Schivato l'impeachment Trump riparte dal podcast
Voci dall'Europa

Schivato l'impeachment Trump riparte dal podcast

Da ormai un mese Donald Trump tace, tagliato fuori dalle piattaforme social, e confinato nella prigiona dorata dei suoi campi da golf in Florida. La conclusione del processo di impeachment con la sua assoluzione, con ogni probabilità ridarà fiato all'ex Presidente, che inizierà il suo tentativo di rinascita, basandosi su due elementi: instillare nel pubblico americano l'idea che Joe Biden è un Presidente illegittimo, e lo spostamento all'estrema destra del Partito Repubblicano che lo ha salvato.

Ci si interroga su quale vettore userà Trump, dopo avere sfruttato la sua ricchezza, quindi la popolarità televisiva e infine la diffusione dei social network. Per cercare di anticipare le mosse di Trump,  il Guardian ha analizzato le attività di Steve Bannon, Rudy Giuliani, Michael Cohen, Mike Pence e Anthony Scaramucci.

Questi cinque personaggi hanno, con ruoli diversi, lavorato con Donald Trump dal 2015; alcuni fra loro sono stati implicati in indagini criminali collegate all'ex presidente, ma tutti hanno messo in piedi ciascuno un proprio podcast.

Con questo mezzo di comunicazione si ottengono tutti i vantaggi di una piattaforma a basso costo, priva di regolamentazione per amplificare le prese di posizione e mantenere un immediato contatto con il pubblico, adattando la propria immagine pubblica alla modernità del mezzo.

L'ex vice presidente Mike Pence ha annunciato che lancerà un podcast per "continuare ad attirare nuovi cuori e menti verso la causa conservatrice".

Già attivo in questo campo è il "perdonato" Steve Bannon che da alcuni mesi ha aperto un podcast significativamente denominato "War Room", sul quale ha per esempio invocato la la decapitazione di Anthony Fauci per le sue opinioni sulla pandemia.

Rudolph Giuliani, lontano dal podio dei tribunali in cui è stato invariabilmente sconfitto negli ultimi quattro mesi, ha aperto un podcast denominato "Common Sense" sul quale ha ripetuto le affermazioni respinte da 62 tribunali americani, definendo il risultato elettorale del 2020 una frode politica.

Cohen e Scaramucci, dopo avere lavorato per Trump, sono entrati in conflitto con l'ex Presidente e usciti dal cerchio della sua corte. Con l'uso del podcast queste due personalità cercano di rientrare nel gioco da cui sono stati esclusi per effetto della fine della relazione con Trump. Il titolo del podcast di Cohen, "Mea Culpa", indica che per questa via l'ex avvocato di Trump cerca di riprendere la carriera che si è arrestata dopo aver patteggiato una pena per le sue attività illegali per conto di Trump. Scaramucci, che conduce il suo podcast "Scaramucci and the Mrs" insieme alla moglie, cerca di mantenere una certa notorietà per poi cogliere l'occasione favorevole per ritornare in primo piano. Se pro o contro Trump, probabilmente  è secondario.

Il fatto che cinque dei più eminenti ex collaboratori di Trump abbiano scelto questo format per diffondere le loro opinioni, a scapito di televisione, radio o giornali, autorizza a pensare che questa sarà la cassa di risonanza scelta per rimettere in contatto i devoti di Trump con il loro leader.

Oltre alla libertà da ogni forma di regolamentazione, uno dei fattori principali che spingono verso questa soluzione è il denaro. Rispetto a radio e televisione il podcast ha costi infinitamente inferiori. In più per chi abbia già acquisito una base di notorietà, il modello della comunicazione via podcast consente di generare un consistente flusso di denaro. Bannon finanzia tutta la sua attività tramite la pubblicità generata sul podcast, e i suoi incassi sono funzione del numero di download ottenuto. Chiaro che si ottiene maggiore audience chiedendo la decapitazione di qualcuno, che non discutendone le idee.

Secondo gli specialisti del settore con soli 35.000 contatti un podcast risulta redditizio. A partire da 100.000 contatti i profitti diventano molto significativi. Se si arriva a un milione di download si comincia a parlare di una macchina per fare soldi.

Bannon ha dichiarato che il suo podcast ha ottenuto 29 milioni di download. Il dato è tutto verificare, considerato l'interesse diretto che lo stesso Bannon ha per gonfiare l'audience, e i suoi precedenti nella manipolazione dei dati informatici emersi nello scandalo "Cambridge Anlaytica" . Ma è plausibile che l'architetto della politica di Trump "America first", poi scivolato sulla distrazioni di fondi per la costruzione del muro anti immigrazione, abbia trovato un pubblico. Probabilmente in quegli stessi settori della destra estremista coinvolti nell'assalto al Campidoglio il ​​6 gennaio.

Proprio alla vigilia dell'assalto del 6 gennaio Bannon aveva diffuso via podcast discorsi incendiari: "domani attaccheremo..sarà molto drammatico ". Il podcast di Bannon è stato per questo bandito da YouTube dopo l'insurrezione, mentre Giuliani ha rimosso alcuni video collegabili alla sua partecipazione al comizio ante assalto. Ma la forza del del podcasting è che c'è sempre un posto in rete dove si possono recuperare questi video, che infatti sono ancora disponibili sui siti Web di Bannon e Giuliani, su Apple Podcast, e altrove.

Il podcast assicura un'indipendenza e una libertà unica, svincolando chi lo produce dal controllo dei social media, l'auto censura dei canali televisivi come Fox News o le stazioni radio, timorose anche delle potenziali conseguenze in termini di responsabilità civile.

I conservatori hanno tradizionalmente fatto affidamento sui talk show trasmessi via radio e televisione, ma i podcast permettono di attrarre un pubblico più giovane. Lo stesso Mike Pence Pence negli anni '90 aveva usato come trampolino di lancio della propria carriera politica, un talk show radiofonico, emesso a partire dall'Indiana. Oggi, a 61 anni, Pence, che non appartiene certo alla generazione dei millennials, cerca di risalire la corrente facendo ad esempio ospitare il suo podcast dalla Young Americas Foundation, un gruppo conservatore che molto influente fra i giovani di destra.  Allargare la base elettorale oltre gli estremisti è essenziale per Pence, dopo che Trump lo ha indicato fra i nemici per la sua gestione della seduta del 6 gennaio. Gli assalitori del Campidoglio scandivano lo slogan "impiccate Mike Pence", ma l'area dell'estrema destra è ampia e non certo limitata ai violenti che hanno assaltato il congresso.

A partire dalla prossima settimana Donald Trump liberato dalla minaccia dell'impeachment, potrà ricominciare la sua strategia di comunicazione, che ci si può aspettare sarà anche più aggressiva di quando non è stata dal 2015 al 2020. Studiare questa nuova discesa in campo, significherà seguire una nuova tappa della crisi della democrazia rappresentativa americana, e dell'uso dei media per attrarre consenso.

Materiali

Sounds about right: why podcasting works for Pence, Bannon and Giuliani
The Trump associates have opted for a medium that offers big opportunities with less risk of being de-platformed

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