La Chiesa cattolica USA fra Washington e Vaticano
Voci dall'America

La Chiesa cattolica USA fra Washington e Vaticano

Domenica 19 giugno il Corriere della Sera ha dedicato un'ampia analisi alla composizione del collegio Cardinalizio, suggerita anche dal rincorrersi di voci, in genere poco autorevoli e comunque sempre smentite, sulle possibili dimissioni di Papa Bergoglio. Al di là del limitato interesse che il toto conclave riveste per gli studiosi della chiesa cattolica, e posta l'incompetenza in materia religiosa di questo blog, può essere interessante fare il punto sulla situazione della chiesa americana, per cercare di valutare la duplice influenza della chiesa cattolica sulla politica USA e sul futuro della Santa Sede.

Negli Stati Uniti i 60/70  milioni di cattolici non sono mai stati "il" fattore determinante nelle scelte dell'elettorato USA, ma sono spesso stati "un" fattore importante nella vita politica. E' accaduto per la costruzione della coalizione del new deal di F. D. Roosevelt, e ancora al momento dell'elezione del primo presidente cattolico nel 1960, J. F. Kennedy. Decisamente più trascurabile l'influsso della chiesta nell'elezione del secondo presidente cattolico, l'attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden. Al contrario, secondo alcuni osservatori, il forte sostegno cattolico (almeno 50% dei fedeli) è stato decisivo nel 2106 per l’elezione di D. Trump. Va considerato in alcune aree il voto cattolico è naturalmente repubblicano, come ad esempio nel caso dei latinos della Florida, che includono la forte colonia cubana anti castrista.

Considerando la radicalizzazione del dibattito politico americano, fatto sempre più di radicali battaglie culturali, si può presumere che ogni elemento capace di spostare frazioni consistenti di elettorato, può diventare decisivo. Ad esempio sui temi più attuali, il Presidente Biden ha un rapporto ambivalente con la gerarchia ecclesiastica: teso sulla questione LBGT e per la posizione morbida del presidente sull'aborto, molto più proficuo su pena di morte e limitazioni all'acquisto delle armi. I vescovi più intransigenti nel criticare la linea presidenziale, come l'arcivescovo di Losa Angeles José Gomez, non sono riusciti a fare breccia fra i loro colleghi con la proposta di negare la comunione al Presidente in carica, e non sono troppo graditi alla curia romana, finendo nel duplice tranello dell'isolamento religioso e dell'identificazione con una parte politica. Sono finiti i tempi dell'influenza dell'allora nunzio a Washington, Carlo M. Viganò, il controverso prelato epigono della destra religiosa, che è passato dalle accuse a Bergoglio alle teorie complottiste su pandemia e "grande reset", con l'aggiunta di uno sandalo finanziario familiare, perdendo ogni credibilità presso il sinodo americano. Le cui preoccupazioni comunque non sono sempre in perfetta sintonia con i temi centrali del pontificato di Bergoglio: Francesco è lontano dalle contaminazioni evangeliche e puritane inevitabili nella società americana. Per contro, l'attenzione per i poveri e la tutela dell’ambiente propri del papa argentino, non ottengono un consenso generalizzato nella chiesa USA. L'incontro fra Bergoglio e Biden nell'ottobre 2021 ha chiuso un periodo difficile nelle relazioni fra Washington e il Vaticano, permettendo alla chiesa cattolica americana di concentrarsi su obbiettivi strettamente pastorali, mentre il governo federale ha mantenuto un atteggiamento di collaborazione, confermandosi nella più completa indipendenza dalla sfera religiosa. Potenzialmente la sentenza della Corte Suprema USA sul diritto di aborto potrebbe riaccendere il fuoco della polemica, ma l'intreccio delle relazioni fra chiesa cattolica e stato federale USA mantengono un livello di complessità tale che un solo argomento, per quanto importante e divisivo, non può compromettere l'equilibrio di una relazione consolidata nei decenni.

Per ciò che riguarda l'influenza del voto americano in un eventuale conclave, le cose non sono meno complicate. Va premesso che nella chiesa del terzo millennio che "promuove il laicato...." la funzione dei cardinali ha subito una profonda trasformazione, svuotandoli di alcuni ruoli per caricarli di nuovi oneri (Marco Ventura). Inalterata però resta la funzione di scegliere nel conclave il nuovo papa, momento essenziale nell'evoluzione di quella che è la più antica associazione umana. Sono integrati nella curia tre dei nove cardinali americani (destinati a diventare 10 nel concistoro di fine ottobre 2022), e fra i più fedeli sostenitori di Bergoglio. Malgrado il lungo servizio romano, il ruolo meno significativo tocca a James M. Harvey, per 15 anni Prefetto della Casa Pontificia con Woytila e Ratzinger, poi Arciprete di San Paolo fuori le Mura. Più politico e influente il ruolo degli altri due americani della curia: Raymond L. Burke, nominato cardinale da Ratzinger, oggi vicario di Roma e membro di diverse commissioni pontificie, oltre che responsabile dell'Ordine di Malta. Kevin J. Farrell, camerlengo in carica, a lungo considerato il "revisore dei conti" della chiesa americana, elevato da Francesco alla porpora e poi insediato nel cruciale dicastero per la famiglia e la vita. Questi due porporati sono fra i più stretti collaboratori di Bergoglio, e mantengono una forte influenza sul sinodo americano, garantendo un orientamento moderatamente progressista alla chiesa USA. Il fatto poi che due cardinali americani rivestano il ruolo di vicari del Papa, attribuisce un peso specifico rilevante alla componente americana del concistoro.

Gli altri sette cardinali americani sono presuli delle principali diocesi americane, e quindi parte integrante del conflitto ricorrente fra conferenza episcopale verso i presunti eccessi dei progressisti di Washington, ma sono tutti, anche quelli di nomina più lontana, vicini alla linea pontificale di Bergoglio. Francesco ha ricucito il rapporto con il francescano Sean P. O'Malley, arcivescovo di Boston, vicino agli ottant'anni, a lungo critico per una presunta lentezza di Bergoglio nel reprimere gli scandali sessuali in particolari nella chiesa sud americana.  Analogo andamento hanno avuto i rapporti con il cardinal Daniel Di Nardo dell'arcidiocesi di Galveston-Houston, già presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB), che dopo aver sollecitato l'azione papale, ha poi pubblicamente ringraziato il Papa per la sua attività. L'arcivescovo di New York Timothy Dolan ha sostenuto a lungo Bergoglio, prima appoggiandone senza riserve l'azione sullo scandalo che coinvolse il suo predecessore E. McCarrik, poi denunciando le manovre del nunzio Viganò, e da ultimo mobilitando la sua potente diocesi sui temi cari al Papa, come il cambiamento climatico e la solidarietà verso gli immigrati. Dopo avere mantenuto un rapporto cordiale e collaborativo con il più problematico dei suoi fedeli newyorkesi, D. Trump, che aveva dato ampio appoggio al "movimento per la vita" ed alle scuole cattoliche. In seguito all'attacco al Congresso, Dolan è stato inflessibile nel condannare l'azione di Trump, che secondo il Cardinale ha "soffiato sul fuoco della rivolta illegale".
L'arcivescovo di Chicago B. Joseph Cupich si era invece scontrato con Trump per la politica di repressione dell'immigrazione della sua amministrazione, e aveva poi difeso il neo presidente Biden dagli attacchi della parte conservatrice dell'episcopato USA per le posizioni del Presidente sull'aborto. La relazione con Bergoglio è sempre stata amichevole, puntualizzata da numerosi incontri informali a Santa Marta, tanto da fare del presule di Chicago il più acceso sostenitore di Francesco nella chiesa USA. L'arcivescovo della grande diocesi cattolica di Newark, Joseph W. Tobin, aveva accolto con neutralità la nomina di Trump nel 2016, garantendo la propria imparzialità, salvo poi criticare la politica anti immigrati dell'amministrazione Trump. Nell'estate del 2020 dalla neutralità Tobin è passato all'aperta contestazione del Presidente, quando dopo essersi unito ad altri vescovi nel chiedere la commutazione della sentenza capitale per Dustin Honken, condannato per l'omicidio di cinque persone, ha scritto una durissima lettera aperta a Trump. Il prelato ha ammonito il Presidente suprematista che l'esercizio della clemenza, serve per "arginare la marea di rabbia e vendetta" nel paese. Quella stessa marea che ha invaso il Campidoglio di Washington il 6 gennaio 2021. Tobin ha condiviso gli sforzi del papa per rinnovare la chiesa, a partire dalla centralità del sinodo. Wilton D.Gregory nominato da Bergoglio nel 2019 arcivescovo di Washington, è il primo afro americano arrivato alla dignità cardinalizia. Dopo pochi mesi Gregory attaccò una prima volta Trump,  invocando maggiore rispetto verbale e pratico da parte del presidente in carica. Un vero e proprio incidente si produsse quando Trump, all'insaputa di Gregory, utilizzò una visita al Santuario Nazionale di San Giovanni Paolo II a Washington nel 2020, per annunciare un ordine esecutivo sulla libertà religiosa, fortemente avversato dalla chiesta cattolica. Nessuno sconto del cardinale di Washington nei confronti di Biden: per Gregory Biden non è fedele all'insegnamento cattolico sulla vita quando nega che la vita inizi al concepimento. Pur non chiedendo che venisse impedita la comunione al Presidente, il cardinale Gregory ha sostenuto che la Chiesa cattolica insegna e ha insegnato che la vita umana inizia al concepimento. Quindi il presidente non è in linea con la dottrina della Chiesa.

Nelle questioni interne agli Usa la chiesa americana è orientata all'attenzione verso i settori disagiati della società, ma non mancano nel popolo cattolico divisioni. La più rilevante, fra chi ha sostenuto e sostiene Donald Trump e il Partito Repubblicano principalmente per la loro posizione contro l'aborto, e chi, più aderente al messaggio di papa Francesco, è attento a tutte le questioni sociali, come l'ingiustizia razziale, la povertà, l'immigrazione e il cambiamento climatico. Nel rapporto con Roma i vertici sembrano abbastanza uniti nel sostegno a Bergoglio, e nel prossimo eventuale conclave la delegazione americana, la seconda più consistente dopo quella italiana, avrà una funzione decisiva nella scelta del successore di Francesco. In particolare se i due americani curiali riusciranno a mantenere l'attuale compattezza dei cardinali provenienti dagli Stati Uniti.

https://press.vatican.va/content/salastampa/it/documentation/card_bio_typed/card_bio_ele.html#F

https://www.nytimes.com/2021/10/28/world/europe/pope-biden-catholic-church-rift.html

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