La Virginia smentisce gli opposti teoremi elettorali USA
La consultazione elettorale per la carica di governatore della Virginia ha smentito i teoremi che i due partiti maggiori americani avevano sviluppato negli ultimi anni. Dall'ascesa alla presidenza di Barack Obama grazie all'aumento costante dell'affluenza ai seggi, i Democratici, si erano cullati nella certezza che più elettori fossero andati ai seggi, migliore sarebbe stato il risultato per il loro partito. Il teorema era stato verificato fra il 2010 e 2014, quando i repubblicani hanno vinto le elezioni di medio termine con un'affluenza in calo, e poi nel 2016, quando continuando il trend negativo della partecipazione al voto, Donald Trump vinse le elezioni presidenziali. Analogamente e in senso opposto, si è sviluppato il teorema repubblicano sull'affluenza alle urne: rendere più difficile il voto agevolerebbe buoni risultati elettorali per il GOP.
Dopo il 2016 la partecipazione al voto è aumentata in tutte le tornate elettorali, locali e nazionali, e Joe Biden ha tolto la Casa Bianca a Trump in concomitanza con la partecipazione più alta di sempre alle presidenziali, Nei dodici mesi successivi il partito repubblicano ha scatenato una battaglia legislativa stato per stato per rendere più difficile il voto, sulla base del teorema e della falsa accusa di brogli alle elezioni presidenziali del 2020, utile in chiave propagandistica.
I due teoremi sono stati disattesi questa settimana in Virginia, dove Glenn Youngkin, repubblicano, è stato eletto governatore battendo l'ex governatore democratico Terry McAuliffe. La consultazione ha visto la partecipazione popolare più alta nella storia dello stato, anche grazie alla legge elettorale adottata dalla maggioranza democratica all'Assemblea dello stato. In Virginia sono infatti state introdotte norme per favorire l'accesso ai seggi: ridotti controlli sull'identità dell'elettore, una finestra temporale di 45 giorni per votare senza particolari restrizioni, la registrazione automatica come elettore di chiunque presenti domanda per una patente di guida.
Come risultato, il partito democratico ha perso, pur ottenendo una valanga i voti in più rispetto al 2017 e al 2013, rispettivamente 200.000 e 600.000 in più; gli aumenti maggiori si sono registrati nelle aree tradizionalmente favorevoli ai democratici, le contee a maggioranza afro americana, le città universitarie e le periferie. Il candidato repubblicano Youngkin ha ottenuto però ancora più voti, vincendo nella Virginia rurale e nei piccoli centri, andando oltre le previsioni dei sondaggi.
Questi dati sembrano indicare che sia un errore di prospettiva presumere che l'affluenza alle urne decida le elezioni, e al tempo stesso che non abbia senso cercare di escludere intere fasce di elettori, perché su entrambi i fronti conta la mobilitazione dell'elettorato: per molti americani fedeli ad un partito, l'unica alternativa è l'astensione. Secondo le prime analisi il partito democratico continua a non sfondare presso gli elettori bianchi, senza titoli di studio universitari, ed a reddito medio basso. Un pericoloso campanello d'allarme per i democratici in vista delle elezioni di medio termine del 2022, quando andranno a scadenza anche i governatori di stati in bilico come Wisconsin e Pennsylvania, e dove le primarie chiuse da poco preparano duelli anomali fra candidati estranei alla stretta logica partitica.
In generale i responsabili democratici hanno constatato, non senza amarezza, una banale correzione del loro teorema elettorale: il maggiore afflusso di elettori democratici può portare alla vittoria, ma una maggiore affluenza complessiva porta alla sconfitta. Nel campo repubblicano l'euforia della vittoria invece ha rafforzato le teorie complottiste e la voglia di rivincita rispetto all'elezione presidenziale di novembre 2020, dando fiato ai radicali che pretendono l'inasprimento delle norme elettorali al fine, illusorio, di controllare meglio le elezioni. Illusorio perché contestando il sistema elettorale, quando sanciscono una sconfitta, per poi esaltarle in caso di vittoria, può forse essere utile nel breve periodo, ma si finisce per far perdere di vista il cambiamento nelle opinioni degli elettori, che è continuo.
Altro elemento di riflessione, e divisione, del campo repubblicano resta la figura dell'ex presidente Trump, che si è già dichiarato in corsa per la nomination per le elezioni del 2024: in Virginia il nuovo governatore ex CEO della grossa società finanziaria Carlyle Group, ha riunito una coalizione di cittadini dispersi nelle aree rurali insieme con i gli elettori a bassa scolarizzazione delle periferie urbane. L'esito è stato un successo del neo governatore Youngkin, largamente superiore al risultato nello stesso di Trump dodici mesi fa, La contesa elettorale è stata scandita dalle divisioni intorno alla teoria critica della razza, ma secondo i dati degli exitpoll l'economia è stato il movente principale del voto, dopo che il vincitore Youngkin aveva criticato il governo nazionale per l'aumento del costo della vita e chiesto riduzioni generalizzate delle tasse. Gli analisti si sforzano di capire se toni e argomenti, che sembrano echeggiare quelli di Trump, possano essere nuovamente utilizzati in futuro, e se la presenza dell'ex presidente, con il suo carico di guai giudiziari, sia più ingombrante o più utile alle fortune del partito repubblicano.
Questo allarme, che certamente verrà inteso dai responsabili del Partito Democratico, risuona proprio mentre il Presidente Biden sembra avere superato l'ostacolo più serio frapposto alla sua strategia di controllo negoziale del congresso: dopo alcune battute d'arresto l'iniziativa presidenziale è ripartita con l'approvazione il 5 novembre del piano di investimenti in infrastrutture. Sei democratici liberal e tredici repubblicani hanno ignorato gli ordini delle direzioni del loro schieramento, contrarie al progetto con motivazioni fra loro opposte. Adesso Biden dovrà confrontarsi con altre eredità della Presidenza Trump : dopo l'affare afgano, monta nella nazione la rabbia per la strisciante privatizzazione del sistema sanitario dei veterani dell'esercito americano (Veterans Health Administration - VHA), svuotata progressivamente in favore di un servizio privato, (Veterans Community Care Program - VCCP).
L'onere dell'azione di governo, che è in sé un fattore di rischio per la popolarità del presidente, la difficile stagione post pandemia, e le bombe ad orologeria disseminate da Trump prima di lasciare la Casa Bianca, disseminano di ostacoli il cammino di Biden.
https://www.nytimes.com/interactive/2021/11/02/us/elections/results-virginia.html
https://thehill.com/opinion/healthcare/580301-broken-promises-veteran-health-care-is-being-replaced-by-the-private