfere di intervento fra chiesa e stato, ha anche riconfermato la sua militanza per la libera scelta in materia di aborto. Come ha scritto su The Atlantic Mollie Wilson O'Reilly, condirettore della rivista Commonweal, "i cattolici che sostengono l'aborto legale possono ricevere la Comunione o sono considerati separati dal corpo di Cristo, perché lontani da ciò che insegna la Chiesa? La questione ha assunto nuova urgenza, almeno per alcuni vescovi cattolici del Paese, quando è stato eletto presidente Joe Biden....Ora una vittoria democratica minaccia i progressi compiuti contro l'aborto persino durante il mandato del presidente Donald Trump, e questo dopo che la conferenza episcopale aveva dichiarato l'aborto la questione politica più significativa per i cattolici, la "priorità preminente", come affermato da José Gomez, presidente della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, lo scorso novembre. A seguire un gruppo di vescovi cattolici d'America ha lavorato su un documento che affronta il tema della "coerenza eucaristica". Non è irragionevole pensare che questi vescovi vogliano mettere il loro gregge sull'avviso riguardo all'Eucaristia, ma lo status di una persona come cattolico praticante dipende molto semplicemente dalla regolare partecipazione alla messa domenicale, dove, come crediamo, il pane e il vino offerti dal sacerdote diventano il vero corpo e sangue di Cristo. Come dottrina e come evento, l'Eucaristia è ciò che ci unisce. La Chiesa ha molte regole su ciò che i cattolici dovrebbero o non dovrebbero fare per ricevere degnamente la Comunione, ma osservarle è tipicamente una questione privata." Il problema, come conclude mestamente O'Reilly, è che "é diventato un articolo di fede tra alcuni cattolici che essere un membro della Chiesa in regola significa votare repubblicano; che questo non sia letteralmente un articolo della nostra fede è qualcosa che molti vescovi si accontentano di adombrare".
Per il New York Times, i vescovi conservatori hanno preso di mira "il secondo presidente cattolico della nazione, forse il presidente più religiosamente osservante dai tempi di Jimmy Carter, e questo induce amare divisioni nel cattolicesimo americano....i conservatori attaccano un presidente, che va regolarmente a messa e ha trascorso una vita immerso in rituali e pratiche cristiane, ed è sorprendente se questo viene dai leader della stessa fede del presidente, in particolare dopo che molti cattolici conservatori hanno chiuso un occhio sulle scorrettezze sessuali dell'ex presidente Donald J. Trump solo perché ne sostenevano l'agenda politica. Il fatto stesso che le opinioni del Presidente Biden sull'aborto siano anche oggetto di discussione pubblica è già una vittoria per i cattolici conservatori e rivela un cattolicesimo americano sempre più in contrasto con Roma e papa Francesco. Biden, come papa Francesco, incarna un cristianesimo liberale incentrato meno sulla politica sessuale e più sul rispetto razziale, il cambiamento climatico e la povertà. La sua amministrazione è un capovolgimento del potere che gli oppositori dell'aborto hanno guadagnato sotto Trump, compresi i vescovi che hanno attaccato Biden".
Secondo Linda Feldmann del The Christian Science Monitor, la più antica e autorevole rivista cattolica americana, nelle polemiche religiose ci sono indubbi risvolti politici, che inizialmente hanno giocato a favore di Biden, mentre oggi lo mettono in difficoltà. "John Kennedy già da senatore del Massachusetts dovette lottare duramente per superare la tradizione americana dell'anticattolicesimo. Per Biden invece la forte identità cattolica potrebbe essere stata un vantaggio negli stati chiave della Rust Belt lo scorso novembre. Oggi due terzi dei cattolici americani affermano che Biden dovrebbe poter ricevere la comunione, nonostante la sua politica sull'aborto, ma le percentuali variano ampiamente a seconda del partito di appartenenza. Circa l'87% dei cattolici democratici si schiera con Biden, mentre solo il 44% dei cattolici repubblicani lo fa. Questa disparità rispecchia la più ampia polarizzazione della politica degli Stati Uniti così come la crescente polarizzazione all'interno della chiesa. Non c'è solo l'aborto, anche i diritti LGBTQ sono un altro punto di contesa...Biden ha detto poco pubblicamente sulla questione. Quando gli è stato chiesto un parere sull'iniziativa dei vescovi americani ha detto: "Questa è una questione privata". Coerentemente con una lontana intervista del 2007 con il Monitor sulla sua fede, in cui l'allora senatore Biden aveva affermato di essere turbato dagli scandali di abusi sessuali che coinvolgevano la chiesa cattolica, ma che il suo impegno in essa sarebbe rimasto invariato: "Questa è la mia chiesa tanto quanto la chiesa di un cardinale, vescovo o sacrestano e qui resto".
Pur in questa dimensione di separazione chiesa/stato e di libertà personale, appare evidente che la politica rischia negli Stati Uniti di condizionare, se non di inquinare, la vita religiosa interferendo anche nella sfera individuale.
https://www.theatlantic.com/politics/archive/2021/06/catholic-bishops-joe-biden-abortion/619288/
