Primarie verso le elezioni di mid term: la California
In California le primarie si sono svolte il 7 giugno scorso, con un'unica votazione per tutti i partiti (top two primary). Dei quasi 39 milioni californiani, che popolano un territorio di 404.000 kmq si sono registrati alle urne in occasione delle primarie 2,8 milioni di cittadini. Lo stato è classificato generalmente come "blu" cioé democratico, ma è stato decisamente "rosso" all'epoca delle candidature Nixon e Reagan, due politici che sono stati espressione significativa della società civile e politica californiana negli anni 60 e 80 del secolo scorso.
Nel sistema "top two" tutti i candidati concorrono allo scrutinio, senza distinzioni di partito. I primi due si confrontano nelle elezioni generali di novembre. Solo in altri tre stati é in uso questo sistema: Washington, Nebraska e Alaska.
Gli elettori in California a novembre manderanno a Washington un Senatore e 52 Rappresentanti. Il seggio al Senato é quello occupato dal democratico Alex Padilla, entrato in carica per la prima nel 2021 dopo che la Senatrice Kamala Harris è stata eletta vicepresidente. L'elezione riguarda allo stesso tempo il completamento del mandato originario della Harris, ed il rinnovo del mandato stesso. Nelle primarie per il senato di giugno, gli elettori registrati (2,8 milioni come si diceva) hanno dato il 62% dei voti ai democratici, e al solo Padilla il 57%. I repubblicani si sono fermati al 32%, con Mark Meuser giunto secondo davanti a Connie Conway, attualmente deputato a Washington, cui non è stato sufficiente il sostegno di D. Trump. I candidati indipendenti che hanno raccolto il 3,3% dei suffragi non sono arrivati al ballottaggio finale, né hanno pesato nella corsa fra i due partiti maggiori. Certamente a novembre tutto sarà diverso, perché gli elettori ancora non registrati saranno più numerosi, potendo anche inviare il loro voto per posta, senza le restrizioni che gli stati controllati dai repubblicani impongono quando temono per la loro maggioranza. Il risultato sarà fortemente influenzato dalla politica nazionale e dall'andamento della campagna per il ruolo di governatore, molto sentita. Argomenti suscettibili di attrarre alle urne anche elettori abitualmente poco entusiasti, per cui Padilla non potrà essere certo della vittoria sino al completamento dello spoglio.
Per la Camera dei rappresentanti gli elettori sceglieranno un deputato per ciascuno dei 52 distretti dello stato. Gli uscenti sono 44 democratici e 11 repubblicani, ed ogni variazione di questa proporzione autorizzerà uno dei due partiti a proclamare la vittoria. Solo in 7 distretti su 52 la gara sarà fra due candidati democratici (essendo due democratici arrivati in testa alla primaria "top two" di distretto), mentre negli altri 48 la competizione é aperta ad ogni risultato. Oltre all'irriducibile Nancy Pelosi, tutti gli altri uscenti affronteranno un candidato repubblicano, e questa é già una novità. Altra novità sarà proprio il nuovo disegno dei collegi elettorali: nel 2020 la California Citizens Redistricting Commission ha approvato la nuova mappa, in base ai risultati dell'ultimo censimento, riequilibrando i collegi per numero di abitanti e riducendo, per quanto possibile le discriminazioni su base etnica. In occasione dell'ultimo censimento i bianchi sono il 61,6%, gli afro americani il 12,4%; gli ispanici il 18,7%, asiatici 6%; indiani americani 1,1%. Da notare il forte incremento della popolazione anziana: a fronte di un'età media di 37 anni, gli over 60 si avvicinano a 3,5 milioni, e rappresentano quasi il 9% della popolazione. In relazione al reddito la California non differisce per diseguaglianze da molti altri stati della confederazione: il reddito familiare medio pro capite di 38.000 dollari (per famiglia 80.440), in crescita dal 2010 del 6,86%;. Ma 11,5% della popolazione è classificato sotto il livello di povertà (19.000 dollari annui). Il tutto in uno stato in cui il 94,3% delle famiglie possiede almeno un computer e 88,9% con una connessione a banda larga.
Per la carica di governatore la scelta per gli elettori sarà fra il democratico in carica, Gavin Newsom, e il repubblicano Brian Dahle, dopo che le primarie si sono concluse con un punteggio simile a quello descritto per il seggio senatoriale: largo vantaggio (61/15) per il governatore democratico, ma possibile rimonta repubblicana a novembre. Gli altri candidati hanno raccolto briciole e gli indipendenti non sono un fattore. Il voto sarà un test per le ambizioni politiche nazionali del governatore Newsom, da molti pronosticato come possibile candidato presidenziale nel 2024 se J. Biden non dovesse ricandidarsi. Già sindaco di San Francisco, Newsom ha smentito questa ipotesi, e al momento Biden sembra convinto di poter chiedere un secondo mandato agli americani. Certo è che Newsom a 54 anni ha tutto il tempo per costruirsi un'immagine nazionale, per poi cogliere ogni opportunità futura. Ovviamente se Newsom resterà al riparo dalle sorprese tipiche della politica USA: lo scorso anno ha già schivato una richiesta di impeachment per le norme restrittive anti covid da lui volute in California. Solo l'area agricola del nord dello stato si è espressa a maggioranza per Dahle, che ha 25 anni di cariche elettive locali alle spalle ed é un imprenditore agricolo di Bieber, piccolo centro nel nord dello stato, quasi al confine con l'Oregon. Dahle ha appoggiato Trump nel 2020 e si definisce "pro-vita" e difensore del diritto a portare armi. Tuttavia, non ha mai appoggiato la campagna menzognera di Trump sulle elezioni rubate. Ha votato inoltre un disegno di legge locale nel 2021 per facilitare l'accesso a contraccettivi e pillola del giorno dopo, obbiettivo della destra radicale. Le possibilità di Dahle appaiono oggi scarse, e il candidato repubblicano punta sull'usura dell'opinione pubblica locale per decenni di leadership democratica nello stato. Accompagnando la sua narrativa con i temi cari alla destra nazionale su criminalità, senzatetto e costo della vita, tutte criticità imputate all'eccessivo liberalismo dei democratici e di Newsom.
Insieme alle altre cariche elettive statali, a novembre in California gli elettori si esprimeranno anche su alcune iniziative referendarie, secondo una consolidata tradizione nello stato. Sette sono le proposte ad oggi ammesse, di cui sei di iniziativa popolare: legalizzazione delle scommesse sportive nelle riserve indiane e on line (distinte), finanziamento dell'istruzione artistica e musicale , ai requisiti della clinica di dialisi, allocazione di parte dell'imposta statale sul reddito per finanziare progetti di veicoli a emissioni zero, divieto di commercializzare tabacco aromatizzato. C'è molto dibattito nelle comunità sulle proposte, e non sarebbe la prima volta che in California i votanti per i referendum risultano più numerosi dei votanti per le varie cariche politiche. L'ultimo referendum riguarda una legge proposta dai legislatori locali sulla protezione dei dati personali. La California, da tempo battistrada per iniziative legislative innovative, oggi ha già la più avanzata normativa statale sulla protezione dei dati. Il disegno di legge federale attualmente in discussione a Washington imbarazza gli eletti democratici dello stato, perché rischia di fissare limiti ed obbiettivi federali più modesti e riduttivi di quelli già vigenti in California, che potrebbero essere inaspriti se il referendum sarà approvato.
Questo dimostra che la competizione elettorale in California merita di essere seguita in quanto anticipatrice di tematiche e soluzioni che poi si fanno strada a livello nazionale negli USA.
https://www.nytimes.com/interactive/2022/06/07/us/elections/results-california.html
https://www.census.gov/quickfacts/CA
https://www.ocregister.com/2022/07/05/something-different-california-gops-bid-for-governor/