6/1/2020: processi e indagini delineano le colpe di D. Trump
A meno di un anno dai fatti del 6 gennaio, si sono già conclusi molti processi contro i sostenitori di D. Trump che diedero dato l'assalto al Congresso, mentre l'ex presidente Trump ha perso la prima battaglia legale per impedire la pubblicazione di documenti e registrazioni interni della Casa Bianca relativamente agli eventi di gennaio.
I procedimenti giudiziari tenuti presso le corti federali di diversi stati hanno provato che dozzine di sostenitori di Trump, accusati dell'assalto al Campidoglio, si erano preparati esplicitamente alla violenza con l'intenzione di impedire che il Congresso confermasse l'elezione di Joe Biden. Almeno 30 degli invasori incriminati per l'attacco al Campidoglio sono stati accusati di cospirazione criminale, secondo un'analisi dei documenti giudiziari del Washington Post.
Ecco il dettaglio di alcuni procedimenti giudiziari conclusi negli ultimi mesi con la condanna degli accusati:
# 2 Giugno 2021: Paul Allard Hodgkins, 38 anni, nel dichiararsi colpevole dell'attacco al Congresso ha detto al giudice: "Se avessi avuto la minima idea che la protesta... sarebbe aumentata... non mi sarei mai avventurato oltre il marciapiede di Pennsylvania Avenue" Il giudice di Tampa Bay non si è impietosito per questa dichiarazione e ha condannato l'uomo a 8 mesi di carcere.
# 6 Luglio 2021: Fi Duong, un cittadino della Virginia, autodefinitosi miliziano, ha confessato di essersi recato segretamente dalla sua casa di Alexandria a un'ex prigione nella vicina città di Lorton, per testare un lotto di bottiglie molotov poi portate a Washington il 6 gennaio; questo dettaglio, più ancora dell'uso degli ordigni, ha indotto i giudici a ritenere che Fi Duong abbia commesso il reato di insurrezione, avendo usato una tecnica militare.
# 4 Agosto 2021: Due coniugi, Joshua e Jessica Bustle di Bristow, Virginia, sono stati accusati di essere entrati illegalmente nel Campidoglio, rimanendo all'interno per circa 20 minuti, senza che sia stata dimostrata la loro partecipazione ad azioni violente o danneggiamenti della proprietà federale. Nell'emanare la sentenza il giudice ha detto "la Corte ha seriamente valutato l'incarcerazione", decidendo poi per una condanna a due anni di libertà vigilata e 40 ore di servizio civile, oltre alla reclusione domiciliare di 30 giorni per lui e 60 giorni per lei.
# 26 Agosto 2021: sette agenti delle forze di polizia del Congresso hanno proposto un'azione civile nei confronti di D. Trump ritenuto diretto responsabile delle azioni dei rivoltosi del 6 gennaio che hanno causato lesioni personali di varia natura ai sette querelanti, impegnati nel servizio istituzionale di protezione del Congresso degli Stati Uniti;
# 3 Settembre 2021: Jacob Chansley, lo sciamano del gruppo complottista ‘QAnon’ che ha fatto irruzione nell'aula del Senato a torso nudo e con le corna il 6 gennaio si è dichiarato colpevole del reato di insurrezione e danneggiamento e potrebbe subire una condanna sino a 3 anni di prigione
# 28 Settembre 2021: Dawn Bancroft, 59, di Doylestown, si è dichiarata colpevole del reato federale di insurrezione per avere, durante l'assalto al Campidoglio cercato di raggiungere la speaker della Camera N. Pelosi affermando di volerle sparare; Bancroft ha cercato di minimizzare la sua colpa descrivendo le sue minacce alla presidente della Camera come “una stupida bravata fatta in un momento di agitazione"; il giudice Emmet G. Sullivan dopo avere espresso riserve sul patteggiamento per condotta criminale, ha condannato la donna a sei mesi di carcere.
# 29 Settembre 2021: Derek Jancart e Erik Rau, si è dichiarati colpevoli di condotta criminale il 6 gennaio; il pubblico ministero ha richiesto quattro mesi di carcere, mentre i difensori hanno caldeggiato la libertà vigilata. Il giudice distrettuale James E. Boasberg nell'emanare la sentenza di condanna ha detto: “Dare un giudizio è molto difficile in questi casi. Ogni giorno in prigione è spiacevole, e la corte ritiene appropriata una condanna a 45 giorni di carcere, che sono sicuramente molti per qualcuno che non ha mai commesso reati in precedenza”
# 6 Ottobre 2021: Brandon Straka, un influencer attivo sostenitore di D. Trump, si è dichiarato colpevole di condotta criminale nella rivolta del Campidoglio, patteggiando con i pubblici ministeri che hanno lasciato cadere un'accusa di aggressione alla polizia durante i disordini. Straka ha inoltre accettato di collaborare con i pubblici ministeri nelle loro indagini consegnando altre prove agli inquirenti.
In generale dai documenti processuali è risultata estranea a gruppi di destra radicali la stragrande maggioranza delle circa 650 persone incriminate sulle 2.000 che si stima abbiano invaso il Campidoglio. Molti erano cittadini comuni: leader locali, piccoli imprenditori, insegnanti. Con una diffusa ingenuità: uno aveva al collo il badge della sua azienda, un altro indossava una giacca con il proprio numero di telefono sulla schiena. I pubblici ministeri non hanno riscontrato precedenti penali a carico della maggior parte dei sospetti, e solo una dozzina aveva precedenti accuse e condanne per violenza prevalentemente domestica.
Sulla natura e la portata delle colpe sono stati espressi pareri contraddittori da parte degli addetti ai lavori. Da un lato c'è chi ritiene che si sarebbero dovute formulare accuse più gravi, come il giudice capo delle Corti federali Beryl Howell che il 9 agosto 2021 nella motivazione della condanna di un uomo accusato di essere entrato illegalmente nell'edificio del Congresso, ha scritto che : “Le registrazioni video mostrano che la folla che ha attaccato il Campidoglio con violenza, e che tutti i partecipanti hanno contribuito a quella violenza", che oltre a 5 morti ha causato anche un "danno alla reputazione della nostra democrazia". Più indulgente un funzionario di polizia che ha voluto restare anonimo, sostiene che il Federal Bureau of Investigations ha sottovalutato la disperazione, la rabbia che stava dietro la partecipazione dei singoli, che in maggioranza non erano consapevoli di agire per rovesciare il governo: “Non sapevano cosa stavano facendo. Ma avevano un messaggio da dare, e il messaggio era che il popolo dei forconi si sarebbe fatto sentire, che si doveva averne paura". Il già citato giudice Sullivan, nell'analizzare la responsabilità della donna poi condannata per avere incitato a sparare in testa alla presidente Pelosi, si è chiesto come sia possibile che "brave persone che mai si erano messe nei guai con la legge, si siano trasformate in terroristi”?
Secondo Fiona Hill, collaboratrice di origine britannica del Consiglio di sicurezza nazionale nell'amministrazione Trump, l'origine di tutto va ricercata nelle comunicazioni provenienti dalla Casa Bianca, e dallo stesso ex presidente Trump: "quando le direttive partono dal presidente in carica degli Stati Uniti è difficile tanto per i dimostranti non agire che per la polizia resistere". Il teorema che sembra emergere sarebbe quindi che nell'attacco al Campidoglio la folla abbia agito senza intento sovversivo e addirittura oltre le proprie intenzioni, e che le forze dell'ordine abbiano sottovalutato la rivolta, il tutto a causa delle comunicazioni provenienti dalla Casa Bianca, sia da parte del Presidente in carica che dei suoi collaboratori.
Per verificare l'esistenza di un nesso fra le direttive presidenziali e le azioni sovversive, il comitato ristretto della Camera guidato dal democratico Bennie Thompson, che indaga sulla rivolta del 6 gennaio, ha richiesto di poter esaminare i documenti interni della Casa Bianca relativi a quella, incontrando l'opposizione dell'ex presidente, che ha fatto ricorso al tribunale federale. Il 6 novembre in una decisione preliminare il giudice Tanya Chutkan ha respinto la richiesta di Trump, i cui legali hanno immediatamente proposto appello, ed è certo che la controversia approderà rapidamente alla Corte Suprema (la rapidità del sistema giudiziario USA rende invidiosi noi italiani). L'alta corte, pur composta da una maggioranza di giudici conservatori, difficilmente potrà cambiare la giurisprudenza in materia di privilegio presidenziale. Il principio venne fissato nella sentenza del 1977 in Nixon vs Administrator of General Services (433 U.S. 425 ): "la separazione dei poteri non implica che essi siano assolutamente indipendenti fra loro, ma va determinato caso per caso se vi sia violazione del principio della separazione, attraverso un'analisi della misura in cui lsi impedisca al ramo esecutivo di svolgere le sue funzioni costituzionalmente assegnate, e qualora si verifichi una potenziale violazione, si deve determinare se tale trasgressione sia giustificato dall'esigenza imperativa di conseguire risultati che rientrino nelle prerogative costituzionali del Congresso".
Resta la legittima domanda su cosa stiano nascondendo Trump e i suoi collaboratori, pronti al carcere pur di non divulgare i documenti su quella giornata nera per la democrazia americana. Lunedì 15 novembre Steve Bannon, già salvato dal perdono presidenziale di Trump, potrebbe essere incarcerato dopo essere stato incriminato per oltraggio al Congresso avendo rifiutato di testimoniare. La questione non è irrilevante: se la Commissione parlamentare provasse che nel gennaio 2021 alla Casa Bianca l'amministrazione in carica aveva anche solo preparato un piano, poi accantonato, per il sovvertimento del risultato delle elezioni, Trump potrebbe dover riporre le velleità di ritorno al potere, lasciando comunque i suoi sostenitori a scontare le pene inflitte loro dalle corti minori. Un risultato che si potrebbe definire bipartisan, perché oltre ai democratici, anche una parte rilevante del Partito Repubblicano ritiene troppo ingombrante Trump, ed è pronta a cercare un'alternativa per le presidenziali del 2024, pur correndo il rischio di una scissione.
https://www.washingtonpost.com/dc-md-va/2021/11/09/rioters-charges-arrests-jan-6-insurrection/
https://www.seattletimes.com/author/spencer-s-hsu/?no_redirect=true
https://supreme.justia.com/cases/federal/us/433/425/